frans hals

AVVISATE ELLY SCHLEIN! ALLA NATIONAL GALLERY DI LONDRA UNA MOSTRA CELEBRA FRANS HALS, IL PITTORE DEL SORRISO MA SOPRATTUTTO "UN VERO ARMOCROMISTA" ANTE LITTERAM - PANZA: "PER IL CURATORE DELLA MOSTRA, L’ARTISTA È “PIÙ GRANDE DI VERMEER E REMBRANDT”. CERTO È CHE I SUOI RITRATTI MOSTRANO UN VASTO COMPENDIO DELLE PASSIONI UMANE. IN UN SUO AUTORITRATTO, PERÒ, HALS NON RIDE: MORÌ A QUASI 90 ANNI VEDOVO, POVERO E INFERMO…"

Pierluigi Panza per La Lettura – Corriere della Sera - Estratti

 

FRANS HALS AUTORITRATTO

Come si può dipingere un sorriso?

 

Si può nel periodo d’oro della pittura olandese, quando nel 1580 nacque ad Anversa (oggi in Belgio) — figlio di un tosapecore — il talentuoso Frans Hals, che poi si trasferì ad Haarlem (Paesi Bassi), divenne rifugiato scappando dalle truppe spagnole del Duca di Parma, moschettiere, presidente della gilda dei pittori, cliente di taverne malfamate e, infine, galeotto, incarcerato per debiti.

 

Molti personaggi ritratti nelle sue opere — sia committenti nobili e borghesi, sia zingari e suonatori tratti dalle incerte frequentazioni— sorridono, sorridono sempre.

 

Pare che le ricchezze mercantili del Seicento olandese, così come l’esistenza di pasoliniani ragazzi di vita, conducano allo stesso sentimento: il riso o il sorriso.

 

La grande mostra d’autunno della National Gallery di Londra, che precede quelle per i duecento anni dell’istituzione, è dedicata appunto a Frans Hals, l’artista che ha dipinto tutte le espressioni con le quali un essere umano dimostra gioia immediata o maliziosa, temperata, serena o persino malinconica. Sia i ritratti di personaggi storici identificabili sia i troni e (ovvero rappresentazioni di facce d’invenzione) di Hals sono un’enciclopedia

del sorriso che nessuna pubblicità di dentisti può eguagliare.

 

FRANS HALS 2

Che cosa saremmo noi senza i sorrisi di Hals? Saremmo «infelicità senza desideri», per dirla con il titolo del romanzo di Peter Handke di cui scrive Emanuele Trevi a pagina 17. È il riformato Frans Hals che offre a bevitori, bambinaie, cavalieri e mercanti un segreto motivo per sorridere, sghignazzare, alludere, ammiccare, schernire e farsi beffe, sotto i baffi, della vita (se non fosse per quei teschi che compaiono spesso in qualche parte della tavola o della tela).

 

(...) In un suo autoritratto, però, Hals non ride: morì a quasi

FRANS HALS

novant’anni vedovo, povero e infermo. Se di Rembrandt ha la postura degli armigeri nelle grandi tele d’insieme, come nel Banchetto degli ufficiali della Compagnia di San Giorgio (enorme quadro del 1616 che per la prima volta esce dalla città di Haarlem) e nella Meagre Company — che ricordano La ronda di notte — per il curatore, Bart Cornelis, «Hals è superiore a Rembrandt e Vermeer».

 

Ritenuto fin dai suoi tempi «pittore non comune» (scrisse il poeta Theodorus Schrevelius), Hals è insuperabile nel dettaglio di gomiti sporgenti oltre la tela e di pizzi, gorgiere, damascati ton sur ton, in genere variazioni di nero.

 

Un paio di anni fa la londinese Wallace Collection aveva esposto alcune opere di Hals intorno al Laughing Cavalier, il cui vestito nero è uno dei più bei costumi dipinti nel XVII secolo: gorgiera alla moda, polsini ricamati, pizzi, corpetto alla francese sono un capolavoro di storia della moda. Vincent van Gogh, che apprezzava quest’opera (che per la prima volta si spostaper venire qui in mostra) sostenne che Hals avesse usato 22 sfumature di nero.

 

Young Woman with a Display of Fruit frans hals

Ma sono anche i verdi, i vermiglioni, gli scarlatti e tutta la tavolozza di colori a renderlo un vero armocromista.  Haarlem brulicava di pittori: si dice che tra il 1605 e il 1635 vi fossero stati realizzati 100 mila dipinti.

 

Hals diede un bel contributo riproducendo in più copie le sue tele di grande successo (220 quadri noti, il 70% dei quali riprodotti in stampe di traduzione, come quella del volto di René Descartes che appare sul frontespizio di molte edizioni del Discorso sul metodo).

 

(…) Come nel caso di Johannes Vermeer, la consacrazione di Hals fu tarda: maturò nella Francia di metà Ottocento sempre con il critico Théophile Thoré-Burger e con le contese tra il marchese di Hertford e il barone de Rothschild per assicurarsi i suoi dipinti per migliaia di franchi.

 

the merry lute player frans hals

Furono i prezzi più alti pagati all’epoca, pari a quelli ai quali si scambiavano Pieter Paul Rubens, Rembrandt, Antoon van Dyck e Diego Velázquez. In questo modo la sua opera cominciò a circolare tra gli artisti e investì l’interesse di Gustave Courbet, Van Gogh e poi anche di John Singer Sargent e del direttore della National Gallery, Kenneth Clark.

 

E Hals proprio alla National Gallery è tornato con 50 capolavori dopo trent’anni dall’ultima esposizione, in collaborazione con il Rijksmuseum diAmsterdam e la Gemäldegalerie di Berlino (dove la mostra poi andrà).

 

«Hals — afferma il curatore — dipingeva molto in fretta. Sa infondere tanta vivacità da fare vivere il soggetto, come se ci trovassimo davanti a una foto». In mostra c’è solo la bellezza dei quadri, la completezza della sua opera: niente digitale, niente giochini, niente immersione, perché sei immerso e trascinato via da quegli sguardi.

 

Rispetto a Rembrandt, Hals non illustra scene storiche o bibliche e rispetto a Vermeer i suoi quadri non puntanoa quella sospensione di atmosfera che li rende così attraenti e inquietanti da farci sentire come degli intrusi nella scena. I volti di Hals, invece, ci invitano a osservarli e ci dicono tutto quello che ci devono dire.

 

Certo, dopo la nascita della fotografia e dalla psicoanalisi la qualità del tocco può sembrarci meno importante di un’inquietante messa in scena cinematografica. Ma non c’è dubbio che il mestiere di ritrattista diventi una vera arte. Proprio grazie a Vélazquez e Frans Hals

frans hals The Laughing Cavalier

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....