cairo tavecchio lotito

FUMATA NERA IN LEGA A: FALLISCE IL BLITZ DI LOTITO - L' ASSE FRA LAZIO, JUVE E MILAN HA PROVATO INVANO A ELEGGERE BRUNELLI PRESIDENTE. POI DECISIVO L’INTERVENTO DI CAIRO – TAVECCHIO ESULTA: "TRA 20 GIORNI CI SARA’ IL NUOVO STATUTO" – DE LAURENTIIS HA LASCIATO LA RIUNIONE LASCIANDO LA DELEGA DI VOTO AD ANDREA AGNELLI (UN INEDITO SU QUESTI SCHERMI…)

Lotito Agnelli-Lotito Agnelli-

Marco Mensurati per la Repubblica

 

Una Caporetto, forse no. Ma una pesante sconfitta, Lotito, stavolta, l' ha portata a casa. Con queste parole, dopo circa sei ore di discussione, uno dei fortunati presenti ai lavori ha provato a sintetizzare il senso politico di una giornata che rischia di entrare nella storia del calcio. La giornata in cui la Lega Calcio - una delle associazioni più ingovernabili nella storia del diritto privato - si dette uno Statuto moderno, con un presidente e un ad indipendenti, e un consiglio di Lega snello (sette componenti che decidono a maggioranza) e più centrale, rispetto all' assemblea, nei processi decisionali.

CAIROCAIRO

 

Gli schieramenti erano noti già dalla vigilia. Da una parte il commissario Carlo Tavecchio e i suoi due vice (Michele Uva e Paolo Nicoletti) che si presentavano con una bozza per le linee guida dello Statuto da far approvare all' assemblea; dall' altro lo strano asse Milan-Juve-Lazio, rappresentato dal triumvirato Fassone- Agnelli-Lotito, che spingeva per mandare a casa i commissari e votare, col vecchio sistema, un nuovo presidente di garanzia.

 

Il triumvirato - ad evidente propulsione lotitiana - era convinto di avere i numeri per il suo blitz. Di avere cioè dalla sua parte almeno altre undici squadre.

 

Non era così. Come Lotito ha potuto scoprire appena aperti i lavori. Tavecchio e i commissari, aiutati dall' opposizione (guidata dalla Roma americana) e dal Coni, avevano infatti lavorato ai fianchi molte società che alla fine hanno abbandonato Lotito &co. Fallito il blitz, l' assemblea si è trovata a dover scegliere: rimanere nella palude o trattare sulle linee guida proposte dai commissari? Alla fine ha prevalso la seconda linea. Decisivo un intervento di Urbano Cairo, e la disponibilità delle grandi squadre a ridurre (non si sa di quanto) la quota relativa ai bacini di utenza nella ripartizione dei proventi dei diritti tv.

LOTITO 2LOTITO 2

 

Le ultime due ore di dibattito prima del voto (praticamente unanime) sono servite a calmare Lotito. Voleva: a) un consiglio composto da 11 membri; b) il diritto di voto per i consiglieri federali (in vista della sua prossima elezione); c) la bocciatura del meccanismo di lista per eleggere i consiglieri; d) la riconferma della Lega come associazione non riconosciuta, e dunque non sottoposta al controllo prefettizio.

Ha ottenuto solo c) e d).

 

NASCE LA NUOVA ELGA DI A

 

Monica Colombo per il Corriere della Sera

urbano cairourbano cairo

 

Nei suoi piani sarebbe dovuto essere il giorno del golpe, cioè dell' elezione, con il vecchio regolamento, di Marco Brunelli. Per Claudio Lotito è stata invece la giornata che ha segnato la fine del suo impero.

 

All' unanimità i 19 club presenti (il Chievo aveva già lasciato il tavolo) ieri hanno approvato le linee guida vincolanti del nuovo statuto, recependo le indicazioni della bozza approntata dal commissario Carlo Tavecchio e dal vice Paolo Nicoletti.

 andrea agnelli andrea agnelli

 

La nuova governance quindi sarà all' insegna dell' indipendenza e della snellezza. I poteri (ora in capo all' assemblea) passeranno al Consiglio di Lega formato da 7 elementi: 3 figure indipendenti, presidente, amministratore delegato e direttore generale, e 4 espressione di club (due di loro potranno ricoprire la carica di consigliere federale; nel caso la scelta ricada su altre figure, i designati non avranno diritto di voto nel consiglio di Lega).

 

«Doveva essere una giornata campale per lo stravolgimento delle strategie: si è conclusa invece con un voto unanime delle linee guida» ha commentato Tavecchio dopo sei ore di riunione.

 

LOTITO TAVECCHIOLOTITO TAVECCHIO

Un ruolo chiave per lo svolgimento dei colloqui e per trovare una sintesi tra posizioni inizialmente contrapposte lo ha avuto il presidente del Torino Urbano Cairo, fermo nel proposito di opporsi alla figura del presidente ponte (cioè Brunelli), in attesa di nuove elezioni tra tre mesi. Convinto che la serie A, per restare al passo dei più ricchi e competitivi campionati europei (Premier e Liga), debba avere una conduzione manageriale e cogliere al volo l' occasione per modernizzarsi, Cairo ha spinto per compiere subito il primo passo verso la riforma della governance. L' elezione di un presidente «fantoccio» sarebbe quindi stata nefasta e avrebbe solo significato perdere altro tempo.

mauro baldissonimauro baldissoni

 

Ha così stoppato il tentativo di Lotito di integrare la bozza dello statuto con delle modifiche, che il presidente della Lazio aveva preparato, e il suggerimento di Marco Fassone, ad del Milan, di allargare il Consiglio di Lega a nove elementi.

 

Fra 20 giorni il nuovo statuto verrà approvato, poi si potrà procedere al rinnovo delle cariche. Nello statuto verrà certificata la presenza del paracadute, con relative quote. Si è anche discussa la modalità di distribuzione dei proventi da diritti tv: aumenterà la parte fissa (uguale per tutte le società) e meritocratica. La consapevolezza di non possedere i numeri necessari per arrivare al quorum ha indotto Lotito ad assecondare l' ordine del giorno senza insistere sull' elezione del presidente: alla fine il buon senso ha prevalso. Nel finale della lunga assemblea la serenità ha prevalso: per dire, Aurelio De Laurentiis ha lasciato la riunione cedendo la delega del voto a Andrea Agnelli. Un inedito su questi schermi.

DE LAURENTIISDE LAURENTIIS

La governance I poteri (ora all' assemblea) passeranno al Consiglio di Lega formato da 7 elementi: 3 figure indipendenti, presidente, amministratore delegato e direttore generale, e 4 espressione dei club Le cariche Tra 20 giorni si approverà lo statuto e si passerà al rinnovo delle cariche.

Cairo TavecchioCairo Tavecchio

 

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)