UCCI UCCI, SARÀ UN FURBETTO MA È INNOCENTE: CON L’ASSOLUZIONE DI RICUCCI DOPO 10 ANNI DI PROCESSO, IL MACISTE DI ZAGAROLO METTE LA PAROLA FINE SULLE SUE SCORRIBANDE IMMOBILIARI IN ITALIA: ‘QUESTO PAESE È FERMO, NON SE NE ESCE’, E OPERA TRA LONDRA E MONTECARLO - NIENTE PIÙ GNOCCHE: ‘SOLO MIA MADRE E MIO FIGLIO MI SONO STATI VICINI E SOLO LORO CONTANO’

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Alfredo Arduino per la Verità

 

RICUCCI RICUCCI

 

Certo che è molto cambiato Stefano Ricucci, dai giorni del matrimonio con Anna Falchi.

Quando si scambiarono gli anelli su un tappeto di petali di rosa a picco sul mare, in una delle ville più belle del mondo, la Feltrinelli, all' Argentario.

 

C' erano cornucopie di aragoste, sushi, champagne, l' orchestra jazz, 1.000 orchidee bianche, fiaccole, baldacchini e gazebo. Dalle terrazze, la vista spaziava da Montecristo all' isola del Giglio. E ancorato davanti un megayacht lungo 52 metri, il Sairam, battente bandiera del Lussemburgo.

Questione di tasse, pensarono tutti.

A quei tempi l' immobiliarista di Zagarolo, l' ex furbetto del quartierino come lui stesso si definì, stava tentando la scalata al Corriere della Sera.

 

RICUCCI RICUCCI

Nel maggio 2005 arrivò a controllare il 13,5% di Rcs, uno dei gioielli intoccabili del Salotto Buono. Che per un uomo venuto dal nulla, che aveva cominciato come odontotecnico in provincia, non era impresa di poco conto. Infatti gli intellettuali non gli risparmiarono nulla, ergendolo a simbolo della più bieca e meschina italianità, a padre di tutti i trafficoni con l' aggravante della buzzurra villania che accompagna i parvenu.

 

RICUCCI RICUCCI

Quelli che possono anche avere tutti i soldi del mondo, ma dove si conta non potranno mai sedere. Anche se portano al polso un Patek Philippe da 200.000 euro, come Ricucci, che di orologi ne aveva una collezione fantasmagorica. Eugenio Scalfari, nelle sue articolesse su Repubblica, lo dipingeva come un losco figuro emerso dal «formicaio dell' attuale Suburra». Una specie di Babau.

 

Ma è un altro Stefano Ricucci quello che oggi - assolto dall' accusa di bancarotta fraudolenta miliardaria per il crac dell' immobiliare Magiste - racconta che con un certo tipo di vita non ha più nulla da spartire: «Basta lussi e vita mondana, basta fidanzate da copertina o in cerca di visibilità. Con quella roba lì ho chiuso», ha dichiarato recentemente, «sto nel mio. Con le uniche due persone che mi sono rimaste e che contano nella mia vita: mia madre e mio figlio. Loro mi sono sempre stati vicini. Tutto il resto viene, va, e passa. E ti lascia poco o niente».

 

ARRESTO DI STEFANO RICUCCI ARRESTO DI STEFANO RICUCCI

Lo hanno cambiato i lunghi mesi trascorsi in carcere, da cui è uscito nel maggio scorso, dove ha passato le giornate studiando le carte giudiziarie e preparando le memorie difensive, che evidentemente hanno funzionato. È stato rinchiuso per 10 mesi nel primo reparto della quinta sezione di Regina Coeli, dove sono in custodia gli imputati di «crimini economici»: manager, imprenditori, finanzieri, faccendieri, banchieri che non sono riusciti a fuggire all' estero per tempo.

 

Tra i suoi compagni di cella c' erano Alfredo Romeo, l' imprenditore finito al centro del caso Consip, e Raffaele Marra, l' ex braccio destro della sindaca di Roma, Virginia Raggi.

RICUCCI CON IL FIGLIO RICUCCI CON IL FIGLIO

I giudici del Riesame, che respinsero la richiesta di scarcerazione nell' estate del 2016, avevano descritto Ricucci come «incapace di fare impresa in modo lineare, trasparente e prima di tutto lecito, non avendo esitato egli a rimettesti all' opera nell' unico modo che evidentemente conosce e che contempla quasi naturalmente il ricorso spregiudicato a schemi illeciti». Parole pesanti che, alla luce della sentenza attuale, appaiono anche sbrigative e ingiuste.

 

Solo adesso si scopre che Stefano Ricucci è innocente, che quel periodo dietro le sbarre forse non doveva neppure subirlo. Un momento buio, anche dal punto di vista umano perché, come ha spiegato, «quando finisci in carcere la gente che prima ti stava addosso, si allontana. Prima ti cercano, poi ti evitano: diventi appestato». Ebbene adesso è tutto finito. Ci sono però voluti 10 anni, tra udienze, carte bollate e interrogatori.

 

salvalaggio ricucci salvalaggio ricucci

È bastata una frase pronunciata ieri dal giudice : «Il fatto non sussiste». E Ricucci è stato assolto dall' accusa di bancarotta fraudolenta, aggravata dalla distrazione e dissipazione di circa un miliardo di euro.

 

Un' accusa che faceva riferimento al fallimento della società Magiste International.

La decisione è stata presa dalla quinta sezione del Tribunale di Roma, che ha accolto le richieste dei difensori dell' immobiliarista, rigettando l' istanza della Procura capitolina che invece ne aveva chiesto la condanna. I capi di accusa nei confronti di Ricucci erano ben 26.

 

ricucci chi 5 ricucci chi 5

L' accusa gli contestava una serie di trasferimenti indebiti di somme di denaro, considerandolo il «dominus» di un unico gruppo rappresentato da più società che facevano tutte operazioni di trading immobiliare e finanziario lecite. Al centro degli accertamenti, il crac della Magiste International, società capogruppo dichiarata fallita il 19 gennaio del 2007.

 

Oltre all' immobiliarista, il collegio ha assolto altre nove persone, tra cui la madre Gina Ferracci, l' ex commercialista di fiducia Luigi Gargiulo, Fabrizio Lombardo (genero del banchiere Cesare Geronzi), l' ex cognato Francesco Bellocchi, gli ex componenti del collegio sindacale della Magiste Real Estate, l' ex amministratore unico della Visconti 2000, e un ex componente del cda di Magiste spa.

Stefano Ricucci Stefano Ricucci

 

Queste le parole di Stefano Ricucci, diffuse in una nota, dopo la lettura della sentenza: «Ritengo doveroso rivolgere un ringraziamento ai magistrati del Tribunale di Roma che con grande serenità e professionalità hanno esaminato migliaia di atti del giudizio, esprimendo il loro convincimento nella sentenza assolutoria odierna. Intendo inoltre ringraziare i miei legali, Valerio Onida e Barbara Randazzo, esperti di diritto costituzionale ed internazionale, Maurizio Canfora, esperto di diritto societario, e Massimo Biffa, esperto di diritto penale, per l' impegno e la dedizione profusi in mia difesa».

 

stefano ricucci stefano ricucci

Comunque, assoluzione o meno, l' immobiliarista di Zagarolo ha smesso da anni di lavorare in Italia. Oggi le sue attività sono soprattutto a Londra e Montecarlo. E non ha alcuna intenzione di tornare indietro. Su questa decisione non hanno tanto pesato i guai giudiziari che da 10 anni lo seguono, quanto una sua convinzione di tipo professionale: «L' Italia è ferma, non se ne esce». Convinzione, purtroppo, condivisa da molti altri.

 

 

 

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