COSA HA FATTO LA NORVEGIA PER MERITARSI HAALAND CHE SEGNATO 100 GOL IN PREMIER LEAGUE IN 111 PARTITE? PER 28 ANNI IL PAESE DEI FIORDI HA OSSERVATO I GRANDI TORNEI INTERNAZIONALI DA LONTANO. L’ULTIMO MONDIALE ERA STATO GIOCATO PRIMA CHE HAALAND NASCESSE. OGGI LA NORVEGIA HA CAMPIONI IN DIVERSE DISCIPLINE: MAGNUS CARLSEN NEGLI SCACCHI, CASPER RUUD NEL TENNIS. JAKOB INGEBRIGTSEN NELL’ATLETICA. NON E' FRUTTO DEL CASO: LA NORVEGIA HA UN DOCUMENTO CHE DIFENDE I DIRITTI DEI BAMBINI NELLO SPORT. POSSONO DECIDERE DA SOLI QUANTO DESIDERANO ALLENARSI E POSSONO RINUNCIARE ALLE PARTITE SE VOGLIONO SOLO ESERCITARSI. SI DIVENTA HAALAND IN DETERMINATI CONTESTI...
video dal canale youtube di erling haaland 2
Articolo di Angelo Carotenuto per repubblica.it - Estratti
I numeri vengono prima di tutto. Nessuno aveva mai segnato 100 gol in Premier League in 111 partite. Alan Shearer ne aveva impiegate 124, Harry Kane 141.
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Ma più dei numeri c’è l’idea di un calciatore che sposta i confini del possibile.
(...) Era il cyborg, la macchina dei gol, il terremoto nordico. Oggi la sua importanza ha perfino superato la statistica. Haaland è un concetto, una visione, una nuova geografia. È il primo grande calciatore globale a essere la causa di un cambiamento, non soltanto la sua conseguenza. È stato lui a spingere Guardiola verso il cambiamento arrivando a Manchester, molto più di quanto Guardiola abbia chiesto a lui di mutare le sue abitudini. Il City ha smesso di cercare linee interne per trovarne di verticali.
Ha allargato gli spazi per riempire l’area. Ha rinunciato volentieri a una vecchia parte di sé per aprirsi a una nuova. Haaland è un’anomalia che obbliga ogni allenatore del mondo a tornare alla lavagna. È la prova che quando arriva un talento fuori scala, le idee si piegano al giocatore, non il giocatore alle idee.
Per 28 anni la Norvegia ha osservato i grandi tornei internazionali da lontano, come un continente proibito. L’ultimo Mondiale era stato giocato prima che Haaland nascesse. È un Paese spaventosamente ricco di campioni diversi. Magnus Carlsen è l’ingegno degli scacchi, Aleksander Aamodt Kilde è stato l’oscenità dell’audacia. Casper Ruud è il caos calmo del tennis. Karsten Warholm e Jakob Ingebrigtsen sono la brutalità norrena dell’atletica. Una pluralità di corpi e campioni che si deve all’atteggiamento del paese verso l’attività fisica.
La Norvegia ha un documento che difende i diritti dei bambini nello sport. Tutte le 54 federazioni sportive hanno votato per adottare la Carta. I bambini non possono partecipare a nessun campionato nazionale prima dei 13 anni e nessun campionato regionale prima degli 11. I bambini possono decidere da soli quanto desiderano allenarsi e possono rinunciare alle partite se vogliono solo esercitarsi. Se vogliono cambiare club a metà stagione, possono farlo.
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Perché in Norvegia credono che la volontà di un bambino venga prima di quella dei genitori o dell’allenatore. È un paese piccolo che non può permettersi di far stufare i ragazzini solo perché lo sport non è divertente. Gli Erling nascono per caso in certi posti, ma diventano Haaland in determinati contesti. Se l’Italia può perdere a Oslo senza che sia più una eresia sportiva, è anche perché il mondo è diventato più permeabile, più giusto con chi studia, investe e si aggiorna. Haaland non è il frutto di una cicogna benevola, è il simbolo di un nuovo merito globale. Dopo - certo - vengono i numeri.
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