petrolio

IL VINO È CATTIVO E VE LO DICE L'OSTE - SE UNA SOCIETÀ CHE SI CHIAMA ''BRITISH PETROLEUM'' (BP) DECRETA CHE LA DOMANDA PER IL GREGGIO NON TORNERÀ MAI AI LIVELLI PRE-COVID, VUOL DIRE CHE LA CRISI DEL SETTORE È ANCORA PIÙ NERA DEL PREVISTO - LA PRIMA ''BIG OIL'' CHE ALZA BANDIERA BIANCA SI PREPARA A RICONVERTIRE IL SUO MODELLO DI AFFARI, PER ARRIVARE A EMISSIONI ZERO NEL 2050

 

Luca Pagni per www.repubblica.it

 

petrolio

La domanda di petrolio a livello globale non tornerà più ai livelli precedenti la pandemia. La produzione di greggio ha raggiunto il suo picco massimo già quest’anno. Ma tutto questo potrebbe non bastare per raggiungere gli obiettivi della lotta al cambiamento climatico, se non interverranno politiche più restrittive contro le emissioni di CO2.

 

Potrebbero sembrare le previsioni degli esperti di in think tank ambientalista. Invece, si sono leggere nel report appena pubblicato dagli analisti di British Petroleum. Si tratta di uno dei leader tra i produttori mondiali di idrocarburi, nonché la prima big oil company ad alzare bandiera bianca: il petrolio ha iniziato il suo inesorabile declino. L’unico dubbio riguarda i tempi, per quanti anni verrà ancora utilizzato e quanto sarà inclinato il piano che porterà a una stagione dominata dalle rinnovabili e, secondo le ultime aspettative degli esperti, dall’idrogeno.

 

treni pieni di petrolio parcheggiati nelle stazioni

Il documento potrebbe mettere la parola fine sul tema di cui si discute da anni: quando verrà raggiunto il picco della produzione?  Il documento di BP sostiene che ce la siamo già lasciati alle spalle. Complice Covid-19, da quest’anno in avanti, tutte le previsioni su quanto verrà estratto dal sottosuolo di greggio avranno sempre il segno meno davanti.

 

Del resto, di transizione energetica si parla già da qualche anno ed è una strada che il mondo aveva già imboccato. Covid-19 ha solo accelerato il processo. Oltre che provocare un crollo della domanda senza precedenti. Per dire: la domanda per il solo settore dei trasporti – si legge nel report annuale di BP - diminuirà a causa del calo del numero di viaggi nel breve termine (a causa della pandemia) e nel lungo per l'aumento dei veicoli elettrici.

 

Come se non bastasse, il documento di British Petroleum ammonisce i governanti: non si fa abbastanza per salvare il mondo dal climate change. Il perché è presto detto: il gas naturale sarà dominante nei prossimi 30 anni perché andrà a prendere il posto del carbone, soprattutto nelle economia emergenti: ma questo potrebbe non bastare, nonostante la crescita sempre più rapida di eolico e solare.

 

BP BRITISH PETROLEUM

“Anche se la pandemia ha notevolmente ridotto le emissioni di carbonio, il mondo è ancora su un percorso non-sostenibile" assicura BP. "Tuttavia, con misure politiche decisive e più scelte energetiche a bassa emissione di carbonio per imprese e consumatori, la transizione è possibile", ha affermato l’amministratore delegato Bernard Looney.

 

Il colosso (ancora per poco) petrolifero ci crede al punto che le conclusioni del rapporto appena pubblicato saranno la base per il cambio di paradigma industriale del gruppo: BP vuole aumentare i suoi investimenti in energie a basse emissioni di carbonio di 10 volte entro il 2030, per raggiungere i 5 miliardi di dollari all'anno, al fine di rispettare i suoi impegni per diventare a emissioni zero entro il 2050. Un esempio: pochi giorni fa ha annunciato il suo ingresso nel settore eolico offshore, un investimento da un miliardo di dollari assieme al gruppo norvegese Equinor negli Stati Uniti. Un altro colosso, quello scandinavo, che si è messo sul piano inclinato.

stoccaggio del petroliovagoni pieni di petrolio parcheggiati nelle stazioni

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