paolo gentiloni ursula von der leyen

L’EUROPA A FONDO – MENTRE LE PERSONE MUOIONO E SI RISCHIA UNA RECESSIONE SENZA PRECEDENTI IL NEGOZIATO TRA I GOVERNI DEL CONTINENTE È IN ALTO MARE – LA SCELTA È TRA COVID-BOND O UNA LINEA DI CREDITO SPECIALE DEL MES E DOMBROVSKIS DICE CHE “NON È URGENTE” – LA DIVISIONE È SEMPRE TRA FALCHI DEL NORD E SPENDACCIONI DEL SUD, CON I PRIMI CHE VORREBBERO USARE IL VIRUS PER COMMISSARIARCI UNA VOLTA PER TUTTE

 

 

Antonio Pollio Salimbeni per “il Messaggero”

 

angela merkel ursula von der leyen

Una linea di credito speciale per tutti i paesi del Meccanismo europeo di stabilità o il Covid-bond, un titolo comune per finanziare la rete di sicurezza anticrisi? Oppure tutti e due se non proprio contemporaneamente ma pronti per l'uso? Una risposta ancora non c'è. La cosa certa è che il negoziato tra i governi è in corso e un accordo non è alle viste. Anzi. Si moltiplicano i contatti tra i diversi ministri dell'Economia (compreso il titolare del Tesoro, Roberto Gualtieri), ciononostante non sono stati fatti grandi passi avanti anche se il tempo stringe.

 

valdis dombrovskis paolo gentilonichristine lagarde jens weidmann

Domani si riunirà l'Ecofin per il via libera alla proposta della Commissione di sospendere il Patto di stabilità, scelta che rompe un tabù consolidato. Il fatto che sia una esponente tedesca a proporlo, la presidente Ursula von der Leyen, è quasi una nemesi. La crisi del virus è talmente devastante che oggi si fa ciò che ieri appariva impensabile e domani si rischia di dire che non era sufficiente. La riunione di domani servirà però anche a capire in prima battuta quanto consenso c'è sulla strada da seguire per la mossa successiva, ovvero il Covid-bond, ma il vero negoziato sarà martedì all'Eurogruppo. E poi giovedì alla riunione dei capi di Stato e di governo.

 

LE TAPPE

giuseppe conte roberto gualtieri

La pressione per decidere è forte. Proviene dai governi dei paesi più esposti: Italia, Francia, Spagna. E dalla Bce che ha estremo bisogno di non sostenere da sola l'onere di un massiccio intervento di dimensione europea. «Occorre un intervento deciso e ambizioso delle autorità e delle istituzioni Ue attraverso strumenti esistenti sia finanziari che di bilancio e nuovi strumenti, dando la priorità a quelli che rafforzano la capacità di condividere, di mutualizzare il rischio di bilancio tra gli Stati», sostiene il governatore della Banca di Spagna Pablo Hernandez de Cos.

ursula von der leyen e angela merkel

 

Si è creata una aspettativa per un'azione forte della Ue che non sia solo la mera sommatoria dell'azione dei vari governi pur ragguardevole per dimensioni (la Germania si appresta ad abbandonare la regola «zero deficit» prevedendo nuovo debito per 156 miliardi di euro). In assenza di un apporto finanziario centralizzato e condiviso, i Paesi con debito pubblico in rapido aumento (Italia compresa, se non soprattutto) sarebbero facilmente esposti al rischio di una crisi di credibilità sui mercati. Dietro le parole del presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno c'è proprio questo: «Considereremo opzioni per aggiungere una nuova linea di difesa contro il coronavirus come parte della nostra risposta coordinata alla crisi». La linea di difesa è dunque anche per il futuro.

 

charles michel ursula von der leyen david sassoli christine lagarde come le ragazze di porta venezia

Von der Leyen è aperta sull'obbligazione comune anticrisi. «Stiamo guardando a tutti gli strumenti e sarà usato tutto ciò che aiuta, ciò vale anche per il coronabond se aiuta ed è strutturato correttamente». Costituirebbe un effettivo salto di qualità dell'Eurozona riflettendo una condivisione piena del rischio finanziario, prospettiva sempre negata da Germania e «fronte del Nord». E infatti la discussione è molto difficile. Anzi, secondo una fonte stenterebbe addirittura a decollare. Nell'ultima riunione dei 27, la cancelliera Merkel ha sostenuto che si deve lavorare su soluzioni «realistiche». Come dire, siamo fuori campo.

christine lagarde

 

Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Grecia sono invece nettamente favorevoli. Così come premono per usare il Meccanismo europeo di stabilità, il Fondo salva-Stati che ha disposizione 410 miliardi. Anche su questo punto più che alla discussione siamo allo scontro: si oppongono le stesse visioni. Lo scoglio è a quali condizioni interverrebbe il Mes (per sostenere diversi Paesi e non uno solo per evitare schiacciamenti da effetto stigma): la linea di credito rafforzata implica infatti una stretta condizionalità, con programmi che garantiscano il rientro del debito sotto stretta supervisione. Il «fronte del Nord» non vuole smantellare questo quadro e propone che la condizionalità scatti una volta conclusa la crisi sanitaria.

CHRISTINE LAGARDE

 

Italia, Francia e Spagna difendono la tesi che la ripresa sarà molto lenta perché i danni economici e finanziari della crisi saranno enormi. E che l'origine della crisi non è negli errori dei governi, ma in un evento al di fuori della loro portata. Poi si è ridiscusso su una condizionalità ammorbidita. Va detto che le posizioni possono evolvere anche rapidamente. Tuttavia Dombrovskis ha indicato all'agenzia Reuters che una decisione «non è urgente perché tutti gli Stati hanno accesso ai mercati e il programma antipandemia della Bce è molto sostanzioso». Quasi a mettere le mani avanti sulla possibilità di prendere tempo. Si lavora anche su uno strumento per l'assistenza finanziaria di emergenza: il Trattato Ue prevede che possa essere concessa a uno Stato che «si trovi in difficoltà o sia seriamente minacciato da gravi difficoltà a causa di calamità naturali o di circostanze eccezionali che sfuggono al suo controllo».

ursula von der leyen e angela merkel

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?