berlusconi parisi

HABEMUS PARISI! - IERI AD ARCORE IL SUMMIT DECISIVO CON BERLUSCONI: PARISI SARA' IL NUOVO VERDINI E GUIDERA’ IL PARTITO FINO A UN ASSAI IPOTETICO CONGRESSO - SCONFITTA L'ALA DEI CONFALONIERI-BOYS PER UN NUOVO NAZARENO (TOTI, ROMANI, MATTEOLI)

Marco Cremonesi e Simona Ravizza per il “Corriere della Sera

 

PARISI BERLUSCONIPARISI BERLUSCONI

Stefano Parisi è il nuovo coordinatore (o organizzatore) di Forza Italia. È quanto è stato concordato ieri durante una cena ad Arcore tra l' ex candidato sindaco di Milano e Silvio Berlusconi. Parisi dovrà traghettare il partito verso un congresso che si svolgerà alla fine dell' anno.

 

Obiettivo, la nascita di un soggetto politico capace di dare una casa il più possibile unitaria ai pezzi oggi dispersi del centrodestra. Primo compito: «Calmare gli animi dei dissidenti» di Forza Italia, ieri sera indicati in Giovanni Toti, Paolo Romani, Altero Matteoli e Maurizio Gasparri. Anche evitando, richiesta esplicita di Berlusconi, «inutili interviste».

 

SALVINI PARISI SALVINI PARISI

A tavola, alle 21, oltre a Parisi e al leader di FI, siedono soltanto Marina Berlusconi e Valentino Valentini. Per l' ex premier, Parisi è assai utile per tornare ad essere l' uomo che distribuisce le carte là, al centro di uno schieramento rinnovato. Con Arcore che torna ad essere indirizzo imprescindibile della politica italiana. Ma Berlusconi vuole di più.

 

E cioé, che Parisi prenda ufficio nella sede di Forza Italia a Roma, in San Lorenzo in Lucina, e metta mano al partito per restituirglielo con una carrozzeria più smagliante. Fermo restando che il motore resta quello di sempre, Silvio Berlusconi: se Parisi è l' uomo che deve riunire i moderati, la fonte della legittimazione dell' ex direttore di Confindustria rimane comunque lui. Che riserva a sé stesso il ruolo di presidente e di fondatore del soggetto politico in gestazione.

valentino valentini e berlusconi all uscita del san raffaelevalentino valentini e berlusconi all uscita del san raffaele

 

Parisi temeva che il ruolo di partito sarebbe stato assai più adatto a zavorrarlo che a lanciarlo come il federatore del centrodestra (parola destinata a rapida decadenza). Ma alla fine, la seduzione di Berlusconi è tornata a dispiegarsi: e Parisi, dopo circa 75 minuti di cena, ha acconsentito al ruolo per lui immaginato. L' ex candidato sindaco, inoltre, è adattissimo a traghettare la coalizione verso quel «governo di scopo» che Silvio Berlusconi ritiene indispensabile.

 

Meglio ancora se nella trattativa, lui si trovasse in posizione di forza in qualità di «vincitore» del referendum sulle riforme. Anche se ieri Mariastella Gelmini è stata categorica: «Forza Italia non ha alcuna nostalgia del Nazareno». Suscitando il giubilo di Ignazio La Russa. E certamente Parisi ha eccellenti relazioni con l' Ncd, o quantomeno con quella parte che guarda a Maurizio Lupi. Che è cosa diversa da Angelino Alfano.

mariarosaria rossi e paolo romanimariarosaria rossi e paolo romani

 

E la Lega? Berlusconi non pare darsi troppo pensiero dell' ostilità leghista al progetto «dentro tutti». Tra l' altro, dopo le tempeste sulle candidature a Roma, l' ex premier ha avuto nuovamente modo di offendersi molto perché il leader padano non gli ha fatto neppure una telefonata nei giorni del ricovero. A differenza, per esempio, di Roberto Maroni.

 

Resta il fatto che i partiti - non soltanto Forza Italia - continuano a percepire Parisi come un corpo estraneo, il «generale senza truppe» o con truppe altrui. Per dire: il futuro federatore ieri non è nemmeno stato invitato alla presentazione dei comitati per il No del centrodestra. La responsabilità se l' è assunta il capo della Lega lombarda Paolo Grimoldi, organizzatore dell' incontro: «All' inizio, era una cosa pensata per i segretari regionali». E gli altri presenti? «Si sono aggiunti poi».

BIGLIETTO DI NAPOLITANO A PAOLO ROMANI CONTRO BERLUSCONIBIGLIETTO DI NAPOLITANO A PAOLO ROMANI CONTRO BERLUSCONI

 

Secondo Ignazio La Russa di Fratelli d' Italia, l' ex candidato a Milano (che pure «ha perso») «ha legittimamente il diritto di candidarsi all' interno del suo partito a tutti i ruoli che desidera. Spetta ai dirigenti di Forza Italia e a Berlusconi, che rimane l' unico vero leader di quel partito, decidere cosa fare». Quanto agli azzurri, restano i dubbi largamente espressi. Ieri Paolo Romani li ha riassunti così: «I leader non nascono sotto i cavoli».

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