economia italiana recessione pil stagflazione decrescita downgrade

FITCH CONFERMA IL RATING BBB ALL'ITALIA E INDICA PER IL FUTURO PROSPETTIVE STABILI NELLA VALUTAZIONE DEL DEBITO DEL PAESE. MA VEDE L'ARRIVO DELLA RECESSIONE NEL PROSSIMO ANNO A CAUSA DI "UNA FORTE DECELERAZIONE" DELLA CRESCITA ECONOMICA DELL'ITALIA, A PARTIRE DAL QUARTO TRIMESTRE PER LO SHOCK ENERGETICO - PER IL 2023, L'AGENZIA DI RATING PREVEDE UN PIL IN CALO DELLO 0,4%, MEGLIO DEL -0,7% PREVISTO IN PRECEDENZA, MA MOLTO LONTANO DAL +0,6% APPENA INDICATO DAL GOVERNO NELLA NADEF…

Domenico Conti per ANSA

 

fitch

Fitch conferma il rating BBB all'Italia e indica per il futuro prospettive stabili nella valutazione del debito del Paese. Ma vede l'arrivo della recessione nel prossimo anno a causa di "una forte decelerazione" della crescita economica dell'Italia a partire dal quarto trimestre per lo shock energetico. Per il 2023 l'agenzia di rating prevede un Pil in contrazione dello 0,4%, meglio del -0,7% previsto in precedenza, ma molto lontano dal +0,6% appena indicato dal governo nella Nadef Le valutazioni di arrivano in un contesto nel quale l'inflazione americana potrà anche aver raggiunto il 'picco' inducendo la Fed alla cautela e la recessione in Europa è data per acquisita.

giorgia meloni giancarlo giorgetti

 

Ma nel quale la Bce non dà segnali di volersi fermare: anzi, la presidente Christine Lagarde lascia intendere che potrebbe essere necessario arrivare a tassi restrittivi e anticipare l'addio al Qe. A meno di un mese dal meeting del 15 dicembre, che cadrà a poche ore dalla riunione della Fed, le 'colombe' nel Consiglio Bce - dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco al consigliere esecutivo Fabio Panetta - hanno invocato prudenza, dopo che fra luglio e novembre Francoforte ha alzato i tassi di due punti pieni al 2%.

 

Ma il fronte dei 'falchi' sembra più numeroso e proprio oggi torna a farsi sentire il presidente della Bundesbank Joachim Nagel: la Bce "farebbe male" a fermarsi adesso sui timori per la crescita e deve iniziare a liberarsi dei titoli di Stato in bilancio "agli inizi del prossimo anno". La risposta all'inflazione deve essere "risoluta" dice il governatore olandese Klaas Knot. Se sembra più probabile un rialzo da mezzo punto che da tre quarti come a settembre e novembre, la strada della Bce è tracciata stando alle dichiarazioni di Lagarde.

DEBITO PUBBLICO

 

"Ci aspettiamo di alzare ulteriormente i tassi, e togliere l'accomodamento monetario potrebbe non essere sufficiente" sono le parole con cui la ex avvocato e donna politica francese ha non solo spento le attese di una pausa invernale, ma accennato alla possibilità che la Bce punti ad arrivare a un livello restrittivo, oltre il 2% considerato da molti 'neutrale'. La Bce, poi, da mesi ha interrotto gli acquisti di nuovi bond.

 

Ma continua a tenere in bilancio oltre 4.300 miliardi di titoli rinnovando di volta in volta quelli che scadono. Il programma era continuare così almeno per tutto il 2023, ma oggi Lagarde ha fatto capire che l'addio al Qe - ossia la riduzione delle dimensioni del bilancio della Bce - potrebbe essere anticipato: "è opportuno che il bilancio, in modo misurato e prevedibile, sia normalizzato" e "a dicembre definiremo i principi-chiave" per farlo.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni

Nel frattempo quella stessa riduzione sta già avvenendo dopo che Francoforte ha inasprito le condizioni cui le banche si finanziano coi suoi maxi-prestiti Tltro, usati per dare credito all'economia ma anche comprare titoli pubblici: solo oggi, prima finestra temporale dopo la 'stretta', le banche hanno così rimborsato anticipatamente 296 miliardi, e le attese di molti sono che il drenaggio di liquidità con la seconda 'finestra' a dicembre arriverà a circa mille miliardi, dimezzando il valore dei prestiti Bce a lungo termine.

 

Scarse le reazioni dei mercati, con lo spread attorno a 190 e il Btp tornato sotto il 4% dopo un po' di volatilità mattutina, nonostante stasera arrivi la revisione del rating italiano di Fitch che già oggi viaggia a BBB (due gradini sopra il 'junk') con prospettiva stabile: punti nevralgici le previsioni sul debito e deficit (Fitch chiedeva un consolidamento dei conti) e crescita, dove ad ottobre Fitch prevedeva un -0,7% ben distante dal +0,6% della Nadef. Un punto di forza, invece, potrebbe essere lo spread tenuto finora sotto controllo.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."