unicredit francese

LA FRANCIA ALL’ATTACCO - PRIMA CHE IL GOVERNO SOVRANISTA SI CONSOLIDI SOCGEN PUNTA A UNICREDIT E DA LÌ IL BOCCONE GHIOTTO: MEDIOBANCA E GENERALI - SE MUSTIER NON DOVESSE DISMETTERE QUOTE DI MEDIOBANCA, VOILÀ!, CON APPENA 28 MILIARDI TI COMPRI TUTTO IL CUCUZZARO DELLA FINANZA ITALIANA

Estratto dell’articolo del Fatto Quotidiano di Fabio Pavesi

 

UNICREDIT - LE TORRI DI CESAR PELLI

Come un fiume carsico ogni tanto riappare. È successo già più volte nel recente passato, senza che poi accadesse nulla. Ma questa volta le nuove voci di una fusione di UniCredit con i francesi di Société Générale paiono più concrete che mai. La stampa internazionale e quella specializzata ha segnalato che le due banche avrebbe già scelto gli advisor dell’eventuale operazione.

……

 

Per ora tutto tace e nessun commento è arrivato dalle due banche. Ciò non toglie che osservatori e analisti hanno messo nel novero delle possibilità concrete le nozze, e questo fin dal 2016, dopo l’arrivo sulla tolda di comando di UniCredit, proprio da SocGen, del francese Jean Pierre Mustier…..

jean pierre mustier

 

E ora la finestra si è riaperta. Per un motivo essenzialmente temporale. Se le nozze dovranno avere luogo, deve essere ora: prima che il nuovo Governo sovranista italiano abbia tempo di consolidarsi. Dopo, dice più di un osservatore, se Lega e 5Stelle dovessero reggere il passaggio cruciale della legge di bilancio, rafforzare nel Paese il consenso e trionfare alle prossime europee, un’operazione di questo tipo difficilmente troverebbe l’appoggio politico per realizzarsi……..

Soc Gen

 

Non è un mistero infatti che i francesi giocherebbero il ruolo da acquirenti più che da pari. E non sfugge a nessuno che le nozze non si limitano a fondere due banche qualsiasi, ma permetterebbero ai francesi di mettere piede pesantemente nel cuore della finanza italica. La fusione con UniCredit come una sorta di Cavallo di Troia per sfondare le linee strategiche della finanza che conta.

UniCredit infatti non è una scelta a caso. La banca di Piazza Cordusio è il primo socio con l’8,7% del capitale di Mediobanca che a sua volta è azionista di peso delle Generali con il 13,4%. Un filotto perfetto quasi da manuale. Prendi UniCredit e in un colpo solo determini i destini di Mediobanca e Generali. …..

 

Federico Ghizzoni Unicredit

Qualcuno obietta che c’è lo scoglio del patto di sindacato di Mediobanca che vincola i principali soci con il 28,5% del capitale. Il patto scade a fine 2019, ma è prevista in settembre una finestra per le disdette anticipate. Se le azioni apportate all’accordo scendessero sotto il 25% del capitale, il patto si scioglierebbe. E allora ecco le voci di un possibile disimpegno di UniCredit che si sono fatte ricorrenti….

 …

bini smaghi presidente SocGen

 

Intanto si ipotizza che UniCredit possa vendere azioni Mediobanca per fare cassa e opporsi al meglio alla fusione e comunque arrivare più forti alle eventuali nozze. E anche sottrarre in questo modo il boccone ghiotto cioè Mediobanca-Generali alle mire francesi.

Senza la quota di Mediobanca la sola UniCredit diverrebbe meno appetibile. Fin qui le supposizioni. Sul piano teorico e su quello dei numeri (che è quello che conta alla fine) l’ipotesi UniCredit/SocGen pare avere tutte le carte in regola. …

 

Intanto UniCredit non ha uno zoccolo duro di azionisti domestici. Al contrario è una public company a tutti gli effetti con i fondi di investimento e i fondi sovrani arabi a detenere oltre il 70% del capitale. L’argine delle vecchie Fondazione italiche ormai è del tutto residuale

SEDE SOCIETE GENERALE A PARIGI

 

Poi Mustier ha fatto una profonda pulizia di bilancio. Che ha provocato sì l’ennesima colossale perdita per 11 miliardi nel 2016 (dopo quella a firma Ghizzoni del 2013 per 14 miliardi), ma che ora vede la banca con un profilo di rischio assai più basso. I crediti malati netti sono ora di 16,6 miliardi il 3,6% degli impieghi e i lordi sono all’8,7%. Il tasso di copertura è salito al 61%. Banca quindi che si sta liberando con forza del peso di sofferenze e incagli……

 

GENERALI

E che ha recuperato una buona redditività. L’utile netto del semestre è stato di 2,1 miliardi e il Rote (il rendimento sul capitale netto tangibile) è oggi all’8,5% tra i più alti in Europa…

 

Ma UniCredit oggi è ghiotta per i francesi anche per un altro aspetto. Tornata redditizia e più pulita dalla zavorra delle sofferenze, vale anche poco in Borsa.

alberto nagel vincent bollore

 

L’ennesimo rialzo dello spread ha portato Unicredit (come le altre banche italiane) a ridiscendere in Borsa. Oggi capitalizza solo 28 miliardi, il 50% del valore del suo capitale netto. Un prezzo da saldo, data la svolta nel conto economico. SocGen capitalizza la stessa cifra. Sembra un connubio perfetto. L’operazione se avvenisse oggi, potrebbe essere realizzata alla pari carta contro carta senza esborsi di cassa. Vista così pare una congiuntura astrale favorevole….

 

philippe donnet gabriele galateri di genola

I francesi, già presenti massicciamente nell’Italia bancaria con Bnp Paribas che possiede da anni Bnl e Credit Agricole che controlla Cariparma, allargherebbero la loro sfera d’influenza e se UniCredit non dovesse dismettere quote di Mediobanca voilà l’attacco al cuore del sistema finanziario italiano sarebbe ultimato.

 

Se i francesi hanno tutto da guadagnare c’è da chiedersi cosa ci guadagna UniCredit. Il sogno della grande banca paneuropea metà francese metà italica, ma ahimè con il baricentro tutto transalpino.    

 

 

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...