mourinho friedkin

"FRIEDKIN & MOU ASSOCIATI HANNO RIPORTATO LA RELIGIONE DEL TIFO A ROMA COME NON ACCADEVA DAGLI ANNI '60" -DOTTO: SE I FRIEDKIN TACCIONO, MOU È IL CAPO TRIBÙ CHE PARLA E REALIZZA IL CAPOLAVORO ASSOLUTO DELLA SUA CARRIERA: RIPORTARE IL CALCIO DI OGGI ALLA FESTA E ALL’INNOCENZA DEGLI ANNI ’60. L’OLIMPICO PIENO NON CI SAREBBE MAI STATO SENZA JOSÉ (TIRANA? L'EVENTUALE CILIEGIONA) - IL BAGNO DI FOLLA DI MOU AGLI INTERNAZIONALI: VIDEO

Giancarlo Dotto per il Corriere dello Sport

 

mourinho agli internazionali

Sacrosanto dirlo prima perché non sia troppo facile o difficile dirlo dopo. Comunque vada a Tirana (cambia tutto nel calcio, ma il pallone resta maledettamente e qualche volta iniquamente rotondo), la ditta Friedkin & Mourinho associati l’impresa a Roma l’ha già confezionata e siglata. Non sappiamo se i soggetti in questione avessero già studiato tutto prima di salire in giostra. Fosse così, i tifosi romanisti avrebbero tutto il diritto di esultare ancora di più, ammesso sia possibile, con tutta la devozione genuflessa che si riserva alla Madonna o al Genio. Può darsi, invece, che l’abbiano capito strada facendo o che non l’abbiano capito affatto, che non l’abbiano cioè razionalizzato a tavolino, resta il fatto che è successo. Una sintesi, per l’appunto mirabolante, tra rivoluzione e reazione.

 

Friedkin & Mou associati hanno riportato la religione del tifo a Roma come non accadeva dagli anni 60. Molto prima che un razzo, da curva a curva, sfondasse la faccia dello sventurato Paparelli.

 

mourinho agli internazionali

Allo stesso tempo, questo ritorno al passato, questa restaurazione dell’inconfondibile e voluttuoso amore da stadio si combina con visioni e strategie lungimiranti, per quanto gettate nel futuro.

Avendo speso fiumi di parole sullo sciamano di Setubal, concentriamoci un poco sui due texani, padre e figlio, padre soprattutto. Il loro primo, sensazionale colpo di genio: la scelta del silenzio. Radicale. Come quella dei monaci certosini. Che sono quanto di più lontano dal mondo, eppure nel cuore del mondo. Distanti da tutto e da tutti per essere uniti a tutto e a tutti nel comune obiettivo che, nel caso dei monaci è Dio, in quello dei Friedkin il successo dell’impresa. Scelta decisamente più audace e ammirevole quella degli americani che, nel mondano, sono immersi fino al collo, tra Hollywood, Cannes e i rituali vari del glamour.

 

mourinho agli internazionali

La scelta del silenzio in una città come Roma, invasa dalla chiacchiera, è iconoclastia allo stato puro. Un gesto di rottura totale. Atteggiandosi a monaci certosini, i texani lavorano nell’ombra, costruiscono il loro tempio laico al riparo del rumore. Certo, i risultati aiutano. Ma va detto che un certo rispetto per i Friedkin non è mai mancato, nemmeno nei momenti peggiori. Se l’altro tace, se l’interlocutore si sottrae, la tua parola o parolaccia sfinisce prima o poi nel deserto. Jim Pallotta, molto intelligente, ma passionale e stizzoso come pochi, non l’ha mai capito.

 

L’altro colpo geniale: José Mourinho. Quasi impossibile solo pensarlo. Uno che ha sempre levato calici lussuosi su tavole molto imbandite, sola eccezione il Porto ai suoi esordi. “Ave Mou, un cavolo! Ha accettato la Roma solo perché è consapevole del suo inevitabile declino…”. José Mourinho come Gloria Swanson, lo stesso malinconico boulevard dell’ultima sfilata. Accusato dai suoi detrattori d’essere l’ego della bilancia dentro una traiettoria già modesta che tanto valeva precipitare. José Mourinho come Nerone. La Roma brucia. A quanto pare non era questo il racconto.

 

mourinho agli internazionali

Il capolavoro, in tutti i sensi fatto carne, che vediamo ogni volta di questi tempi all’Olimpico, non ci sarebbe mai stato senza José, anche deliberando l’accesso allo stadio gratuito. Non è il quanto, ma il come. Non quanto pieno di corpi lo stadio, ma cosa ribolle in quei corpi. Se i Friedkin tacciono, Mou parla. E come parla. Sempre ispirato. Mostrandosi nella sua veste migliore, la stoffa del capo tribù, parlando in una lingua non sua di “empatia” e di “famiglia”, sempre convincente, senza mai dare l’aria di recitare aria fritta, l’uomo di Setubal mette a segno il capolavoro assoluto della sua carriera. Niente a che fare con i trofei (Tirana? L’eventuale ciliegiona). Riportare il calcio di oggi alla festa e all’innocenza degli anni ’60. Quando non era stato ancora sequestrato dal super ego del tifo organizzato, all’inizio propizio poi dannato, le famiglie sfrattate da curve e stadi egemonizzati dalla religione ultrà.

 

dan ryan friedkin

Il profeta José, con tanto di canizie che sa di papalina, ha riacceso l’anacronismo umanistico della fede in un mondo che va a passo spedito verso il post-umanesimo. Esempio, tra l’altro, irresistibilmente contagioso. Ogni volta che l’Olimpico va in onda si accendono focolai ovunque, anche dalle macerie della pandemia, a Salerno, Genova, Torino, Milano, Napoli, Udine, Empoli. Ovunque. Dalla Roma di Mourinho è ripartito qualcosa di enorme. Un fuoco fatuo? Forse. Una suggestione. Chissà? Ma, intanto, c’è, godiamocela.

 

Le premesse perché abbia un futuro, almeno a Roma, ci sono. Lo dimostrano i nostri cellulari di questi tempi invasi di foto da parte di padri giallorossi infoiati di brutto, trentenni e quarantenni, delle loro creature in culla o all’asilo addobbati di giallorosso dalla testa ai piedi. Qualcuno anche visibilmente spaventato dall’irrefrenabile euforia del genitore. Insomma, Mou ha fatto ripartire anche il treno generazionale. La crisi delle vocazioni da questa sponda del Tevere sembra scongiurata per i prossimi decenni.

jose mourinho foto mezzelani gmt064jose mourinho foto mezzelani gmt063jose mourinho foto mezzelani gmt062jose mourinho foto mezzelani gmt061

 

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...