roberto colaninno james hogan alitalia etihad

SPENDI, MAGNA E CONFONDI I CONTI: COSÌ L'ALITALIA TARGATA ETIHAD È PRECIPITATA VERSO IL CRAC – È STATO RESO PUBBLICO IL DECRETO CON CUI IL GUIDICE HA MANDATO A PROCESSO 15 TRA EX DIRIGENTI ED EX AMMINISTRATORI DELL’ORMAI ESTINTA COMPAGNIA DI BANDIERA, DA MONTEZEMOLO A JAMES HOGAN – PER L’ACCUSA AVREBBERO FALSIFICATO IL BILANCIO 2015, PRESENTATO COME OPERATIVA ALITALIA ANCHE QUANDO PERDEVA 60 MILIONI AL MESE, PROFUSO DENARO PER CATERING “ESTRANEI A RAGIONEVOLI ESIGENZE DI IMPRESA”

Estratto dall'articolo di Aldo Fontanarosa per “la Repubblica”

 

ROBERTO COLANINNO JAMES HOGAN

Mancano le condizioni «per una sentenza di non luogo a procedere». Al Tribunale di Civitavecchia, il giudice Francesco Filocamo motiva così il decreto di rinvio a giudizio per il crac di Alitalia. Il decreto, disponibile nella sua integralità da ieri, manda a processo 15 tra ex dirigenti ed ex amministratori dell’ormai estinta compagnia di bandiera tra cui Luca Cordero di Montezemolo e Roberto Colaninno. Vanno a processo anche gli uomini di punta del vettore degli Emirati, Etihad, che avrebbe dovuto rilanciare Alitalia: Mark Cramer Ball e James Hogan.

 

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO ALITALIA

E se è vero che gli imputati sono presunti innocenti fino a sentenza passata in giudicato, le accuse – ora per alcune, ora per altre persone – sono impegnative. Voti a favore del bilancio di Alitalia del 2015 che il Tribunale sospetta «falsamente certificato». Una perizia di comodo che avrebbero creato una plusvalenza milionaria, «falsa». L’ostinazione di presentare come operativa la compagnia anche quando perdeva 60 milioni al mese, di media. Spese di catering, per una cena di gala e quattro eventi aziendali «estranee a ragionevoli esigenze di impresa».

 

Alitalia, in tutta questa storia, svolge due parti in commedia: è la vittima della presunta bancarotta e degli altri reati (difesa - in qualità di parte civile costituita - dall’avvocato Roberto Borgogno); ed è anche imputata (difesa da Giuseppina Morelli).

 

ALITALIA RENZI HOGAN

Il decreto chiama in causa, intanto, l’ex ad di Alitalia (Cramer Ball); James Hogan (già vice presidente); Montezemolo, consigliere con potere da amministratore delegato per circa 6 mesi, tra il 2015 e il 2016; e quattro dirigenti. Il reato ipotizzato è bancarotta. Il Tribunale contesta l’approvazione della situazione patrimoniale (nel 2016 e 2017) e soprattutto del bilancio del 2015 «falsamente certificato» (anche Colaninno dovrà rispondere su questo specifico punto). Le approvazioni avrebbero fornito «dati di segno positivo difformi dal vero consentendo il progressivo aumento » dei debiti. Il Tribunale lamenta anche «la registrazione di una falsa plusvalenza nell’esercizio 2016 per 39 milioni». [...]

 

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO ALITALIA

Alitalia si avvicinava alla fine; ma nessuno dava l’allarme. Eppure la società arrivava a perdere 60 milioni al mese di media; e accusava «rilevanti scostamenti tra proiezioni di cassa approvate nei Cda del 2015 e 2016» eincassi reali.

 

A Montezemolo, Cramer Ball e a un dirigente si chiede conto anche dei 133.571 euro di spese per il catering consumato alle riunioni del Cda (beneficiaria la società Relais Le Jardin); dei 5.961 euro per una cena di gala (Casina Valadier); dei 458.077 euro «inizialmente sostenuti da Etihad per quattro eventi aziendali e poi indebitamente riaddebitati ad Alitalia».

 

james hogan.

Curiosamente anche Alitalia, ora in amministrazione straordinaria, è imputata. La compagnia - vittima della presunta bancarotta – a sua volta risponderà di un illecito amministrativo (per presunte false comunicazioni sociali e ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di vigilanza). Alitalia, in sostanza, «ometteva di dotarsi di un modello organizzativo idoneo» a prevenire la serie dei reati in atto.

 

Operazioni «incoerenti» di Alitalia, infine, avrebbero avvantaggiato la Darwin-Etihad Regional (con perdite per la compagnia italiana tra i 43,7 e i 54,5 milioni); ed Etihad (con perdite per altri 44). Un esempio su tutti. Tratta Ginevra-Firenze e Ginevra-Venezia. Darwin-Etihad Regional decolla ogni giorno con aerei da 50 posti. L’intesa commerciale prevede che Alitalia le paghi 40 dei 50 posti anche se non riusciva a vendere i biglietti. Scrive il Tribunale: eppure, storicamente, era «noto che Darwin-Etihad Regional era stata in grado di vendere solo 2 o 3 posti per volo».

cramer ball alitaliacramer ball luca di montezemoloalitalia etihad 2alitalia etihad roberto colaninno manifestazione dei lavoratori di alitalia a roma 24

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”