UNA MERDA TIRA L’ALTRA - DOPO AVER BECCATO LA MULTA PER LE PAROLACCE DEI BAMBINI, LA JUVE ROSICA E RADDOPPIA: “SIAMO SCONCERTATI. REPLICHEREMO L’INIZIATIVA ANCHE COL SASSUOLO”

Emanuele Gamba per "La Repubblica"

Le parolacce dei padri ricadono sui figli, e comportano punizioni in proporzione: il "merda!" ripetutamente urlato dai piccoli tifosi juventini all'udinese Brkic costa 5.000 mila euro di multa, una sanzione storica nel suo genere. Le parolacce le dicono anche i grandi (l'insulto al portiere che rinvia è una specialità dello Stadium), eppure il giudice sportivo non si è mai interessato a loro.

Lo ha invece fatto adesso che le curve squalificate (per razzismo, non per coprolalia) erano state ripopolate con i bambini: è anzi probabile che la multa sia stata affibbiata proprio perché a sgarrare sono stati i piccoli.

Nel referto, il giudice parla di «(giovanissimi...) sostenitori »: quella parentesi e quei puntini
di sospensione dicono molto. La Juve se l'è presa assai. Si può dire che si sia offesa, a leggere la nota emessa verso sera in cui «esprime il proprio sconcerto per l'ammenda», annunciando comunque che l'iniziativa «Gioca con me... Tifa con me» verrà replicata anche il 14 con il Sassuolo «nonostante questo increscioso strascico disciplinare» contro il quale non farà opposizione: «La vicenda non merita alcun ricorso».

Si può dire che tra Juve e il Palazzo i rapporti siano di nuovo tesi, questa multa è stata vista quasi come uno schiaffo morale e contro di essa ha preso posizione anche Gigi Buffon, oggi capitano e un tempo fervente ultrà (della Carrarese): «A me questa multa fa sorridere, oltretutto per una parola ormai di uso comune. Ma siamo in Italia: invece di parlare della bontà di un'iniziativa, si crea un problema dove non c'è».

La tifoseria juventina è in tumulto, una buona parte pensa a una persecuzione e il rischio è che, una volta riaperte le curve (con il Sassuolo sarà ancora chiusa la Sud), gli ultrà tireranno a farsi squalificare di nuovo. D'altronde, dalla Juve si tende a non rimproverare gli ultrà, né Buffon ha promesso un'iniziativa, o un solo cenno, per provare a zittirli: «È una curva intera a cantare, un mio segnale non servirebbe a niente. E poi credo che alcuni siano soltanto sfottò che vengono travisati e strumentalizzati. Di sicuro, non sono meno gravi degli slogan sui morti o della distruzione di un settore dello stadio».

Ieri Buffon era a Milano in quanto azionista di maggioranza della Zucchi (di cui detiene quasi il 20%), impegnata in un aumento di capitale da 20,5 milioni: il portiere ha già sottoscritto la sua parte e ingloberà le eventuali azioni inoptate.

«Le idee non mancano, qualche soldo c'è, investire in Italia è una filosofia patriottica che a me piace tanto», ha raccontato il Buffon imprenditore, che punta ad espandersi in Usa, Cina e Brasile: «Al Mondiale farò da testimonial. Tutto fa brodo. Intanto, più che la faccia ci ho messo i soldi. Ma per ora resto un portiere. Non ho mai pensato per un solo momento a quando smetterò di giocare». D'altronde, dice, «se mi guardo in giro vedo le solite facce di cinque anni fa». Della Juve non ha più paura, come invece confessò in estate: «Temevo un appagamento, ma adesso i fatti parlano chiaro. Se c'era un problema, dopo Firenze l'abbiamo affrontato e risolto».

Buffon prevede un futuro interessante anche per via del nuovo contratto di Vidal, che ieri ha ufficialmente prolungato fino al 2017. «Il fatto che Arturo ci abbia scelto ci fa capire che le prospettive per il futuro sono ottime. E tra poco firmerà anche Pogba». Ma secondo il quotidiano cileno El Mercurio, il progetto di Vidal sarebbe di lasciare la Juve nel 2015 per approdare in un club come Barcellona o Real Madrid.

 

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