L’ITALIA INTERA CON IL PIU’ GRANDE PATRIMONIO ARTISTICO DEL MONDO, “VALE” MENO DEL LOUVRE!

Gian Antonio Stella per Corriere.it

Ventisei euro di incassi l'anno per ogni dipendente: è da apocalisse il bilancio dei musei e dei siti archeologici calabresi. Sparare solo sulla Calabria, però, sarebbe ingiusto. Sono i conti del nostro intero patrimonio culturale a esser tragici: tutte le biglietterie statali italiane messe insieme hanno fatto introiti nel 2012 per un centinaio di milioni.

Il 25% in meno del Louvre da solo. Sgombriamo subito il campo da una polemica: statue e dipinti, fontane e ville rinascimentali non hanno come obiettivo principale fare soldi. Prima vengono la tutela e la condivisione del patrimonio che ci hanno lasciato i nostri avi. Ed è giusto che sia così. Non c'è museo al mondo che possa reggersi sui biglietti. E se anche funzionassero da noi come nei Paesi più civili le cose di contorno che aiutano a produrre denaro (dalle caffetterie ai Bookshop, dai parcheggi al merchandising) non sarebbero sufficienti.

Sia chiaro: è indecente che questi «optional» da noi siano trascurati. Ma in ogni caso anche là dove funzionano c'è comunque bisogno che le casse pubbliche (sapendo che poi gli investimenti rientrano generando ricchezza con tutto l'indotto intorno, dagli hotel ai caffè, dagli Internet point ai b&b) si facciano carico di una parte delle spese.
Ma un conto è che lo Stato, le Regioni, i Comuni ci rimettano il 30%, un altro che ci perdano il 95%. E vista la nostra situazione finanziaria è stupefacente che il tema non venga preso di petto come la sua gravità obbligherebbe.

Per cominciare, occorrerebbe far chiarezza nel caos anarcoide e incontrollabile degli ingressi liberi. Non è una questione di Nord e di Sud, dicono i dati ministeriali. È accettabile che entrino gratis uno su due dei visitatori dei musei in Campania e nove su dieci (1.347.316 contro 140.876) in Friuli-Venezia Giulia?

«Noi tutti prendiamo più sul serio ciò che costa che non ciò che è gratuito», ha scritto Luciano De Crescenzo. Ed è assolutamente vero. In questo caso a maggior ragione perché comunque i costi dei custodi, del riscaldamento, della luce elettrica di ogni museo ricadono sulle spalle dei cittadini che devono sostenere il sistema con le loro tasse. Ma se diamo per scontato che sia interesse della società lasciar entrare gratis tutti gli studenti fino ai 25 anni o gli anziani (lo fanno anche il Louvre e tantissimi musei economicamente sani), una regola generale deve comunque esserci.

La sproporzione tra quanti pagano il ticket in Calabria (uno ogni 18) o in Puglia (uno ogni tre) non ha senso. Come non hanno senso i paragoni fra le regioni del Nord, al di là del caso friulano: perché dovrebbero acquistare il biglietto il 67% dei turisti nei musei veneti e solo il 40% in quelli piemontesi e meno del 35% in quelli liguri? La media nazionale, del resto, è illuminante: per vedere i nostri tesori, i visitatori costretti ad aprire il portafogli sono solo 16 milioni su 36 e mezzo: venti entrano gratis.

Per carità, uno Stato serio potrebbe farne una scelta strategica: a Las Vegas mangiare e dormire costa molto meno che nel resto dell'America perché gli albergatori sanno che i clienti lasceranno giù un mucchio di dollari ai tavoli di poker e alle slot-machine. E così si regolano da anni con i musei nazionali, come ricorda Il Giornale dell'arte, i britannici.

È una questione di scelte: offri musei e siti archeologici e palazzi nobiliari gratis o quasi per attirare turisti sapendo che spenderanno poi nelle trattorie, nelle paninoteche, nelle locande, nelle botteghe. Il guaio è che nel nostro caso l'impressione netta è che a decidere sia la sciatteria, l'improvvisazione, la confusione totale. Senza un minimo di progetto. Di visione strategica. La stessa raccolta di dati è un casino. All'Ufficio statistica del ministero, per quanta buona volontà ci mettano, possono rastrellare i numeri di quasi tutto il Paese compresi il Friuli e la Sardegna, che sono Regioni autonome.

Ma se chiedete loro quelli della Sicilia, della Val d'Aosta o del Trentino-Alto Adige, come abbiamo controllato ieri, vi risponderanno: «Non ne abbiamo la più pallida idea». Se il ministro vuole avere un quadro complessivo deve farselo comporre dalla segreteria, costretta a chiamare una ad una le repubblichine indipendenti. Cosa c'entrano, queste gelosie, con l'autonomia?

Quasi tre mesi e mezzo dopo l'inizio del 2013, la Regione Sicilia non è ancora in grado di dire com'è andato il 2012. L'unico dato: nel primo semestre rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente gli incassi sono calati del 7,6%, i visitatori paganti del 10,6%. Quanto al 2011, spiccano dolorosamente i 400 turisti paganti (poco più di uno al giorno) all'Area archeologica di Megara Hyblaea, bella ma soffocata dalle pestilenziali vicine aree industriali.

O il Museo archeologico Ibleo di Ragusa: 1,4 visitatori al giorno. Per non dire del museo archeologico di Marianopoli: due alla settimana. Per un incasso, se si tratta di adulti senza riduzioni, di un totale di quattro euro. Sedici al mese, 192 l'anno. Il sito di Ravanusa non è più in elenco: forse a causa delle perplessità sollevate dalla scoperta che nel 2009, a fronte di 340.000 euro di spese per gli stipendi dei dieci custodi e la manutenzione, aveva avuto nell'intero anno un solo visitatore. Uno.

Come si può, davanti a questi numeri impressionanti, invocare l'intangibilità assoluta dello status quo e l'inamovibilità degli addetti che non si possono spostare da un sito archeologico all'altro, da un museo all'altro? Anche ammesso che lo Stato (dovremmo scoprire giacimenti di diamanti sui Nebrodi o in Valsugana...) potesse farsi carico di tutto, è accettabile che lo Stato copra gli stipendi annuali dei dipendenti del ministero dei Beni culturali recuperando dagli introiti per ogni addetto 9.251 euro in Toscana, 4.487 in Lombardia, 6.896 in Campania, 250 in Liguria e 56 in Molise?

Per non dire, appunto, della sventurata Calabria dove gli incassi totali sono precipitati a 24.823 euro («numeri da chioschetto », ha scritto il Quotidiano della Calabria) e parallelamente, come raccontavamo l'altro giorno, i costi per il restauro del Museo archeologico si sono triplicati in tre anni salendo a 33.010.835 euro. Vale a dire che, con gli incassi di oggi, il recupero avverrebbe in 1.329 anni. Meno male che prima o poi, nonostante i ritardi, torneranno al loro posto i Bronzi di Riace. E il sole, finalmente, farà capolino anche sugli incassi reggini...

 

museo del louvre parigi jpegmuseo ravanusa louvre jpegMuseo Archeologico Ibleo uffizi SCAVI DI POMPEI BRONZI Di Riace

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...