renzi de benedetti bgfoto

QUANTO COSTA A RENZI IL CONSENSO DEI MEDIA - IL FONDO F2I, DOVE L’AZIONISTA DI MAGGIORANZA È LA CDP DEL RENZIANO COSTAMAGNA, ACQUISTA PER 300 MILIONI IL 37 PER CENTO DELLE AZIONI ‘KOS’, SOCIETA’ DEL GRUPPO DE BENEDETTI - IL DENARO PUBBLICO DA’ PER L’ENNESIMA VOLTA OSSIGENO ALL’INGEGNERE

Giorgio Meletti per il “Fatto Quotidiano”

 

CARLO DE BENEDETTI CARLO DE BENEDETTI

Due giorni fa il consiglio d' amministrazione del fondo F2i ha varato una operazione di kamasutra finanziario così ardita che nemmeno un disegno riuscirebbe a spiegarla chiaramente. Solo una cosa è evidente, la solita: il denaro è pubblico, il beneficio è privato.

 

Nel gioco dei favori incrociati, a guadagnarci saranno l' ingegner Carlo De Benedetti, i suoi figli Rodolfo, Marco e Edoardo e tutti gli altri azionisti della Cir, la holding quotata e controllata dalla famiglia. Ma anche il fondo francese di private equity Ardian, che è socio sia di De Benedetti sia di F2i.

 

F2i, dopo mesi di studio, ha deciso di acquistare da Ardian il 37 per cento delle azioni di Kos, società attiva nelle residenze sanitarie per anziani, la cui maggioranza è della Cir, controllata dai De Benedetti. Numerose sorgono le domande.

 

carlo de benedetti in barca in sardegna carlo de benedetti in barca in sardegna

Perché un fondo nato per investire nelle infrastrutture (aeroporti, energie rinnovabili, la famosa Metroweb della banda larga) si compra la minoranza di una società di cliniche? Perché investire 300 milioni sul 37 per cento di una società che fa 17 milioni di utile netto? E soprattutto, se è vero come dicono gli uomini dell' Ingegnere che c' era la fila, perché F2i si infila in un' operazione del genere anziché investire, per esempio, sulla banda larga di cui tanto il Paese ha bisogno?

 

Carlo De Benedetti Carlo De Benedetti

Le risposte le dovrebbe dare il governo, visto che il primo azionista di F2i è la Cassa Depositi e Prestiti, con il 15 per cento circa. Sommando le quote in mano alle Fondazioni bancarie (circa 25 per cento) e quelle delle Casse previdenziali di ingegneri e architetti (Inarcassa) e geometri, si arriva alla maggioranza del capitale in mano a gestori di denaro pubblico. Poi ci sono Intesa Sanpaolo e Unicredit con circa il 14 per cento ciascuna e, tra gli altri soci, proprio Ardian, con l' 8 per cento. F2i compra dunque le azioni Kos da uno dei suoi azionisti, alla faccia del conflitto d' interessi.

 

È nella natura di F2i l' ambiguità. È un fondo pubblico quando il "sistema" gli chiede favori, privato quando deve dare spiegazioni. Due anni fa interruppe la strategia di investimento sugli aeroporti italiani vendendo all' improvviso il controllo dello scalo fiorentino di Peretola al magnate argentino Eduardo Eurnekian, amico di Marco Carrai, intimo di Matteo Renzi. Adesso, all' improvviso, scopre che la sua vocazione è investire in quote di minoranza di società di residenze per anziani.

 

CARLO DE BENEDETTI E MATTEO RENZI A DOGLIANI DA CHI CARLO DE BENEDETTI E MATTEO RENZI A DOGLIANI DA CHI

All' origine dell' operazione di questi giorni c' è un serio problema in casa De Benedetti. Nel 2010 il fondo Ardian investì nella Kos 150 milioni di lire. Gli accordi con il socio di maggioranza, la Cir di De Benedetti, prevedevano che entro il 2016 il fondo francese avrebbe potuto disinvestire con una congrua plusvalenza.

 

Qui c' è il passaggio chiave. È difficile fare plusvalenze con quote di minoranza. Per riuscirci bisogna che l' azienda guadagni molto e distribuisca dividendi da sogno. Infatti gli accordi prevedevano che, per garantire ad Ardian il guadagno pattuito, si sarebbe arrivati se necessario a vendere anche il 100 per cento della società.

 

Allora Kos era destinata ad andare in Borsa, operazione poi abortita, e nell' universo Cir rappresentava poco più che un' interessante diversificazione, visto che il grosso del fatturato lo producevano le centrali elettriche di Sorgenia, il gruppo Espresso e la componentistica auto di Sogefi. Adesso tutto è cambiato.

 

Sorgenia è stata schiantata dai debiti e i De Benedetti l' hanno lasciata alle banche creditrici insieme alla metà del fatturato della Cir. L' Espresso è destinato, dopo la fusione con La Stampa e il Secolo XIX , a finire nell' orbita della famiglia Agnelli. E le cliniche Kos, con i loro 7.300 posti letto, 5 mila dipendenti e 430 milioni di fatturato garantiti per il 70 per cento dal Servizio sanitario nazionale, potrebbero restare il core business della declinante famiglia De Benedetti. La quale non dispone però dei circa 380 milioni necessari per strapagare l' uscita di scena di Ardian e mantenere il controllo dell' azienda.

Renato Ravanelli Renato Ravanelli

 

Provvidenziale è arrivato in soccorso Renato Ravanelli, fresco amministratore delegato di F2i dopo la defenestrazione di Vito Gamberale. Scoprendo nello statuto di F2i anche la voce "sanità, servizi pubblici locali e infrastrutture sociali", Ravanelli ha messo al lavoro i suoi tecnici e ha deciso che Kos è proprio l' investimento che ci voleva, anche se il fatturato cresce solo con le acquisizioni e la redditività degli investimenti è in calo: in quattro anni il capitale investito è cresciuto del 43 per cento e il margine operativo lordo (Ebitda) solo del 34.

 

MATTEO RENZI E CARLO DE BENEDETTI A LA REPUBBLICA DELLE IDEE A firenze MATTEO RENZI E CARLO DE BENEDETTI A LA REPUBBLICA DELLE IDEE A firenze

L' unico sacrificio imposto alla Cir è che F2i comprerà da Ardian solo il 37 per cento, il restante 10 per cento dovrà comprarlo la Cir per un' ottantina di milioni. In compenso però il fondo centauro pubblico/privato ha risolto un bel problema all' Ingegnere.

 

Carlo De Benedetti Carlo De Benedetti de-benedetti-cirde-benedetti-cirCARLO DE BENEDETTI DA FABIO FAZIOCARLO DE BENEDETTI DA FABIO FAZIO

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO