damien hirst alla galleria borghese

ARCHEOLOGIA OGGI – DAMIEN HIRST DILAGA CON IL SUO IMMAGINARIO BAROCCO (COMPRESO IL PROPRIO NUDO) NEI SALONI DEL MUSEO-GIOIELLO DI ROMA, PER SFIDARE LA LEGGENDARIA COLLEZIONE DEL CARDINALE SCIPIONE BORGHESE (BERNINI, CANOVA, CARAVAGGIO, RAFFAELLO, BELLINI, TIZIANO) - UN MAGISTRALE DIVERTISSEMENT DI CREATURE, FORGIATE IN MARMI DI CARRARA E BRONZI DORATI, LAPISLAZZULI E MALACHITE, CORALLI E CRISTALLI DI ROCCA. PICCOLE, GRANDI E GRANDISSIME. COME LA TUFFATRICE ALTA QUATTRO METRI – FOTO REPORTAGE

damien hirst desnudo

Foto di Camilla Alibrandi per Dagospia

Laura Larcan per “il Messaggero”

 

In bilico tra santi e falsi dei. Versi dei Negramaro che sembrano un' ideale colonna sonora alla mostra di Damien Hirst che si apre oggi alla Galleria Borghese. Il grande artista contemporaneo, ex enfant terrible (oggi ha 56 anni) della scena britannica, entra con una falcata funambolica molto coraggiosa (ma per nulla irriverente) nei saloni del museo-gioiello di Roma, per giocare e sfidare la leggendaria collezione del cardinale Scipione Borghese.

 

la curatrice anna coliva

E quanto è barocco, di più, rococò, Hirst in questo magistrale divertissement di creature, forgiate in materiali preziosissimi nell' aura del mito. Archaeology Now, mostra visitabile fino al 7 novembre, ideata e curata da Anna Coliva e Mario Codognato, con il supporto strategico di Prada, orchestra un' ottantina di opere tra sculture e quadri, che si insinuano in un rapporto quasi di nobile osmosi tra antico e contemporaneo.

il curatore mario codognato

 

Marmi di Carrara e bronzi dorati, lapislazzuli e malachite, sculture plasmate a mano, giocando con i coralli e cristalli di rocca, granito e alabastro, foglie d' oro e argento, opale e agata bianca. Piccole, grandi e grandissime. Come la Tuffatrice alta quattro metri. In questo, Hirst è davvero un magister della materia.

 

VOGLIA DI BELLEZZA

francesca cappelletti, nuova direttrice della borghese

«Questa mostra offre una grande sfida tra antico e contemporaneo, che raggiunge qui livelli inediti - commenta il ministro Dario Franceschini alla fine della visita in anteprima - La cultura è ripartita, è tornata con iniziative straordinarie. C' è voglia di bellezza. Il governo è al lavoro per favorire il ritorno del turismo internazionale. Ci sarà davvero un nuovo Rinascimento».

 

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La Paolina Bonaparte di Canova che dialoga con i Nudi femminili dell' antica Grecia, il busto del Faraone nella Sala Egizia, la parata di Ermafroditi eroi di Hirst nella sala dell' Ermafrodito Borghese, le gigantesche Urne che troneggiano sulle consolle, la Donna distesa in marmo rosa che sembra imitare la Danae del Correggio.

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La visita alla Galleria Borghese diventa un' esperienza nuova, come una caccia al tesoro, per intercettare i lavori di Hirst che sembrano «mimetizzarsi, amalgamarsi, convivere con il contesto storico e in questo Damien Hirst è concettualmente barocco», dice Anna Coliva. Il punto di partenza è stata la serie Treasures from the Wreck of the Unbelievable, in scena per la prima volta a Venezia nel 2017. Opere d' un virtuosismo impressionante che Hirst immaginava (nel suo racconto-plot) riemerse dopo millenni dai fondali marini, carico prezioso di un veliero naufragato.

 

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LA CACCIA AL TESORO

«Quando ho ideato questa mostra, come la mia ultima alla direzione della Galleria Borghese - spiega l' ex direttrice Coliva - ho voluto seguire la straordinarietà della produzione di Hirst degli ultimi dieci anni, e creare un incontro tra due collezioni leggendarie: quella che ispira il racconto di Hirst, e quella di Scipione Borghese. Non abbiamo voluto un confronto diretto, ma abbiamo cercato di metterle insieme nel modo più armoniosamente verosimile.

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L' effetto immediato è quello di una bellezza terribilmente potente e sofisticata. Perché le opere di Hirst immesse nella Galleria si dissimulano e si confondono. Per alcuni oggetti d' arte scatta addirittura la necessità di cercare la didascalia per capire che non sono opere antiche». Il percorso di visita si trasforma in un gioco eccitante, declinato su più reazioni.

 

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Dalla sorpresa alla curiosità, alla perplessità. Nel salone di Mariano Rossi, per esempio, spicca in bilico in punta di piedi la colossale Nuotatrice in bronzo rivestita di incrostazioni dall' effetto marino, con spugne, conchiglie, coralli, accanto al gigantesco piede di Apollo, alle statue di Proteo e del terribile Minotauro e alle impressionanti Tridacne.

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I SOPRALLUOGHI

«Hirst ha visitato più volte la Galleria Borghese, e ha avuto sempre un mix di emozioni, dal panico all' entusiasmo, pensando al progetto di una sua mostra in questo luogo - racconta Mario Codognato - Damien, d' altronde, è uno degli artisti più coraggiosi del suo tempo».

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I busti di Nettuno in lapislazzuli, le teste di Ife in bronzo, oro e argento, Cerbero, i Figli di un re deceduto, porte dorate, maschere, teschi di Polifemo e unicorni, teste mozzate di Medusa, Hydra e Kalì, un Buddha in giada e Hathor. C' è l' Egitto, la Grecia, l' Oriente.

 

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 «È la straordinaria finzione di Damien Hirst, una rivisitazione in chiave fantastica dell' antico che alla Borghese ha più senso - conclude la direttrice Francesca Cappelletti - La Borghese nasce come collezione aristocratica di Scipione che acquista pezzi dell' antica Roma, ma che allo stesso tempo diventa fonte di ispirazione per i grandi artisti del Barocco. Hirst ora aggiunge la più nuova rilettura del nostro passato».

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