venezia biennale contestazione collettivo filo palestinese e chiara ferragni

KEFIAH E FERRAGNI: A VENEZIA LA BIENNALE APRE CON LA CONTESTAZIONE - MASNERI: “TRECENTO MANIFESTANTI DI UN COLLETTIVO CHIEDONO L’ESCLUSIONE DI ISRAELE COME IL SUDAFRICA AI TEMPI DELL’APARTHEID MA RIMANGONO DELUSI, PERCHÉ ISRAELE CAPITO L’ANDAZZO HA CHIUSO IL PADIGLIONE. È VENUTO GIÀ CONTESTATO INSOMMA. ALTRI CONFLITTI MENO ANGOSCIOSI SCOPPIANO QUANDO APPARE CHIARA FERRAGNI ALLA MOSTRA DI FRANCESCO VEZZOLI AL MUSEO CORRER CON VESTITO-GUAINA NERO, SCOSCIATISSIMO, E CODAZZO E BODYGUARD. MA SENZA FABIO MARIA DAMATO, IL SUO KISSINGER..." – VIDEO

Michele Masneri per il Foglio - Estratti

 

contestazione collettivo filo palestinese alla biennale di venezia

Finalmente una Biennale di contrasti e contestazioni. Ieri era il primo giorno di inaugurazione a inviti della mostra e subito nel pomeriggio irrompono ai Giardini trecento manifestanti del collettivo “Art Not Genocide Alliance”, che da mesi chiede l’esclusione di Israele come il Sudafrica ai tempi dell’apartheid.

 

Si dirigono verso il padiglione israeliano, questi arditi dotati di invito (l’ambitissimo invito dei giorni precedenti l’apertura al pubblico), infatti non c’è stato sfondamento degli ingressi. Però arrivano e rimangono delusi, i contestatori-chic, perché Israele capito l’andazzo ha chiuso bottega da mo’, è venuto già contestato insomma.

 

Si dirigono allora verso il padiglione americano, e, già che ci sono, verso quello tedesco, che però ospita colpevolmente un artista israeliano. La protesta funziona benissimo, si forma subito una coda immensa e la Germania viene subito data per favorita. Nel frattempo i contestatori che urlano slogan come “la Germania è uno stato razzista” o “Israele è uno stato terrorista”, non incontrando resistenze, vengono filmati da altri invitati che pensano sia una performance, poi si dileguano tra i padiglioni.

 

padiglione israele biennale venezia

E’ la Biennale della confusione geopolitica: il padiglione russo, che era stato chiuso invece d’ufficio ai tempi dell’invasione in Ucraina, ora è aperto. Ma una volta entrati, si sente parlare spagnolo. La spiegazione? E’ stato prestato alla Bolivia.

 

I complottisti sostengono in seguito a un patto per cui Putin si è comprato le riserve di litio dello stato sudamericano. Mah. Dei visitatori russi sono indignatissimi perché entrano e pensavano di trovare arte russa e urlano qualcosa nella bella lingua di Tolstoj. Non ci si capisce più niente insomma e in questo la Biennale è, volontariamente o meno, una gran metafora del mondo stralunato in cui viviamo.

contestazione filo palestinesi a venezia

 

(...) Altri conflitti meno angosciosi scoppiano quando appare Chiara Ferragni alla mostra di Francesco Vezzoli al museo Correr. Con vestito-guaina nero, scosciatissimo, sollevato dal vento in piazza San Marco, e codazzo e bodyguard (ma senza Fabio Maria Damato, il suo Kissinger), mentre infuria la bufera e crollano le temperature e tutti rimediano giacconi e palandrane per ripararsi dall’intemperia, lei non contenta fa un cambio d’abito e si presenta tutta in lamé argento alla cena del mecenate bergamasco Luca Bombassei, destando scalpore tra gli eredi Picasso, il direttore del Whitney Museum, e quello di Vanity Fair italiano.

 

chiara ferragni a venezia

Vari gruppi sociali qui si scrutano, quello della moda milanese che sta con “Chiara” scannerizza il nuovo potere romano delle istituzioni culturali, capeggiato da Alessandro Giuli del Maxxi, e poi gli intellettuali da Biennale stravolti dalla apparizione di “Chiara” (“è proprio lei?”). Momento “Vacanze intelligenti”, però glamour. Qualcuno timidamente chiede un selfie. Postarlo o no? Drammi.

 

chiara ferragni a venezia

L’editore di Marsilio De Michelis la osserva. Qualche scrittore si chiede come approcciare l’icona decaduta ma ancora sfavillante. Garantismo. Qualcuno le sussurra “sei bellissima”. L’ex presidente della Biennale Roberto Cicutto si aggira sereno e abbronzato. Il nuovo, dicono, è in albergo, “si è arritirato”. Almeno qui, non c’è conflitto che non si possa appianare con qualche giro di champagne

 

chiara ferragni a veneziachiara ferragni a venezia per la mostra di vezzoli alla biennale 11chiara ferragni a venezia per la mostra di vezzoli alla biennale 10chiara ferragni a venezia per la mostra di vezzoli alla biennale 9chiara ferragni a venezia per la mostra di vezzoli alla biennale 8

chiara ferragni a venezia per la mostra di vezzoli alla biennale 5chiara ferragni a venezia per la mostra di vezzoli alla biennale 7chiara ferragni a venezia per la mostra di vezzoli alla biennale 3chiara ferragni a venezia per la mostra di vezzoli alla biennale 1pedrosa buttafuoco biennale 2024padiglione israele alla biennalechiara ferragni a venezia per la mostra di vezzoli alla biennale 6

 

Ultimi Dagoreport

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO

donald trump

COME STA IN SALUTE DONALD TRUMP? DOPO LE FOTO HORROR DELLE CAVIGLIE FORMATO ZAMPOGNA DEL PRESIDENTE, ANCHE NEGLI STATES INIZIANO A FARSI DELLE DOMANDE - C’È UNA CORRENTE DEL PARTITO DEMOCRATICO, VICINA A BERNIE SANDERS, CONVINTA CHE LA SALUTE DI TRUMP SIA PIÙ TRABALLANTE DI QUANTO I MEDICI DELLA CASA BIANCA NON VOGLIANO AMMETTERE. I PUGNACI DEPUTATI DEM STAREBBERO VALUTANDO DI CHIEDERE L’ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE MEDICA INDIPENDENTE PER VALUTARE LE REALI CONDIZIONI DEL PRESIDENTE… - TRA INSUFFICIENZA CARDIACA E DEMENZA SENILE, SUI SOCIAL I COMPLOTTARI MORMORANO: "QUALUNQUE COSA NASCONDA, STA PEGGIORANDO"

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?