1. UN MARE DI SOLDI, UNA SPIAGGIA DI BOTOX, UNA PISCINA DI COCA: TUTTI A MIAMI ART BASEL! 2. IL MONDO DELL’ARTE CONTEMPORANEA INVECE DI CONGELARSI LE CHIAPPE A BASILEA, LE SCALDA SULLE SPIAGGE DELLA FLORIDA. CON UN DETTAGLIO: SONO TUTTI ITALIANI! 3. IN PATRIA È UNA LANDA DESOLATA, MA A MIAMI I COLLEZIONISTI, GLI SPONSOR, LE GALLERIE DEL BELPAESE SPENDONO E GODONO: SOLO QUI PASSANO I PIÙ RICCHI E PIÙ CREATIVI 4. CI SONO I MOSTRI HIRST E KOONS, PICASSO E WARHOL, LUCIO FONTANA E KIEFER. MA A MIAMI È BELLO USCIRE, STARE AL SOLE E GODERE DI ARTISTI COME OS GÊMEOS, SHEPARD FAIREY, SANER & SEGO CHE NASCONO STREET ARTIST E DIVENTANO ICONE PER MILIARDARI 5. TRA LA FESTA “VANITY FAIR”, LA SERATA FENDI-BENTLEY, L’INAUGURAZIONE DI AI WEIWEI SPONSORIZZATA MASERATI, SPUNTANO PAMELA ANDERSON SENZA TETTE E CAPELLI, LADY GOGA & LADY GAGA, LAPO CON ZOE SALDANA, KEVIN SPACEY ED EVA LONGORIA

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  • Foto di Matteo d'Aloja - http://instagram.com/dalomat

    Foto da Artribune, Sean Was Here, Greenwichtime

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    Testo di Matteo d'Aloja

    Sono tutti sorridenti a Miami, ma solo dopo qualche ora scopro che non si tratta di felicità, ma botox. E' la prima settimana di Dicembre e, come da undici anni a questa parte, la città si dedica totalmente all'arte contemporanea.

    Art Basel, fiera di nascita svizzera, si mostra in tutta la sua magnificenza invernale a Miami. I ricchi, i colti, e i fancazzisti globali si rilassano sulle spiagge bianche di mattina, acquistano arte il pomeriggio e brindano la sera. Lo fanno in modo disinibito e sfacciato. Liberi di esprimersi come meglio credono.

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    Miami aiuta a dimenticare il perbenismo. Miami è volgarità, ottimo stile di vita, salute, arte, estrema ricerca di bellezza con estreme conseguenze, mare, cibo, palme e gay (divisibili in: checchine, checche, froci, froci kitsch, frocioni, frocioni giganti, orsi).

    La maggior parte dei collezionisti stranieri sono inaspettatamente italiani, spagnoli e brasiliani. Non è finita qui: un numero esplosivo di gallerie d'arte sono italiane. Poi ci sono i nomi galattici di gallerie londinesi, niuiorchesi o di Chicago, come la White Cube o la Gagosian, che per eccesso di snoberia non mette neppure le etichette con i nomi degli artisti.

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    Art Basel è solo il fulcro, ma attorno, forse molto più interessanti, ruotano eventi come Design Miami, Art Miami, Context e Untitled, inaugurato da Marina Abramovich. All'ultimo piano del parcheggio 1111, su Lincoln road, disegnato dagli architetti Herzog & De Meuron, una mostra di macchine rivisitate da artisti del calibro di Keith Haring.

    La Margulies Collection si trova nel posto migliore: nel Wynwood Arts District, centro pulsante dell'arte contemporanea e soprattutto dell'arte di strada. Tutti i muri di Wynwood sono coperti da nuove opere, collage e graffiti di ragazzi che disegnano davanti ai passanti increduli.

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    E' potente la disinvolta espressività degli artisti che reinventano le immense pareti esterne alle gallerie d'arte o semplicemente delle casette di chi abita con orgoglio questo ex quartiere di periferia. Non ci sono occupazioni del suolo pubblico, dispositivi di sicurezza, permessi municipali, comunali, nazionali. Gli artisti sono liberi di esprimersi a loro piacimento.

    Si inaugurano musei, locali, gallerie, piscine e gelaterie.

    Il collezionista Sigifredo di Canossa è entusiasta. Viene da una antica famiglia italiana, cresciuto tra opere d'arte classica che non vuole più vedere e ora dedica tutto se stesso alla ricerca della bellezza contemporanea. Una bellezza a cui dice di essersi avvicinato con non poca fatica e curiosità. Studiando, perché completamente lontana dalla sua educazione. Ha preso un aereo, una macchina in affitto, dorme in albergo, mangia in buoni ristoranti e si domanda perché tutto questo non farlo nel Bel Paese. Perché non in Italia?

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    Le tasse sull'arte sono basse, negli Stati Uniti praticamente nulle, mentre in Italia le gallerie debbono pagare il 22% di IVA. Il "Sole 24 Ore" scrive che la nostra tassazione è tanto alta da indurre ad acquisti all'estero o a transazioni in nero. Ma Miami punta sull'indotto. Gli scambi tra galleristi e collezionisti sono briciole in confronto al movimento di denaro generato.

    Da duemila dollari in su, molto in su, puoi sentirti un collezionista. L'arte è accessibile a quasi tutti.

    Pharrell Williams con la moglie Helen Lasichanh, Kevin Spacey, Val Kilmer, Lapo Elkann, la ex Goga Ashkenazi con il gallerista Nicolò Cardi, Roberto Cavalli, Renato Balestra, Silvia Venturini Fendi con la figlia Delfina Delettrez, Lindsay Lohan sono solo alcuni dei personaggi attratti dall'arte e dalle feste.

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    Il Playboy Theater viene rispolverato per la Lady Gaga Foundation party dove si è esibita Gaga in persona con la mitica Linda Clifford.

    "Vanity Fair" ha offerto una grande festa al W Hotel di South Beach, albergo dove ci si trova di solito per la colazione in piscina. L'Hotel Delano è costantemente invaso da eventi culturali a forte base alcolica. I ristoranti sono tutti prenotati da settimane.

    L'inaugurazione del Pérez Art Museum Miami, anche detto PAMM, progettato sempre da Herzog & De Meuron, anche se non concluso, si presenta con una personale dell'artista cinese Ai Weiwei e una notevole collezione permanente. Tra le opere più interessanti una collezione di libri futuristi da fare invidia. L'evento è stato totalmente sponsorizzato dalla Maserati. L'Italia è ovunque e arranca solo in patria.

    La giovane gallerista Claudia Francese della Asso di Quadri racconta con entusiasmo la sua partecipazione all'evento, ma come molti del settore ammette che avrebbe preferito investire maggiormente in Italia piuttosto che arrivare fin qua.

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    Ora parliamo di arte irraggiungibile. I pesi massimi si fanno belli ad Art Basel, ma non tutti partecipano perché gli spazi per esporre sono obiettivamente limitati. Uno dei personaggi più visti è certamente Kehinde Wiley con i suoi ritratti iperrealisti di afroamericani in chiave barocca.

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    Non da meno come presenza ci sono Damien Hirst e Jeff Koons; Andy Warhol e Pablo Picasso come se li regalassero; De Kooning, presente e possente. Jason Martin, con quell'uso smodato dell'olio vinilico. Lionel Smith e i suoi ritratti di donne nere. Sol Lewitt iper-presente, fino a scocciare, con le sue strutture cubiche.

    Enrico Castellani, intoccabile, sacro. Frank Stella, minimalista volutamente inespressivo. Donald Sultan, florealmente noioso. Alex Katz, il ritrattista. Gary Baseman, l'illustratore di giochi. Anselm Kiefer, l'antisemita buono. Robert Rauschenberg, dadaista ritardatario. David Hockney, geniale inglesotto dai molteplici punti di vista. Lucio Fontana resta una tacca sul petto che le gallerie, quando possono, espongono.

    Ma a Miami è bello uscire, stare al sole e godere di artisti come Os Gêmeos, Shepard Fairey, Kenny Scharf, B., Liqen, Kashink, Saner & Sego che nascono street artist, ormai trasformati in damerini d'eccellenza come il capostipite Banksy, tutti esposti nelle migliori gallerie del mondo.

    Si parla di Roma come nuova città della moda, nuova città del cinema, della Formula uno, dei congressi. Roma respira con l'aiuto di un polmone d'acciaio che gli italiani mantengono. La città eterna ha la lungimiranza di un politico di paese. Sarebbe davvero facile richiamare le masse come fa Miami. Tanto facile che non ci interessa.

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