paola de micheli luigi di maio autostrade per l'italia

OMICIDIO AUTOSTRADALE – IN CASO DI REVOCA DELLA CONCESSIONE SENZA INDENNIZZO ASPI SAREBBE MORTA. LA SOCIETÀ DEI BENETTON NON AVREBBE L’OSSIGENO PER SOPRAVVIVERE E MANCHEREBBERO LE RISORSE PER RIPAGARE I 10,8 MILIARDI DI DEBITO CON LE BANCHE - I PICCOLI RISPARMIATORI CHIEDEREBBERO IL RIMBORSO E FINIREBBERO A SPASSO ALMENO 7MILA LAVORATORI - IL DOSSIER È IN MANO AL GOVERNO, MA DOPO IL CROLLO SULLA A26 ANCHE IL PD HA CAMBIATO IDEA… – VIDEO

 

 

 

1 – AUTOSTRADE, IL DOSSIER DEL GOVERNO: «PROVE DI SCARSA MANUTENZIONE»

PAOLA DE MICHELI GIUSEPPE CONTE

Jacopo Orsini per “il Messaggero”

 

Il dossier sulle concessioni autostradali della famiglia Benetton arriverà presto sul tavolo del governo. L'istruttoria, messa a punto dai tecnici del ministero dei Trasporti, che servirà come base per decidere come procedere, è pronta e sarà esaminata in tempi brevi dal Consiglio dei ministri. Sarà poi il premier Giuseppe Conte a dover fare la sintesi. Ieri fonti di Palazzo Chigi hanno fatto sapere che si va avanti con la revoca della convenzione ad Autostrade per l'Italia.

 

crollo del soffitto di una galleria sulla a26 1

«Conte e Di Maio non possono indietreggiare», è il mantra che filtra. L'ultimo episodio del 30 dicembre, quando è crollato di un pezzo di soffitto in una galleria della A26 vicino a Genova, «ha dato più forza alla battaglia e fugato i dubbi sullo scontro legale», insistono da Palazzo Chigi. «Quindi si andrà avanti: ora è più facile vincere la causa e siamo pronti ad affrontarla».

LA LETTERA APERTA DI ATLANTIA - AUTOSTRADE PER L'ITALIA A UN ANNO DAL CROLLO DEL PONTE MORANDI

 

In pratica la linea dei 5 stelle, che puntano anche a una revisione generale delle regole sulle autostrade. «Parallelamente alla revoca - dicono dal Movimento - bisogna rivedere tutto il sistema degli affidamenti statali, con cui in passato alcuni colossi hanno tratto profitti spropositati, il che porterà ad avere anche pedaggi più bassi per gli italiani». «Il prossimo passaggio cruciale sarà togliere le concessioni ai Benetton», ha ribadito ieri su Facebook Di Maio.

ponte morandi

 

LE POSIZIONI

Nel governo però le posizioni restano diverse. Il ministro dei Trasporti Paola De Micheli, del Pd, appare più prudente e non parla di revoca delle concessioni, anche se punta il dito sulla scarsa manutenzione fatta da Autostrade per l'Italia. «Il dossier, prima di renderlo pubblico, credo sia corretto farlo vedere al presidente del Consiglio e ai miei colleghi ministri - ha sottolineato parlando a Radio 24-. È ovvio però, è evidente a tutti, che qualcosa in questi anni è successo, o meglio temo che qualcosa non sia successo: abbiamo troppe evidenze, ahimè concrete, di situazioni di mancata manutenzione, di ritardi o di manutenzioni fatte secondo criteri che non sono oggettivi».

CIFRE SBAGLIATE SUL VIDEO DI LUIGI DI MAIO CONTRO I BENETTON

 

luciano benetton

«Le conseguenze - ha poi proseguito De Micheli - le decidiamo insieme» ai colleghi di governo «perché è una responsabilità collettiva». Sarà il premier appunto a dover trovare una posizione comune. Tenendo conto di tutti i fattori. «Il governo dovrà valutare oltre che le risultanze delle verifiche fatte, l'impatto finanziario e soprattutto l'impatto occupazionale di qualunque decisione - ha puntualizzato ancora l'esponente dem -. Si dovrà comunque far carico della soluzione di entrambi i problemi perché stiamo parlando di una situazione molto articolata e complessa». «Ci sono due categorie di persone che non devono e non possono pagare le conseguenze di quanto accaduto negli ultimi decenni - ha detto ancora De Micheli -: la prima, i lavoratori e le lavoratrici; la seconda, gli utenti, i cittadini, le persone che viaggiano sulle autostrade».

crollo ponte morandi 3crollo del soffitto di una galleria sulla a26

 

crollo ponte morandi genova 14

Delle divisioni dell'esecutivo cerca di approfittare l'opposizione. «Il governo giallorosso si conferma spaccato. Il M5s con Di Maio in prima fila, è da settimane in pressing per avviare la procedura di revoca; il Pd prende tempo e non si esprime in modo chiaro. Una cosa è certa: con questo perenne clima di incertezza, identico per tutti i punti chiave dell'agenda politica nazionale, l'esecutivo non fa il bene del Paese», attacca Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera.

 

giuseppe conte paola de micheli

IL MERCATO

Intanto a Piazza Affari l'ipotesi di una revisione delle concessioni pesa sul titolo Atlantia, la holding dei Benetton a cui fa capo Autostrade: ieri il titolo ha chiuso in calo del 3,03% a 20,16. Ma non c'è solo lo spettro di una revoca in Italia. Il 31 dicembre infatti il governo di Madrid, guidato dal socialista Pedro Sanchez ha deciso di non rinnovare ad Abertis, società spagnola controllata dal gruppo italiano, le concessioni di due tratte autostradali (l'Ap-7 e l'Ap-4) e di riportare la gestione sotto il controllo pubblico. Un mossa che fa seguito alla volontà dell'esecutivo di riprendersi, man mano che arrivano a scadanza, tutte le concessioni della rete a pedaggio.

 

2 – «CON LA REVOCA SENZA INDENNIZZO È CERTO IL FALLIMENTO DELL’AZIENDA»

Roberta Amoruso per “il Messaggero”

 

viadotti a26

«Dopo la revoca della concessione, Atlantia sarà un'azienda decotta, meglio non affidarle Alitalia», diceva sei mesi fa l'allora vicepremier e ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio inciampando anche nel faro Consob. A distanza di sei mesi la sua determinazione, questa volta da ministro degli esteri, a minacciare la revoca della concessione autostradale ad Aspi, non è cambiata. Ma sono i numeri di un dossier interno molto riservato e non ancora definito a richiamare certe affermazioni quantomeno avventate su una società quotata in Borsa.

demolizione ponte morandi 3

 

Basti dire che in caso di revoca della concessione senza indennizzo - ipotesi prevista dall'articolo 35 del Milleproroghe approvato in gran fretta a fine anno - mancherebbero ad Autostrade per l'Italia di fatto l'ossigeno per sopravvivere. Il blitz di fine anno che modifica il contratto in corsa, qualora producesse effetti, rischia infatti di sottrarre alla società controllata dalla holding Atlantia le risorse per ripagare i 10,8 miliardi di debito con ele banche. Quanto basta per decretare il fallimento della società. Non solo.

 

crollo ponte morandi genova foto lapresse 3

Autostrade per l'Italia ha collocato presso piccoli risparmiatori, circa 17.000, ben 750 milioni di bond con rating di tutto rispetto. Cosa accadrebbe in caso di stop al contratto senza l'indennizzo che Mediobanca calcola in 23,5 miliardi? I piccoli risparmiatori dovrebbero poter esercitare un'opzione put e richiedere il rimborso ad una società alla quale è però venuto meno inaspettatamente - per via di una modifica unilaterale del contratto - la principale fonte di cash flow.

 

autostrage per l italia

A rischio finirebbero poi circa 7.000 lavoratori in Italia, senza contare un indotto di qualche decina di migliaia di lavoratori. Doveva avere già in mente queste cifre il ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, quando ieri in un'intervista a Radio24 ha mostrato molta cautela sullo scenario della revoca tanto sventolata da Di Maio.

 

L'IMPATTO FINANZIARIO

crollo del soffitto di una galleria sulla a26

Al di là delle minacce dei 5stelle, la preoccupazione è forte in buona parte dell'esecutivo. «Il governo dovrà valutare le risultanze delle verifiche fatte, l'impatto finanziario e soprattutto l'impatto occupazionale di qualunque decisione. Si dovrà far carico della soluzione di entrambi i problemi, perché la situazione è articolata e complessa», ha spiegato il ministro. E ancora: «Non devono, e non possono, pagare le conseguenze di quanto accaduto negli ultimi decenni: i lavoratori e gli utenti, i cittadini e le persone che viaggiano».

 

salini conte de micheli ponte genova

Già perché molti altri dettagli sul dossier-boomerang insieme ai numeri del default di Aspi, arriveranno sul tavolo del ministro De Micheli nei prossimi giorni subito prima del Consiglio dei ministri al quale la stessa De Micheli illustrerà il suo dossier informativo sulla questione concessioni e revoca. Perché a fronte dell'evidenza della scarsa manutenzione sulla rete di Autostrade, non c'è ancora la verità giudiziaria sul tragico crollo del Morandi.

 

Crolla il ponte Morandi a Genova

Peraltro, oltre a decretare la morte di una società non proprio marginale nello scenario italiano, rimarrebbero scoperti quasi 11 miliardi di investimenti previsti (tra cui anche quelli del Passante di Genova e il Passante di Bologna) da affidare a nuovi investitori privati. Sempre che sia facile trovare nuovi investitori disposti a finanziare le opere con contratti di concessione modificabili unilateralmente da un giorno all'altro. La credibilità è tutto per gli investitori, ed è comprensibile la preoccupazione di Allianz (che ha il 7% di Atlantia), del fondo cinese Silk Road Fund (5%) o del Gic, il fondo sovrano di Singapore che ha oltre l'8%.

 

luciana lamorgese paola de micheli giuseppe conte luigi di maio

Non a caso ieri tanta incertezza ha spinto dio nuovo le vendite sul titolo Atlantia, che ha finito per chiudere in calo del 3,03% a 20,16 euro. Probabilmente anche a causa del governo spagnolo che il 31 dicembre ha deciso di non rinnovare ad Abertis, altra controllata da Atlantia, le concessioni di due autostrade (l'Ap-7 e l'Ap-4) e di avocarne la gestione. Altra cosa però è cambiare un contratto in corsa senza nemmeno la verità giudiziaria. La trattativa tra il governo e Atlantia, congelata prima di Natale, aveva tentato un compromesso a fronte della garanzia di circa 5 miliardi di investimenti in più sulla rete. Un compromesso fallito. Anche perché non sostenibile per i conti di Aspi.

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…