cecchinato

1. “DA DOVE SALTA FUORI CECCHINATO?” SI CHIEDE LA STAMPA INTERNAZIONALE – DRITTI E ROVESCI (A UNA MANO) DEL TENNISTA PALERMITANO CHE STA INCANTANDO PARIGI - DALL’INCUBO SCOMMESSE ALLA VITTORIA A BUDAPEST DOVE FU RIPESCATO COME “LUCKY LOSER”, “CECK” E’ ESPLOSO NEGLI ULTIMI 3 MESI, A 25 ANNI: “DEVE ESSERMI SCATTATO UN CLIC. FIRMEREI COL SANGUE PER BATTERE THIEM, ARRIVARE IN FINALE E PERDERE CONTRO NADAL"- VIDEO

Paolo Rossi per la Repubblica

 

cecchinato

Si è sciolto dopo l' abbraccio di Nole Djokovic. Per pochi secondi Marco Cecchinato ha smesso la corazza, quell' armatura che gli ha permesso di blindarsi e iniziare il suo personale viaggio catartico nel tennis, giunto felicemente a conclusione a Parigi, Roland Garros. Dopo Barazzutti, quarant' anni fa, un altro azzurro in semifinale. « Sono felice di aver scritto, o riscritto, qualche pagina di storia».

 

cecchinato djokovic

In campo, per pochi secondi, le lacrime gli hanno rigato dolcemente il viso svelando la vera natura, l' umanità di questo venticinque tennista palermitano, ragazzo semplice, altruista e generoso. Una volta ha voluto sottolineare le priorità della sua vita: « Non giocassi ogni giorno a tennis, penso che starei al circolo dove sono cresciuto per far giocare i bambini, aiutarli a divertirsi e a crescere » . È stato un momento.

 

Poi, con il dorso del polso, ha cancellato le lacrime come il segno di una palla sulla riga.

Marco Cecchinato da Palermo, in semifinale al Roland Garros.

" Ma da dove esce fuori questo tipo? Dove lo tenevate nascosto?" chiedono i giornalisti stranieri. Il suo rovescio a una mano ha incantato mezzo mondo, lo hanno paragonato a Wawrinka. « Scusate, vorrei essere solo me stesso » .

 

cecchinato

Così poco italiano, senza isterie in campo, senza proteste plateali. Solido, come potrebbe essere uno spagnolo. « Non ho un mental coach. Ce l' avevamo, l' abbiamo tolto. Dite che sono tosto? Bene, ma forse è dipeso solo da me. Deve essermi scattato un clic, non lo so». Un clic che per ora vale 570mila euro.

 

Un ragazzo che appare a prima vista spavaldo. Tanto siciliano. Con un cuore grande così. In campo ha capito come farsi rispettare: «Non mi fanno più male sul rovescio, e io non sbaglio più » . Poche regole, se applicate, ti cambiano la vita. Chiedete a Nole Djokovic: gli aveva chiesto di fargli da sparring partner a Montecarlo, ieri se n' è pentito, a posteriori. Era Cecchinato a fare il Djokovic. Forte di testa, di strategia e di gioco. Quanto sembrava lontano il 5 giugno di due anni fa per il serbo, quando s' imponeva finalmente a Parigi. Era sempre il 5 giugno, quando Francesca Schiavone trionfava e baciava la terra rossa di Parigi. Ieri, più laicamente, Cecchinato vi si è disteso.

 

cecchinato fiorello

Ormai cotto, prosciugato da emozioni e sentimenti che per tanto tempo ha tenuto a freno: « Ho visto i fantasmi in quel tie-break finale, pensavo che il Roland Garros potesse finire. Come tutta la mia vita». Una vita cominciata con una valigia e un borsone con le racchette. Aveva 17 anni quando lo zio Gabriele, maestro e dirigente del tennis palermitano, aveva convinto Massimo Sartori a tenergli un posto a Caldaro, 15 chilometri da Bolzano, insieme a Seppi. Il coach lo testò, lo provocò, lo mise alla prova e se Cecchinato ha una caratteristica, reagisce bene.

 

Si guadagnò la permanenza, ma per motivi indipendenti da lui dovette spostarsi verso la Liguria, a Bordighera. Dove ebbe la fortuna di trovare Cristian Brandi che ne migliorò il rovescio, oggi il colpo che lo completa. La storia di questo giramondo non era conclusa: il triangolo Palermo-Caldaro-Bordighera aggiunse un lato a Bologna, dove il giovane Simone Vagnozzi ( già allievo di Sartori) s' era insediato. Insieme a Umberto Ferrara (il preparatore) hanno iniziato una avventura che oggi si può inserire nell' eccellenza del Made in Italy. L' ex bambino di Palermo, che tanto desiderava «stare con persone più giovani e cercare di trasmettere loro sicurezza nei momenti chiave della crescita, un aspetto che mi appassiona particolarmente perché lo trovo stimolante per me e al tempo stesso un potenziale beneficio per chi lo riceve » , ha trovato in Vagnozzi il mentore che cercava da una vita, e con lui la serenità.

 

cecchinato

Ha dovuto indossare un costume da supereroe, mascherarsi da burbero per difendersi e giocare a fare lo spavaldo. Il destino lo ha premiato il 22 aprile, Budapest.

Eliminato nelle qualificazioni del torneo, viene ripescato come lucky loser. E vince il torneo. Battendo Seppi, il suo vecchio amico e tutor.

Quello è il giorno della svolta, l' inizio di una indimenticabile cavalcata. Non ancora conclusa.

«Se firmo per battere Thiem in semifinale e poi perdere da Nadal in finale? Sì, anche con il sangue ».

 

 

2. IL MAGNIFICO INTRUSO COME KUERTEN VENTUN ANNI FA

cecchinato

Gianni Clerici per la Repubblica

 

Si era concluso l' ultimo punto di Cecchinato, mentre io mi trovavo al mio vecchio Club di villa Olmo a Como, e ammiravo incredulo il siciliano, dimenticando la ragione fondamentale, una visita alla mia nipotina Anita di 8 anni, desiderosa di mostrarmi il suo nuovo rovescio.

 

Non era improbabileche, vedendomi sconvolto dal tie-break finale, qualche vecchio consocio mi rivolgesse una domanda addirittura ovvia, e cioè: «Hai mai visto qualcosa di simile, Gianni?».

 

Ero abbastanza emozionato per la più che inattesa vittoria di Marco, del quale avevo appreso solo oggi il nome di battesimo, anche se Sartori me ne aveva parlato molto bene, e anche Brandi, che ai suoi tempi mi aveva visto squalificato come suo coach, perché gli davo consigli ad alta voce.

cecchinato

 

Così ho pensato un minuto, e nella mia smemoria mi son venuti in mente altri due inattesissimi semifinalisti di Slam. Un giorno del 1977, a Dallas, avevamo disputato un torneo di giornalisti, e tra questi avevamo accettato come wild card un avvocato presentatosi col nome di McEnroe. Dopo il torneino, l' avvocato aveva invitato Rino Tommasi e me a colazione, e ci aveva detto che il suo bambino avrebbe esordito a Parigi e a Wimbledon. «Keep an eye on my boy, please», ci aveva chiesto. Un occhio benevolo, voleva dire. Così facemmo, ma ci rendemmo presto conto che McEnroe jr non aveva bisogno di incoraggiamenti.

 

Gianni Clerici

Dopo aver vinto il doppio misto al Roland Garros con Mary Carrillo, cresciuta a Milano, il giovane Mac partito dalle qualificazioni a Wimbledon aveva raggiunto addirittura le semifinali dove c' era voluto nientemeno che la testa di serie numero uno Connors per fermarlo, con i suoi passanti.

 

L' altra volta si collega al nome del simpaticissimo Kuerten, che pareva nato come Lacoste vicino allo stadio, tale era stata la sua disinvoltura da regolarista sul rosso nel battere via via Medvedev, Muster, e infine Kafelnikov, il numero 3 che io avevo pronosticato vincitore. A colpi di lunghissimi rovesci ingiocabili.

 

«Forse - ho concluso - ci saranno stati altri giocatori, a ritrovarsi a loro agio in un momento tanto cruciale, da sembrar nati sul Philippe Chatrier come a casa, ma non li ricordo altrattanto bene».

cecchinato

Mc Enroe a Wimbledon, Kuerten a Parigi e adesso Cecchinato. Ottima compagnia.

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