boskov 5

BOSKOV DELLE MERAVIGLIE - "SE SCIOLGO IL MIO CANE, LUI GIOCA MEGLIO DI PERDOMO"; "GULLIT SEMBRA CERVO CHE ESCE DI FORESTA. ATTILIO LOMBARDO? LUI E’ COME PENDOLINO CHE ESCE DA GALLERIA" – I FOLGORANTI AFORISMI DEL TECNICO CHE PORTO’ LA SAMP A UNO STORICO SCUDETTO (E FECE ESORDIRE A TOTTI) - “SE METTESSI IN FILA TUTTE LE PANCHINE CHE HO OCCUPATO, POTREI CAMMINARE CHILOMETRI SENZA TOCCARE TERRA. A UN GIORNALISTA: "IO PENSO CHE TUA TESTA BUONA SOLO PER TENERE CAPPELLO" - LA MITOLOGICA "RIGORE E' QUANDO ARBITRO FISCHIA"

Fiorenzo Radogna per corriere.it

boskov 5

 

Ironico e vincente: un’icona indimenticabile

Icona di una serie A indimenticabile, punto di riferimento – a cavallo fra gli anni 80 e ‘90 – per ogni fuoriclasse internazionale. Questo era Vujadin Boskov da Begec, calciatore e (soprattutto) allenatore morto nel 2014 che il 16 maggio avrebbe compiuto 90 anni. Serbo-jugoslavo dal motto fendente, istrionico e furbissimo, ambizioso e disposto a rimettersi sempre in gioco nel segno di quel calcio che lo rese ricco (anche di successi) e personaggio mediatico al contempo. Ironico.

 

boskov e rozzi

Di quelli che con mezza frase, riassumevano una partita, un giocatore, un modello di pensiero. Profeta di una Sampdoria sul tetto d’Europa e, prima e dopo, di altre personali parabole professionali. Dal Real Madrid all’Ascoli; dal Napoli post Maradona alla Roma post Viola. Fedele al proprio istinto di nomade di lusso; innamorato dell’Italia come l’attore più navigato del palcoscenico più prestigioso. Quando il calcio è anche commedia dell’arte, di vincere e convincere. Tanti attimi da riassumere; uno per ogni sua frase spiazzante...

Un calciatore «danubiano»

boskov e mondonico

Nato nella Vojvodina (nord della Serbia, allora Jugoslavia), già a 15 anni si mise in viaggio per Novi Sad. Fosforo e piedi buoni, mediano di rottura, ma anche regista e organizzatore di gioco, s’ispirava alla grande scuola danubiano-ungherese. Restò al Vojovodina Novi Sad per dieci stagioni senza vincere nulla, ma raccogliendo presenze nella fortissima nazionale di Tito: alla fine saranno 57 dal 1951 al 1957 con l’argento all’Olimpiade di Helsinki 52.

 

A 30 anni sbarcò in Italia, alla Sampdoria, ma con Monzeglio allenatore non s’impose a causa di vecchi e nuovi infortuni (13 gare, 1 gol). Chiuse allo Youg Fellows Zurigo e cominciò subito ad allenare. Solo all’inizio senza grande convinzione: «Gli allenatori sono come le gonne: un anno vanno di moda le mini, l’anno dopo le metti nell’armadio» riassumerà quell’incertezza solo a «successo acquisito».

 

pagliuca vialli mancini boskov

Sei anni d’oro con la Samp

Lo citi a un tifoso doriano e non potranno non luccicargli gli occhi. Con quelli di Vialli e Mancini è il terzo nome legato a una vera epopea calcistica. Alla Samp Boskov resterà sei annate (dal 1986 al 1992), vincendo quasi tutto — uno scudetto (91), due Coppe Italia, una Coppa delle coppe (90) — e arrivando alla finale della Champions (1992). Pagliuca in porta, Vierchwood, Pari, Salsano, Dossena, Cerezo e tanti altri grandi giocatori fanno da base per le punte di diamante: Vialli e Mancini.

 

boskov 18

Il Doria gioca bene e vince. In Italia e in Europa. L’apogeo nel maggio 92 al vecchio Wembley per la finale di Champions con il Barcellona: la Samp domina e sfiora il gol due, tre volte. Poi risolve Koeman con una sassata da 20 metri. È la prima volta del Barça; l’ultima finale europea per la Samp. «Dieta? Non ho bisogno di fare dieta. Ogni volta che entro a Marassi perdo tre chili». Amore vero.

l derby, Perdomo e il cane

boskov paolo mantovani

I Derby col Genoa (e con Perdomo) Anni doriani, anni di derby. Affascinanti, combattuti, ironici e crudeli. Uno dei primi, 1989: nel Genoa «uruguagio» giocano il discreto puntero Ruben Paz, il forte attaccante Aguilera e il macchinoso libero Perdomo. Tre nazionali. Vuja scivola con la lingua: «Se sciolgo mio cane in giardino lui gioca meglio di Perdomo». E la paga cara: 27 milioni di lire (14mila euro al cambio attuale). 10 di multa dal Doria, 17 per la denuncia.

Gullit «cervo che esce di foresta»

boskov 19

Tantissimi i campioni gestiti, affrontati e giudicati. Su Maradona: «Nessun paragone. Era il cuore di Napoli». Su Gullit: «Lui sembrava cervo che esce da foresta», dice dopo aver perso una sfida contro il Milan olandese di Sacchi. Quindi sui giocatori meno efficaci: «Benny Carbone (mezzapunta del suo Napoli, ndr) con sue finte disorienta avversari ma pure compagni». E ancora sul suo storico cursore di fascia, di nome Attilio: «Lombardo è come Pendolino che esce dalla galleria». D’altra parte, secondo Boskov: «Un grande giocatore vede autostrade dove altri solo sentieri». Difficile trovarne spesso. Finita la lunga parentesi doriana, per lui un’anonima stagione alla Roma (92-93). Un decimo posto mediocre, dove però...

 

 

    «Rigore è quando arbitro fischia»

SCUDETTO SAMPDORIA MANTOVANI BOSKOV

A beneficio dei giornalisti Restano storiche alcune sue frasi ad effetto. Coi quali giornalisti e tifosi vanno a nozze da sempre. «Rigore è quando arbitro fischia» è quella più cavalcata anche oggi (in tempi di Var e polemiche inerenti); ma pure «Meglio perdere una partita 6-0 che sei partite 1-0». Perifrasi iperboliche che stemperano, calmano e ridimensionano un mondo del calcio troppo elettrico. Ieri come oggi. A un giornalista che gli parlava di rischio serie B per il suo Napoli: «Io penso che tua testa buona solo per tenere cappello». D’altra parte «Pallone entra quando Dio vuole». Sì, a Napoli fra il 1994 e il 1996 (dopo un anno sabbatico) un settimo posto e un dodicesimo. Il massimo che si può fare con un club in declino.

 

BOSKOV boskov vialli manciniBOSKOV BRIEGEL E CEREZO BOSKOV VIALLI MANCINI BOSKOV TOTTI BOSKOV E ROZZI boskov

Ultimi Dagoreport

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...