gentiloni bollore tim

GOVERNO SPACCATO SULL’INGRESSO DI CASSA DEPOSITI IN TIM A FIANCO DI ELLIOTT: PADOAN CONTRARIO ALLA GUERRA A VIVENDI – GENTILONI LO SCAVALCA, CON LA BENEDIZIONE DI GUZZETTI E DI TUTTO IL PARLAMENTO – OBIETTIVO DELL’OPERAZIONE, LO SCORPORO DELLA RETE ED ACCORDO CON “OPEN FIBER” DI CDP ED ENEL - BERNABE' FRANCESE

 

Roberta Amoruso e Rosario Dimito per Il Messaggero

 

cassa depositi prestiti

È ufficiale, Cdp farà la sua parte nel capitale di Tim, come del resto auspicato da più parti negli ultimi mesi. Ma il clima politico conta, si sa. E dunque la scelta dei tempi non è casuale. La Cdp, braccio finanziario del Tesoro, entrerà nel capitale di Tim per riconquistare l'italianità del gruppo. È questo il senso dell'operazione. Ed è abbastanza per spingere i titoli Telecom a un balzo del 5,2%, fino a quota 0,79 euro.

 

claudio costamagna di cdp

Dunque, sarà acquistato «progressivamente» fino al 5% del capitale di Tim, non un'azione di più, e sarà fatto «con una prospettiva di lungo periodo», ha spiegato la società al termine del cda che ha deciso il blitz. L'obiettivo? Quello di stabilizzare l'azionariato di Tim facendo leva sul ruolo sempre più strategico della Cassa e magari avviare un progetto di fusione della rete con Open Fiber.

 

L'investimento, spiega il comunicato, «rientra nella missione di Cdp a supporto delle infrastrutture strategiche nazionali». E vuole «rappresentare un sostegno al percorso di sviluppo e di creazione di valore, avviato dalla società in un settore di primario interesse per il Paese». Poi la puntualizzazione: «L'operazione è coerente con i criteri di sostenibilità economico-finanziaria che caratterizzano tutte le iniziative di Cdp».

paul singer fondo elliott

 

Nessun dettaglio da Cdp sui tempi degli acquisti. Non c'è fretta di mettere insieme tutto il pacchetto azionario potenziale. L'importante è poter acquistare in tempo, entro il 13 aprile (record date), con operazioni ai blocchi o con altri strumenti, una manciata di azioni Telecom sufficiente per presentarsi all'assemblea del 24 aprile chiamata a deliberare anche sull'ingresso dei 6 nuovi consiglieri proposti dal fondo Elliott al posto dei rappresentanti di Vivendi. Questo vuol dire che Cdp farà asse con Elliott (ha il 5,4%) contro Vivendi (azionista con il 23,9%)?

CARLO CALENDA

 

Non è questo lo spirito dell'intervento, spiegano fonti vicine al dossier. In realtà Elliott presenterà entro lunedì 9 una lista per l'assemblea del 4 maggio che, se passasse la linea di Vivendi, dovrà nominare il nuovo cda. Ma l'assise potrebbe non tenersi se il 24 verranno nominati i sei uomini Elliott che ricostituiranno il board annullando l'assise successiva. La lista di Elliott dovrebbe essere appoggiata da Cdp che non dovrebbe candidare propri rappresentanti. Anche i fondi dovrebbero imitare.  L'arrivo di Cdp è un segnale chiaro per dare «stabilità» e equilibrio a un gruppo che controlla un asset strategico come la rete.

 

LA TENAGLIA CALENDA-GUZZETTI

giuseppe guzzetti

Va rimarcato che i soci della Cassa (Tesoro con l'82% e Fondazioni con il 16,5% mentre il resto sono azioni proprie) hanno spinto per un intervento necessario per favorire lo scorporo della rete in mani pubbliche e la conversione delle risparmio: entrambe sono le opzioni strategiche proposte da Elliott assieme al ritorno al dividendo. L'operazione è stata condivisa dal governo uscente d'intesa con Lega e M5S.

 

boschi padoan

Carlo Calenda l'aveva proposta a Claudio Costamagna subito dopo l'ingresso di Elliott ai primi di marzo. Il presidente Cdp però era stato frenato da Pier Carlo Padoan, con il suggerimento del capo della segreteria politica Fabrizio Pagani. Il senso politico dell'intervento di Cdp sarebbe stato subito cavalcato da Giuseppe Guzzetti, leader delle fondazioni e allineatosi ai vincitori delle elezioni anche per dare una stabilità alla gestione Tim. Giovedì 29 Costamagna, forte dell'appoggio di Calenda e Guzzetti, avrebbe presentato lo schema di intervento a Padoan che ancora una volta avrebbe espresso perplessità.

FABRIZIO PAGANI

 

Di qui il summit a Palazzo Chigi di martedì 3 provocato da una mossa congiunta di Calenda e Guzzetti: alla presenza di Gentiloni, il titolare del Tesoro si sarebbe allineato, spianando la strada all'operazione. C'è da dire che in quei giorni in seno ad Assogestioni c'erano visioni diverse su come schierarsi. Ieri pomeriggio però, in una riunione del vertice, sarebbe passata la proposta del presidente Tommaso Corcos di Eurizon (Intesa Sp): nessuna lista Assogestioni, libertà di voto agli associati. La maggioranza dovrebbe appoggiare Elliott assieme a Cdp. 

 

franco bernabe

Ieri Vivendi ha presentato la sua lista per l'assemblea del 4 maggio. Capolista l'ad Amos Genish seguito dal presidente confermato Arnaud de Puyfontaine, Franco Bernabè (vicepresidente) e a seguire: Marella Moretti, Frédéric Crépin, Michele Valensise, Giuseppina Capaldo, Anna Jones, Camilla Antonini, Stéphane Roussel. «Offriremo tutto il supporto a Genish per implementare la strategia Digitim», spiega Vivendi. Che poi precisa: «Abbiamo ascoltato le opinioni degli azionisti, abbiamo apportato dei cambiamenti per rafforzare le competenze tecniche del board».

AMOS GENISH

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…