mercatone uno

MERCATONE UNO, DOPO IL DANNO, ANCHE LA BEFFA PER I CLIENTI: 3,8 MILIONI DI ACCONTI PER MOBILI MAI AVUTI - OLTRE AI DIPENDENTI, AD ESSERE RIMASTI BEFFATI DAL FALLIMENTO DI MERCATONE UNO CI SON ANCHE CENTINAIA DI FORNITORI E ADDIRITTURA MIGLIAIA DI CLIENTI. ORA L’AZIENDA TORNA AI VECCHI COMMISSARI STRAORDINARI. MA NEL FRATTEMPO…

Fabrizio Massaro per www.corriere.it

mercatone uno

 

Quando la crisi si era ormai avvitata, Mercatone Uno si era ridotta a fare concorrenza a sé stessa, nei suoi stessi negozi. Come è stato possibile arrivare a questo punto? Il nuovo proprietario, la Shernon Holding dell’imprenditore Valdero Rigoni e dell’americano Michael Thalmann — subentrata alla precedente amministrazione straordinaria appena lo scorso agosto — aveva versato i primi 10 milioni di euro ai vecchi commissari grazie alla vendita del magazzino di Mercatone a un fondo americano, Gordon Brothers, che continuava a vendere i mobili nei negozi Mercatone. A un certo punto però gli americani si sono messi a svendere i prodotti, danneggiando la stessa Shernon che nel frattempo aveva comprato nuova merce che però costava di più sugli scaffali.

logo mercatone uno.png

 

Le cifre sono ingenti: perché sottovalutare così tanto, per soli 10 milioni, un magazzino che invece ne valeva almeno 18 (quanto il ricavo delle vendite)? È una delle domande che fonti al lavoro sulla vicenda vogliono chiarire per venire a capo di un fallimento piombato a sorpresa, via social network e chat, sui 1.800 dipendenti e — a cascata — sui circa 10 mila lavoratori dell’indotto, a cominciare dai fornitori.

 

In soli nove mesi di attività, spiegano fonti a conoscenza del dossier, Shernon ha prodotto 90 milioni di debiti e già a novembre si era vista chiudere l’accesso al credito bancario, oltre a farsi revocare il diritto di opzione relativo agli immobili di proprietà dell’amministrazione straordinaria. Anche il fatto che socio di Shernon fosse un veicolo di diritto maltese ha reso più difficile accedere alle banche per le rigide norme antiriciclaggio, tanto è vero che a febbraio la proprietà è rientrata in Italia (alla newco Maiora Invest srl, sempre di Rigoni).

 

 

La mossa in extremis di Shernon Holding per evitare la sentenza di fallimento, disposta sabato 24 dal tribunale di Milano, è stato un piano di ristrutturazione inviato via posta elettronica alla mezzanotte del 22 maggio. I fornitori da mesi chiedevano di essere pagati. Anche i clienti lamentavano lunghi ritardi nelle consegne di merce pagata in anticipo. Ad aprile, quando venne richiesto il «concordato in bianco», la situazione era già gravemente compromessa: l’azienda si è di fatto finanziata «non pagando fornitori e locatori di un terzo dei punti vendita» per 6 milioni; ha incassato 3,8 milioni di acconti per 20 mila ordini da più o meno altrettanti clienti; deve all’amministrazione straordinaria circa 15 milioni.

 

Secondo lo schema di ristrutturazione elaborato, la perdita mensile di 5,5-6 milioni di euro («calcolata per difetto», scrive il commissario giudiziale Marco Angelo Russo) si sarebbe ridotta, nel medio termine, a circa 1,6 milioni al mese. Una cura da cavallo che prevedeva la rinuncia a molti punti vendita e il taglio dei dipendenti dagli attuali 1.800 a 874. Un taglio di mille lavoratori che ieri nella riunione al ministero dello Sviluppo economico ha fatto sobbalzare i sindacati.

 

Si prevedeva inoltre la cessione delle attività a due newco, il passaggio delle opzioni a rilevare gli immobili e un investimento da parte del fondo spagnolo Incus per 70 milioni di euro di nuova cassa. Ma commissario e giudici non hanno ammesso la richiesta di ulteriore concordato. «È agevole rilevare che la complessa architettura economico finanziaria non garantisce in alcun modo i creditori di Shernon, risultando peraltro fortemente condizionato da molti “se”», scrive Russo, come la ripresa di un rapporto di fiducia, ormai compromesso, con fornitori, clienti e proprietari degli immobili.

 

I numeri sono pesanti: ad aprile i debiti erano pari a 3,17 milioni nei confronti del personale, con oneri tributari e previdenziali per ulteriori 10,5 milioni, e poi il buco verso i fornitori, per circa 60 milioni. Il tutto in una situazione di sbilancio patrimoniale di 31,7 milioni, destinato ad aggravarsi di altri 22-23 milioni «dovendo essere svalutate le immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie». Ora l’azienda torna ai vecchi commissari straordinari. Ma nel frattempo si è inchiodata. E i clienti vanno altrove.

 

 

Mercatone UnoMercatone Uno

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…