albertini

IL GRANDE CAOS DEL CALCIO ITALIANO - ELEZIONI FIGC, LA LEGA A È SPACCATA: LOTITO PROVA A CANDIDARSI MA MAROTTA E CAIRO LO STOPPANO – SIBILIA (DILETTANTI) IN CORSA: "NO AL COMMISSARIAMENTO DELLA FEDERCALCIO ANCHE SE SONO AMICO DI MALAGÒ”- LA CARTA ALBERTINI

Da www.corrieredellosport.it

MALAGO' SIBILIA

 

"Che facciamo apriamo le porte a chi vuole una gestione straordinaria? Io ho un rapporto di amicizia con Malagò ma mi sono sempre schierato contro il commissariamento. Se qualcuno pensava che io stessi lavorando per qualcos'altro si sbagliava". Lo dice Cosimo Sibilia all'assemblea straordinaria elettiva della Lega nazionale dilettanti nel suo intervento che anticipa la ratifica del suo nome a candidato per le prossime elezioni della Figc. "Noi abbiamo gli anticorpi per superare questo momento a patto che ognuno di noi faccia una riflessione forte. Con Tommasi e Gravina abbiamo cercato di trovare punti di incontro. Speriamo possano emergere prima di andare alle elezioni", ha aggiunto il numero uno della Lnd. Presente all'assemblea straordinaria elettiva anche il presidente della Lazio e della Salernitana Claudio Lotito.

COSIMO SIBILIA

 

 

IL GRANDE CAOS IN FIGC

 

 

Marco Iaria per LA Gazzetta dello Sport

 

Un déjà vu in via Rosellini.

La Lega Serie A promette di fare da traino politico, oltre che economico, di tutto il movimento calcistico, rivendica più centralità in Federazione, convoca presso la sua sede le altre componenti per provare a indirizzare il voto del 29 gennaio, ma poi finisce per litigare.

 

Dividersi. Spaccarsi. E, ovviamente, non decide nulla. Il commissario Carlo Tavecchio, al termine dell' ennesima estenuante giornata, sfuggita di mano anche a lui, si presenta alle telecamere e ammette: «L' assemblea non si è pronunciata su una candidatura a presidente Figc né su un' alleanza».

 

lotito

Dunque, società lacerate, nonostante i buoni propositi, anche sulla scelta di un candidato più digeribile di altri, che alla vigilia era stato individuato in Cosimo Sibilia, ma alla fine ha più l' identikit di Gabriele Gravina, l' unico a presentarsi al cospetto della commissione con un programma già scritto e molto apprezzato. Così, è avvolta nel caos l' intera contesa elettorale, innescata dall' eliminazione dell' Italia dal Mondiale e dalle conseguenti dimissioni di Tavecchio. A due mesi di distanza dalla disfatta azzurra, il sistema rimane prigioniero di veti ed egoismi, incapace di un sussulto di dignità.

 

LA MOSSA DI CLAUDIO Domani scadono i termini per presentare le candidature: non solo restano in campo Gravina (acclamato ieri dall' assemblea di Lega Pro), Sibilia (designato oggi all' unanimità dai 90 delegati della Dilettanti) e Damiano Tommasi, ma punta ad aggiungersi in corsa perfino Claudio Lotito il quale, pur in presenza di una divisione profonda in Lega, ha trovato le firme per candidarsi. Tecnicamente basta la maggioranza di una componente, e il presidente della Lazio giura di avere 11 società (forse 12) dalla sua parte, comprese Napoli e Sampdoria che alla vigilia erano date sull' altro fronte. In assemblea i cosiddetti «riformisti» gli hanno suggerito di non compiere quel passo in avanti. Beppe Marotta è stato chiaro: «È inopportuna la tua candidatura perché non è condivisa dalla Lega». Idem Urbano Cairo, che gli ha risposto così: «Dici che il problema sei tu?

 

massimo ferrero claudio lotito

No, Claudio, non ne faccio una questione personale. Ti apprezzo come presidente della Lazio e imprenditore ma per me non puoi rappresentare il rilancio del calcio italiano perché non ho condiviso la tua gestione della Lega negli ultimi anni». A quel punto, gli alleati di Lotito hanno chiesto ai dirimpettai di proporre un nome alternativo. Nulla da fare.

 

cairo

La Lega, intesa nella sua collegialità, ha deciso di non decidere, ma Lotito vuole candidarsi ugualmente alla presidenza Figc, probabilmente anche perché non riesce a trovare i 14 voti necessari a farsi eleggere consigliere federale. Si giocherà davvero la partita? È convinto di avere più della metà dei voti della A (quindi il 7-8%), la B (che pesa per il 5%), un pezzetto di Lega Pro (vale il 17%), e un' alleanza in tasca con la Lnd che gli spianerebbe la strada.

 

ORA LE ALLEANZE? Le cose, però, non stanno esattamente così. Sibilia caldeggiava una convergenza sulla o dalla Lega di A, e con questo spirito ha portato ieri mattina a Milano il suo 34%, nella speranza di ingolosire i suoi interlocutori. Cosa assai diversa è darlo in dote ad una candidatura personale di Lotito, anche mediaticamente di difficile gestione. Perciò, oggi Sibilia va ritenuto un candidato a tutti gli effetti, convinto di poter andare fino in fondo, ma al tempo stesso consapevole che ora ricomincia la partita delle possibili alleanze. Già questa mattina, con Damiano Tommasi che sarà presente all' assemblea della Lnd potrebbe tornare a discutere dell' ipotesi di indicare in extremis Demetrio Albertini, in risposta a Lotito: l' ultimissimo tentativo di trovare il famoso candidato esterno su cui far convergere Dilettanti, Calciatori e Lega Pro, ma è un tentativo molto complicato.

 

ATTENZIONE... Se Lotito scenderà davvero in campo, la corsa al voto federale del 29 gennaio scatterà con quattro candidati. Davvero troppi, per immaginare qualcosa di buono per le sorti del calcio italiano. Due mesi fa invocavano tutti la necessità di un governo di larghe intese, oggi vanno tutti dritti verso l' ingovernabilità. Restano due settimane per chiudere alleanze e comporre maggioranze. L' impressione è che almeno uno mollerà a partita in corso. Altrimenti, si consegneranno ad un bel commissariamento del Coni, che sotto sotto perfino qualche club di A comincia ad auspicare.

ALBERTINI

 

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)