conte agnelli john elkann

DIETRO LO SCAZZO TRA AGNELLI E CONTE, IL VOLTAFACCIA DELL’EX CT CHE NON E’ STATO MAI PERDONATO DALLA PROPRIETA’ BIANCONERA – DOPO LA FUGA CON POLEMICHE NELL’ESTATE 2014, IL PIÙ DURO VERSO CONTE E’ STATO JOHN ELKANN, CHE HA POSTO UN VETO A QUALSIASI RIAPPACIFICAZIONE. DOPO L'ADDIO DI ALLEGRI "ANDONIO" HA PROVATO A TORNARE ALLA JUVE FACENDO LEVA SUI RAPPORTI CON NEVDED E PARATICI. MA ELKANN… - E I TIFOSI DELLA JUVE LANCIANO UNA PETIZIONE PER FAR RIMUOVERE DALLO STADIUM LA STELLA DI CONTE - VIDEO

 

 


(ANSA)  Una petizione per far rimuovere dallo Stadium la stella di Antonio Conte: il tam tam sui social è già partito, i tifosi della Juventus si sono scagliati contro il tecnico. Così, dopo le scintille tra Conte e il presidente Andrea Agnelli con tanto di dito medio verso le tribune, è scattata la raccolta firme sulla piattaforma online Change.org. Le polemiche sembrano dunque destinate a non finire. (ANSA).

 

CONTE-AGNELLI

Emanuele Gamba per repubblica.it

 

ANTONIO CONTE

Conte che fa il dito medio nell'intervallo, Agnelli che al fischio finale se ne va imbestialito urlando (il labiale sembra abbastanza chiaro) "mettitelo nel c.., il dito, cogli...": nel deserto silenzioso di uno stadio vuoto, l'odio che separa la Juventus dal suo vecchio allenatore (e capitano, e adulatissima bandiera) è fragorosamente rimbombato, dando forma e voce agli ultimi brandelli di un rapporto lacerato già da un pezzo. L'insulto pubblico era il passaggio mancante.

 

E fortuna che Conte non ha ancora messo piede nello Stadium popolato dai tifosi, dove troverebbe quarantamila juventini non meno livorosi del loro presidente, visto che nello scorso campionato, Juventus-Inter (8 marzo) fu la prima partita a porte chiuse. Ma per dare un'idea di quello che sarebbe successo, basta pensare ai dieci secondi impiegati quella sera da Conte per uscire dall'hotel del ritiro e salire sull'autobus sociale: "infame" è la cosa più carina che gli viene urlata da un assembramento di juventini avvelenati.

 

 

CONTE AGNELLI

 Proteste, insulti e gestacci

Stavolta la miccia sarebbero state le continue e rumorose proteste delle panchina juventina verso l'arbitro e al tempo spesso i rimbrotti dei bianconeri quando a protestare è stato Conte. A un certo punto è stato Bonucci ad affrontare il suo ex allenatore: "Devi portare rispetto all'arbitro".

 

A Conte quell'accusa è andata di traverso, la Juve è la squadra più sanzionata d'Italia per i comportamenti irriguardosi verso i direttori di gara, visto che per questa ragione sono già stati squalificati il vice-presidente (Nedved), il responsabile dell'area tecnica (Paratici), il vice-allenatore (Baronio), il centravanti (Morata) e il terzo portiere (Pinsoglio): tutti, a parte Morata, puniti per ineducate proteste dalla panchina o dalla tribuna. Fatto sta che alla fine del primo tempo Conte lascia il campo imprecando. Dice qualcosa tipo "non ti cagare sotto", probabilmente rivolto al quarto uomo che lui non ritiene abbastanza autoritario con gli juventini.

juventus andrea agnelli antonio conte

 

Difatti nel dopo gara dirà: "Penso che abbia sentito e visto cosa è successo per tutta la partita. Bisognerebbe essere più educati". Fatto sta che all'imbocco del tunnel degli spogliatoi, Conte inalbera dito (la prova tv è inequivocabile), accompagnandolo, a quanto pare, con una parola volgare.

 

Poche ore dopo la fine della partita spunta il video che lo incastra: non è un filmato della Rai, che ha trasmesso il match, ma sono le immagini di una telecamera dedicata (la produzione dell'evento è della Lega Serie A) e puntata su di lui. Il sospetto dell'Inter è che le abbia diffuse la Juve: sarà il fronte di un'ulteriore polemica.

 

 

 

Da capitano ad allenatore

conte agnelli

Agnelli se l'è legata al dito, è il caso di dirlo, e al 90' ha sciorinato il suo rabbioso labiale. Pirlo giura di non aver visto niente: "Non so cosa sia successo con mister Conte". Si sa perfettamente, invece, cos'è successo negli anni perché si arrivasse a questo punto. Conte è stato giocatore della Juve per 13 stagioni, ne è diventato capitano, è stato un simbolo.

 

I tifosi stravedevano per lui e l'amore (reciproco) si è moltiplicato quando Antonio è tornato a Torino come allenatore, voluto proprio da Agnelli, che rimase stregato dal primo colloquio con l'uomo che stava portando il Siena in serie A. Dopo quell'incontro, il presidente non ebbe alcun dubbio: gli avrebbe affidato la panchina juventina.

 

La polemica del 2007

lapo elkann john elkann alessandro nasi andrea agnelli al matrimonio di john

C'era però già stato un pesante screzio, tra Conte e la Juve. Campionato di Serie B 2006/2007, il primo dopo Calciopoli, ultima giornata, i bianconeri perdono i casa contro lo Spezia e i liguri (il cui dirigente di riferimento è Francesco Ceravolo, uno dei più fedeli collaboratori di Moggi) si salvano dalla retrocessione in serie C a scapito dell'Arezzo allenato da Conte, che è durissimo nei commenti: "Rispetto tanto i tifosi juventini ma poco la squadra. Retrocedere così fa male però mi fa capire cose che già sapevo... Nel calcio si parla tanto, tutti sono bravi a parlare, adesso sembrava che i cattivi fossero fuori e che adesso ci fosse un calcio pulito, infatti siamo contenti tutti, evviva questo calcio pulito...". Affinché l'Arezzo si salvasse, sarebbe bastato che la Juve con lo Spezia pareggiasse.

 

Il divorzio dopo due estati di litigi

john elkann andrea agnelli

Quell'incidente finirà comunque presto tra parentesi. Nella sua seconda vita bianconera, Conte e la Juve si amano di nuovo follemente e la luna di miele dura due anni. Ma dopo un primo scudetto favoloso vinto da imbattuto (e con il miglior calcio mai giocato da una squadra di Conte) e un secondo conquistato da dominatore nonostante la squalifica di quattro mesi per la vicenda del calcioscommesse - durante i quali la società resterà solidamente al fianco dell'allenatore limitandosi a far fuori il vice Stellini, che si prende la colpa di tutto - il rapporto comincia a incrinarsi.

 

Conte è insoddisfatto, vuole di più dal mercato, entra in collisione con Marotta, si lamenta di continuo ed è necessario un lungo incontro con Agnelli per ripristinare una tregua e prolungare un matrimonio già in bilico.

 

john elkann andrea agnelli

Sarà l'estate successiva quella della rottura definitiva: Conte sfonda il muro dei 100 punti in Serie A (ma esce in malo modo prima dalla Champions e poi dall'Europa League) e tuttavia comincia a mettere in dubbio il valore della rosa e la forza economica della società, guastando per il secondo anno consecutivo la festa scudetto.

 

Dice che "ci vorranno anni prima che un'italiana arrivi in finale di Champions" (Allegri ci riuscirà dodici mesi dopo), considera la squadra ormai alla frutta, spremuta, e se ne esce con la famose frase che gli verrà rinfacciata in eterno: "Non si può mangiare con dieci euro in un ristorante da cento euro".

 

Agnelli comunque lo conferma e a metà luglio la squadra si raduna per la preparazione estiva. Ma nel giro di un paio di giorni Conte si dimette, convinto di essere alla guida di una squadra senza futuro. Marotta non si scompone a assolda Allegri, che porterà quella stessa squadra a pasteggiare nei migliori ristoranti da cento euro in giro per l'Europa.

 

Il voltafaccia e il tentativo di tornare

Quel voltafaccia a stagione già iniziata, Agnelli a Conte non lo perdonerà mai, anche se il più duro nei suoi confronti sarà John Elkann, che porrà un veto inalienabile a qualsiasi possibilità di riappacificazione.

andrea agnelli deniz akalin john elkann lavinia borromeo

 

Negli anni, infatti, Antonio cercherà più volte di tornare alla Juve facendo leva sui rapporti molto buoni con Nevded e Paratici, i quali, in particolare, ne caldeggiano la candidatura per la successione di Allegri, prima di essere costretti a ripiegare su Sarri. Ci sono momenti in cui sembra che Agnelli sia sul punto di cedere, ma da Elkann non arrivano spiragli e alla fine i due cugini si trovano d'accordo: per Conte le porte non si apriranno mai più anche se i tifosi, ancora innamorati, lo avrebbero riaccolto a braccia spalancate.

 

antonio conte foto mezzelani gmt27

Nella tana del nemico

Antonio accetta la corte dell'Inter, la società più odiata dagli juventini, soltanto dopo aver capito che la Juve se la sarebbe dovuta scordare per sempre. Però quella scelta non l'ha mai considerata un tradimento: finanche negli anni d'oro dei trionfi bianconeri, quando non prese mai posizione su Calciopoli infastidendo assai la società ("Quanto scudetti ha la Juve? Io conto solo quelli che ho vinto io"), non si negò mai la possibilità di saltare il fosso. "Io sono tifoso della squadra che alleno, sono un professionista. Quindi non direi mai un no pregiudiziale a nessuno, neanche all'Inter".

ANTONIO CONTE

 

Però in pochi, alla Juve, credevano che quella parole potessero diventare una profezia. I tifosi sulla "fuga" del luglio 2014 avrebbero chiuso un occhio ma il passaggio all'Inter no, non gliel'hanno perdonato mai e non vedono l'ora di farglielo sapere in uno stadio pieno. Agnelli, da parte sua, ha avuto il privilegio di poterlo fare in uno stadio vuoto anche se per lui Conte non è l'ex bandiera che è andata all'Inter, ma l'uomo che ha guastato due feste scudetto e lasciato la Juve in piena estate, senza riguardo per chi lo ha amato così tanto.

JUVE INTER CONTE BONUCCI

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni times musk sunak edi rama

COME AL SOLITO, I GIORNALISTI ITALIANI SI FERMANO AI TITOLI: L’ARTICOLONE DEL “TIMES” SUI LEADER INTERNAZIONALI “TUTTI PAZZI PER LA MELONI” NON È PROPRIO UNA CAREZZA SUL FACCINO DELLA SORA GIORGIA, COME CI VOGLIONO FAR CREDERE “CORRIERE”, “LIBERO” E GLI ALTRI MEGAFONI DELLA FIAMMA MAGICA. ANZI, È PIENO DI FRECCIATONE ALLA THATCHER DE’ NOANTRI, TIPO “L’UMILTÀ BEN PREPARATA” DI FRONTE AL PREMIER ALBANESE EDI RAMA. O LA CHIOSA SULL’INCONTRO CON JD VANCE: “IL FLIRT DELLA 48ENNE ERA SOLO NATURALMENTE SIMPATICO O SI È RESA CONTO CHE RIDENDO DELLE BATTUTE DEGLI UOMINI DI POTERE OTTERRÀ L'ACCORDO COMMERCIALE CHE DESIDERA?” – RICORDA I “THREESOME” E IL PACCO DI GIAMBRUNO, SMONTA LE ORIGINI PROLETARIE DELLA DUCETTA E CHIUDE CITANDO BERLUSCONI: “È UNA PERSONA CON CUI NON SI PUÒ ANDARE D'ACCORDO”. VI SEMBRANO COMPLIMENTI?

giampaolo rossi giorgia meloni silvia calandrelli felice ventura matteo salvini gianfranco zinzilli giancarlo giorgetti

C'È UN NUOVO CAPITOLO NELL'ETERNO SCAZZO MELONI-SALVINI E RIGUARDA LA RAI - NEL CDA DI DOMANI FELICE VENTURA, DIRETTORE DELLE RISORSE UMANE, SARÀ NOMINATO PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ - SULLA POLTRONA DELLA CASSAFORTE DEL SERVIZIO PUBBLICO SI È CONSUMATO L'ENNESIMO SCAZZO: L'AD, GIAMPAOLO ROSSI, VOLEVA ISSARE SILVIA CALANDRELLI (NONOSTANTE LA VICINANZA AL PD), OSTEGGIATA PERÒ DALLA LEGA CHE VOLEVA GIANFRANCO ZANZILLI - IL MINISTRO GIORGETTI HA CONVOCATO ROSSI AL MEF (AZIONISTA DELLA RAI) PER IMPORRE IL NOME, MA QUELLO, DI FRONTE AL DIKTAT, HA OPPOSTO UN "ME NE FREGO". E ALLA FINE È STATO TIRATO FUORI DAL CILINDRO IL NOME DI VENTURA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...