liste attesa sanita giorgia meloni

COSA È CAMBIATO CON LA MIRABOLANTE RIFORMA DELLA SANITÀ DEL GOVERNO CHE HA PROMESSO DI ABBATTERE LE LISTE D’ATTESA? UNA MAZZA! – NON SOLO PERCHÉ NON C’È TRACCIA DEI DECRETI ATTUATAVI, MA ANCHE PERCHÉ ESISTONO DIFFERENZE IMMENSE TRA LE REGIONI: IN ALCUNE IL FAMOSO CENTRO UNICO DI PRENOTAZIONI, CHE DOVREBBE “VEDERE” LE AGENDE DI TUTTI GLI AMBULATORI PUBBLICI E PRIVATI-CONVENZIONATI, È UN MIRAGGIO. MA RESTA IL PROBLEMA DELLA CARENZA DI MEDICI E INFERMIERI...

Estratto dell’articolo di Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”

 

liste d'attesa sanità

Alzi la mano il governo che non abbia dovuto vedersela col taglio delle liste di attesa, spina nel cuore di ogni sistema universalistico. Quello guidato da Giorgia Meloni ha risposto all’emergenza con la riforma del 7 giugno 2024.

Quando un mese e mezzo dopo il decreto è stato convertito in legge, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha suonato le campane: «Per la prima volta la nazione ha un progetto strutturale con misure concrete».

 

Peccato che, come ha riferito lo scorso novembre lo stesso ministro rispondendo a un’interrogazione parlamentare, i decreti attuativi non abbiano ancora visto la luce. Intoppi frequenti in un’Italia posseduta dalla burocrazia e dal ping pong fra organismi tecnico-amministrativi. Adesso però assicura lui «siamo in dirittura d’arrivo».

 

GIORGIA MELONI - ORAZIO SCHILLACI

Dati frammentati Cosa è cambiato finora in concreto per i cittadini? Poco, in generale, fermo restando che esistono Regioni già avanti nel percorso individuato dal decreto. E nulla sul piano della disponibilità di dati ufficiali, raccolti con un metodo uniforme in ogni parte d’Italia. […] Un «dramma» citato dal presidente Mattarella nel discorso di fine anno quando ha voluto sottolineare che «numerose persone rinunciano alle cure perché prive di mezzi necessari».

Sono il 7,6% della popolazione secondo il Cnel nella relazione del 2024, pari a 4,5 milioni di cittadini.

 

liste d'attesa sanità

Prenotazioni Nella riforma c’è l’obbligo per le Regioni di creare un centro unico di prenotazione capace di «vedere» le agende di tutti gli ambulatori pubblici e privati-convenzionati. Possibilità di tenere le strutture aperte nel fine settimana. Attivare un sistema di disdetta delle prenotazioni che consenta di riempire i posti rimasti vuoti.

Divieto di sospendere l’attività di prenotazione. Se il cittadino non viene soddisfatto entro i tempi previsti (72 ore se la prestazione è urgente, 10 giorni se è in classe Breve, 30-60 giorni per visite e esami diagnostici, 120 giorni i programmabili) deve automaticamente trovare risposta in una struttura privata convenzionata, o nell’ambito dell’attività professionale svolta dal medico all’interno dell’ospedale.

 

liste d'attesa sanità

Il Cup, centro unico di prenotazione, in certe zone d’Italia è un perfetto sconosciuto. Prendiamo ad esempio il Lazio. A oggi la metà delle agende sono state caricate nel sistema unico. A ottobre 399 mila prestazioni non erano state prenotate entro i tempi di garanzia e l’ente guidato da Rocca ha stanziato 17 milioni per garantirle. Punti dolenti, colonscopia, Tac, risonanza magnetica e visite oculistiche.

 

liste d'attesa sanità

Più privato Se le Regioni sono inadempienti un organismo di verifica e controllo può esercitare potere sostitutivo. La legge di Bilancio 2025 ha aumentato il limite di spesa da parte del servizio sanitario per l’acquisto di prestazioni al privato accreditato dello 0,5%, norma che ha fatto gridare allo scandalo l’opposizione: «Favoriscono le cliniche». Le amministrazioni virtuose riceveranno un premio di 50 milioni quest’anno e 100 milioni dal 2026.

 

LISTE D ATTESA - SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO

Medici […] la carenza di medici (che soprattutto per motivi economici si dimettono e passano al privato) e infermieri, la disorganizzazione di alcune aziende sanitarie, gli sprechi, la non ottimizzazione delle risorse utilizzate. In questa lista non vanno dimenticate le apparecchiature obsolete. E poi c’è la medicina difensiva. L’Italia spende circa 13 miliardi per rimborsare il costo di visite e esami diagnostici evitabili, prescritti in modo inappropriato, in eccesso.

Una pratica legata alla volontà da parte del medico di tutelarsi dalle denunce dei pazienti.

LISTE D ATTESA - SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO

[…]

 

I Lea Il Tar deciderà a fine gennaio sull’applicazione del nuovo Nomenclatore che aggiorna le tariffe e l’elenco delle prestazioni convenzionate con Il Ssn. I privati contestano di non potersi affiancare o sostituire al pubblico perché i rimborsi sono esigui e non coprono i costi. Tesi negata dal governo.

GIORGIA MELONI ORAZIO SCHILLACIIL MINISTRO SCHILLACI TASTA LA FRONTE A GIORGIA MELONILISTE D ATTESA - SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?