Andrea Tarquini per "la Repubblica"

Tra Italia e Germania ci mancava anche questa: sullo sfondo della crisi dell´euro e delle difficoltà finanziarie di molte aziende italiane (specie piccole e medie) la guerra dei bulloni oppone Berlino a Roma. Non è uno scherzo, né un gioco di parole col memorabile film francese "La guerra dei bottoni", storia di bande di bambini in guerra decenni fa. No, la guerra dei bulloni italo-tedesca è un problema molto serio, e in poche ore può causare serie difficoltà al nostro vitale comparto manufatturiero, proprio in un momento di eurocrisi e recessione.

Che cosa sta succedendo? Semplice: che Herr Reinhold Wuerth, il re mondiale del bullone e delle viti, ha annunciato che la sua azienda - a conduzione familiare ma big global player del suo settore, che produce ovunque, anche da noi - ha annunciato a Handelsblatt che non fornirà niente più viti, bulloni né alcun altra componente meccanica di montaggio per l´Italia, finché le ben sessantamila aziende del "Bel paese" sue clienti non pagheranno le fatture arretrate.
Niente più produzione né consegne ai clienti italiani, dice l´anziano ma vivacissimo Herr Wuerth, uno dei più famosi e stimati imprenditori vecchio stile del mondo. Attenzione: lui non appartiene al partito trasversale euroscettico che ne ha abbastanza dell´euro e mugugna ogni giorno per i costi del salvataggio dei paesi in difficoltà. No, Herr Wuerth sa bene che anche l´Italia è un pagatore netto, e si dichiara con forza convinto che sia interesse tedesco pagare comunque, anche costi più salati del previsto, pur di mantenere nell´eurozona l´Europa meridionale.

Però, dice Herr Wuerth a Handelsblatt, «sto affrontando problemi insostenibili. Il mio giro d´affari in Italia, Spagna e Portogallo si è praticamente ridotto quasi a zero» perché laggiù mancano i soldi e i clienti non sono in grado di pagare. E lui, fornitori di materie prime e operai protetti dal più forte sindacato del mondo, deve continuare a pagarli puntuale come un orologio svizzero, o giapponese. «In Italia abbiamo bloccato le forniture a 60 mila clienti, riceveranno nuova merce soltanto quando avranno pagato le vecchie fatture», ammonisce.

Insomma la crisi rende duri anche gli imprenditori tedeschi più europeisti. E crea sia a loro, sia ai nostri imprenditori manufatturieri, problemi pericolosissimi. In Italia e quasi ovunque in Europa, senza viti e bulloni Wuerth non monti nulla o quasi. I tre paesi mediterranei, spiega Herr Wuerth, mi sono già costati finora due punti di fatturato. Il giro d´affari è aumentato di oltre il 4,5 per cento, senza quei pagamenti mancati sarebbe cresciuto del 7, precisa.
«Se vogliamo vivere in libertà e in pace», aggiunge, «vale la pena di introdurre a livello europeo o dell´eurozona un meccanismo di compensazione finanziaria alla tedesca». Analogo cioè a quello che nel federalismo tedesco impone ai Bundeslaender più ricchi di aiutare quelli più poveri versando loro parte delle entrate tributarie. Il volo delle vendite in Cina e India, egli sottolinea, non compensa il calo in Europa «dove realizziamo il 70 per cento del fatturato».