leonardo del vecchio francesco gaetano caltagirone philippe donnet cattolica

IL GIOCO DELL'OPA – SI È CHIUSA L'OFFERTA PUBBLICA DI ACQUISTO DI GENERALI SU CATTOLICA: IL LEONE DI TRIESTE HA PRATICAMENTE FATTO “SOLD OUT”, ARRIVANDO ALL’84,47% DEL CAPITALE, CON UN ESBORSO DI 937 MILIONI – È UNA VITTORIA DI DONNET IN VISTA DELLA PRESENTAZIONE DEL NUOVO PIANO INDUSTRIALE: LA COMPAGNIA ASSICURATIVA VERONESE ERA UNO DEI FASCICOLI PIU CALDI NELLO SCONTRO CON CALTAGIRONE E DEL VECCHIO

Cinzia Meoni per “il Giornale”

 

PHILIPPE DONNET GENERALI

Generali conquista Cattolica e sale, grazie all'Opa conclusa ieri con un sostanziale «sold out», all'84,47% del capitale della compagnia veronese con un esborso complessivo di 937 milioni (pari a 6,75 euro per azione) che si aggiungono ai 300 versati un anno fa dal Leone per entrare, con un aumento di capitale riservato, nel capitale della società acquisendone il 23,7 per cento.

 

Per l'ad Philippe Donnet, si tratta di una vittoria a piene mani visto che Cattolica è stato uno dei fascicoli su cui si è manifestato apertamente lo scontro con Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio che, insieme a Fondazione Crt hanno poi dato vita a un patto di sindacato sul 13,4% circa del capitale del Leone in vista della battaglia per il controllo del gruppo con il rinnovo del cda di aprile.

ASSICURAZIONI CATTOLICA

 

L'esito non è stato neppure così scontato visto che, dopo l'annuncio a maggio dell'operazione, il titolo Cattolica aveva trattato a lungo ben sopra il prezzo dell'Opa. La svolta è arrivata, una settimana, fa con l'adesione di Warren Buffet (socio con il 7% circa di Cattolica) che ha dato il «colpo di grazia» alla speculazione.

 

francesco gaetano caltagirone philippe donnet

L'offerta ha quindi raccolto l'adesione dell'80% circa delle azioni a cui era rivolta, compresa la partecipazione di Fondazione Banca del Monte di Lombardia che, nel giugno del 2020, aveva negoziato l'ingresso di Generali nel gruppo veronese per conto dell'ex presidente Paolo Bedoni.

 

Inoltre, contrariamente a quanto occorso nelle ultime operazioni transitate da Piazza Affari, il successo dell'Opa è stato ottenuto senza necessità di rilancio sul prezzo. Donnet è così riuscito a superare il maggiore ostacolo, quello della fatidica soglia di blocco

 

Leonardo Del Vecchio

L'esborso, in milioni, di Generali per l'Opa Cattolica; oltre ai 300 milioni versati un anno fa del 66,67% così da poter dare avvio, senza ulteriori indugi, alle procedure per la fusione delle due compagnie e al delisting del gruppo veronese.

 

Secondo quanto previsto dal prospetto, Generali dovrebbe quindi procedere con l'integrazione che «potrà essere attuata sulla base di un rapporto di cambio che potrà non incorporare alcun premio» senza che ricorrano «i presupposti per l'insorgenza del diritto di recesso per gli azionisti di minoranza» che votino eventualmente contro le nozze.

CATTOLICA ASSICURAZIONE

 

Il completamento dell'operazione è previsto per il secondo semestre 2022, ma nel frattempo, Donnet potrà definire i passi dell'integrazione per il 15 dicembre, data in cui è attesa la presentazione del nuovo piano industriale del gruppo. Si tratta di un appuntamento in cui l'ad dovrà convincere la comunità finanziaria a rinnovargli il mandato per la terza volta nell'assemblea del 29 aprile 2022, scelta fortemente voluta da Mediobanca (che conta sul 12,9% del capitale e sul 17,2% dei diritti di voto) e contrastata dai pattisti.

 

philippe donnet

Questi ultimi, infatti, pur in attesa di individuare i propri capilista, chiedono una svolta nella governance e un M&A che vada oltre Cattolica, per portare Generali ai livelli delle rivali internazionali. A conti fatti, tuttavia, nel piano industriale in via di conclusione, Donnet ha utilizzato all'incirca 3,2 dei 4 miliardi destinati allo shopping per acquisizione mirate. Grazie a Cattolica, ad esempio, Generali si rafforzerà in Italia e diventerà leader di mercato nel Danni superando Unipol. Non ultimo, Generali dall'integrazione della di Cattolica stima di ricavare 200 milioni di «badwill» (avviamento negativo).

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…