italia sud nord

SE NEL SUD ITALIA NON C’E’ LAVORO E I GIOVANI SONO COSTRETTI A EMIGRARE COSA ACCADE? CHE NEL MERIDIONE IL NUMERO DI PENSIONI HA SUPERATO GLI STIPENDI - E POI PESA LA DENATALITÀ: TRA IL 2014 E IL 2022 LA POPOLAZIONE ITALIANA NELLA FASCIA DI ETÀ PIÙ PRODUTTIVA (25-44 ANNI) È DIMINUITA DI OLTRE 1,36 MILIONI DI UNITÀ (-2,3%). TRA INIZIO 2019 E SETTEMBRE 2022 IL SUD HA PERSO 575MILA PERSONE IN ETÀ LAVORATIVA…

GDeF per “il Giornale”

 

divario nord e sud 2

Il Mezzogiorno vive un preoccupante paradosso occupazionale: il totale dei pensionati è superiore alla somma di lavoratori dipendenti e autonomi. La sproporzione è drammatica: 7,2 milioni i pensionati contro circa 6 milioni di lavoratori. Un dato che influenza quello nazionale: nell'insieme della Penisola i pensionati superano i lavoratori di 205mila unità con 22,7 milioni di assegni a fronte di 22,5 milioni di addetti a gennaio 2022.

 

È quanto ha sottolineato l'Ufficio studi della Cgia di Mestre evidenziando che, a livello territoriale, tutte le regioni del Mezzogiorno presentano un numero di occupati inferiore al numero degli assegni pensionistici erogati. In termini assoluti le situazioni più «squilibrate» si sono verificate in Campania (-226mila), Calabria (-234mila), Puglia (-276mila) e Sicilia (-340mila).

 

baby pensionati

Tra le province con maggior problematicità si segnalano Messina (-94mila), Lecce (-104mila) e Napoli (-137mila). Nel Centro-Nord, invece, solo Marche (-36mila), Umbria (-47mila) e Liguria (-71mila) presentano una situazione di criticità. Le situazioni più «virtuose» sono in Emilia Romagna (+191mila), Veneto (+291mila) e Lombardia (+658mila).

 

La principale motivazione di questo fenomeno risiede nella denatalità. Tra il 2014 e il 2022 la popolazione italiana nella fascia di età più produttiva (25-44 anni) è diminuita di oltre 1,36 milioni di unità (-2,3%). Tra inizio 2019 e settembre 2022 questo fenomeno il Meridione ha perso 575mila persone in età lavorativa.

 

pensionati

Tuttavia, il risultato "anomalo" del Sud va spiegato anche in base al minor numero degli occupati è sensibilmente inferiore. Alla fine del terzo trimestre 2022 il tasso di occupazione del Mezzogiorno si attestava al 46,6% dove è in diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto alla fine di giugno 2022, con un lieve incremento del tasso di inattività al 45,7%. In valore assoluto i meridionali di età compresa tra 15 e 64 anni che non hanno un lavoro e non lo cercano sono 5,8 milioni.

 

Confrontando le analisi della Cgia di Mestre con i recenti dati Istat, si può dedurre che in qualche misura il reddito di cittadinanza, oltre a non aver funzionato per l'inserimento lavorativo dei meridionali, abbia funzionato anche da «scivolo» verso la pensione dei residenti al Sud.

 

ITALIA - LE DIFFERENZE NORD SUD

E se anche, come evidenziato dallo Svimez, l'emigrazione (125-150mila persone l'anno) continua a svuotare il Mezzogiorno di persone in età lavorativa, gli imprenditori non solo al Nord, osserva l'Ufficio studi degli artigiani mestrini, denunciano difficoltà nel reperire personale. E non si tratta solo di figure professionali la cui mancanza è causata anche dal disallineamento tra scuola e mondo delle imprese. I giovani, prosegue la Cgia, tendono a rifiutare le posizioni meno prestigiose che solo in parte vengono "coperte" dai lavoratori stranieri. E questa sembrerebbe rappresentare un'altra distorsione generata dal reddito di cittadinanza anche se non ci sono statistiche eloquenti sul tema. Di certo, la «congruità» dell'offerta ai percettori del reddito, che consente fino a oggi di non accettarla, è un freno all'occupabilità.

 

C'è, però, un altro dossier su cui intervenire ed è la politica per la famiglia. Secondo la Banca d'Italia, è indispensabile incentivare la crescita demografica (aiuti ai genitori e ai minori), allungare la vita lavorativa, incrementare la partecipazione femminile nel mercato del lavoro e, infine, innalzare il livello di istruzione della forza lavoro. Tutte sfide che nel 2023 il governo dovrà necessariamente affrontare.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?