pedro dzeko

"PEDRITO, IL RODOLFO VALENTINO DELLA NUOVA ROMA DI FONSECA" - DOTTO IN ESTASI PER LO SPAGNOLO: “LUI, DZEKO, MKHITRYAN. INSIEME, BELLI DA PAURA. SONO L’ORO DELLA ROMA. SU TUTTI, PEDRO. IL SUO ARRIVO ALLA ROMA (NON SARÀ SCANDALO RICONOSCERE IL MERITO A FRANCO BALDINI) È STATO UN COLPO DI FRUSTA GRANDIOSO. IN TUTTO QUESTO DIVENTA QUASI UNA TORTURA IL PENSIERO DI ZANIOLO ASSENTE" – IL RITORNO DI "SUA ALTEZZA" SMALLING PER SISTEMARE LA DIFESA- VIDEO

 

Foto di Ferdinando Mezzelani per Dagospia

Giancarlo Dotto per il Corriere dello Sport

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L’oro della Roma. Il presente. Miki, Pedro, Edin. Insieme, belli da paura. Se hanno spazio sono lame nella carne. Il secondo gol è un magnifico spot di quanto potrebbero quest’anno godere i tifosi giallorossi se virus, infortuni, accidenti di ogni tipo non ci metteranno il loro piede caprino.

 

Tre tocchi totali, incluso il lancio di Mirante (participio sempre più presente di Mirare) e la conclusione di Dzeko, passando per il laser di Miki e il movimento di Pedrito, che è già il Rodolfo Valentino della nuova Roma di Fonseca per quanto seduce le folle, anche se sono solo mille.

 

Il futuro. Gonzalo e Carles. Il quarto e il quinto gol. L’avvenenza del calcio di Villar, la combinazione di movimento e tocco, non lasciano dubbi: la Roma ha pescato una perla. L’imperiosità del calcio di Perez, dribbling, potenza, precisione. Il suo gol è un raptus musicale. Un’altra perla. Dietro l’orgia dei ventiduenni rampanti, aggiungiamo Ibanez, c’è la qualità dei “vecchi” che fa da garanzia.

 

 

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Su tutti, Pedro. Il suo arrivo alla Roma (beh, non sarà scandalo riconoscere il merito a Franco Baldini) è stato un colpo di frusta grandioso. Ha rianimato l’ambiente. Restituisce il sorriso a Paulo Fonseca (la malinconia gli si addice, gli conferisce una grande eleganza, ma è il sintomo di un uomo in bilico e comunque non a suo agio).

 

Restituisce, se non il sorriso, almeno una motivazione non banale a Dzeko per accettare il suo destino da romanista senza rimpianti. Le sue spalle restano pesanti e la testa ancora intermittente ma, rispetto al fantasma di Udine, un altro giocatore. Sotto la maschera, padre e figlio Friedkin hanno nascosto l’intuibile esultanza, ma sono partiti con quattro sedili di distanza e, alla fine, erano quasi abbracciati.

 

Amnesie, disattenzioni croniche, peccati di gioventù condannano al patema la squadra di Fonseca anche quando, come ieri sera, il talento debordante sembra spingerla a storie scontate. Il ritorno di sua altezza Smalling dovrebbe bastare a rimettere in sicurezza la parte difensiva dietro, aiutando la crescita dei ragazzi che giocano ai lati. Ma le premesse sono più che una promessa.

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Soprattutto, questa Roma sembra riaccendere passioni (Pedro) ed esultanze estetiche che non si vedevano da tempo. In tutto questo diventa quasi una tortura il pensiero di Zaniolo assente, iniquamente “rubato” a questa che sembra essere l’inizio di una bella pagina romanista.

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