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MESSI IN PIEGA! L’ARGENTINA PERDE AI RIGORI LA FINALE DI COPPA AMERICA CONTRO IL CILE E IL 5 VOLTE PALLONE D’ORO MOLLA LA NAZIONALE: “NON SONO RIUSCITO A VINCERE NULLA” - OGGI ALLE 18 ITALIA- SPAGNA! SCONCERTI: “SONO PIU' FORTI DI NOI. PER BATTERLI NON C'È UN' ALTRA VIA, BISOGNA ASPETTARLI"

MESSI IN ARGENTINA CILEMESSI IN ARGENTINA CILE

1 - COPPA AMERICA, MESSI ANNUNCIA IL RITIRO DALLA NAZIONALE: "MI ARRENDO"

Da www.gazzetta.it

 

Dopo l'ennesimo flop, a soli 29 anni Leo smette con la Seleccion: "La decisione è presa, ho fatto di tutto per vincere qualcosa, ma non ci sono riuscito. Dopo l'oro olimpico 2008, il fenomeno del Barcellona ha sempre "ciccato" i grandi tornei

 

L'Argentina perde la sua terza finale consecutiva e Leo Messi, a soli 29 anni, annuncia l'addio alla Nazionale. La Seleccion, a secco da 23 anni, è stata sconfitta ai rigori dal Cile nell'ultimo atto della Coppa America del Centenario, con l'asso del Barcellona che ha sbagliato un penalty, al pari di Biglia. "La decisione è presa. Ho fatto di tutto per cercare di vincere qualcosa, ma non ce l'ho fatta. La mia esperienza con la Seleccion è finita", ha dichiarato il capitano biancoceleste dopo il match, visibilmente scosso per l'errore dal dischetto, dopo il quale non è riuscito a trattenere le lacrime.

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CINQUE FLOP - Sono cinque i grandi tornei in cui Messi ha fatto flop: il Mondiale 2010, la Coppa America 2011, il Mondiale 2014, la Coppa America 2015 e la Coppa America del Centenario 2016. Gli unici successi ottenuti da Leo con l'Argentina risalgono alle Nazionali minori: Mondiale Under 20 nel 2005 e oro olimpico con l'Under 23 nel 2008

 

2 - SERVE PAZIENZA IL TEMPO È IL NOSTRO MIGLIOR ALLEATO

Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”

 

ITALIA SPAGNAITALIA SPAGNA

C' è una differenza fondamentale di comportamento tra noi e la Spagna che è alla base del nostro calcio opposto. L' Italia è abituata ad aspettare che la palla le ritorni, sa che quello è il destino, non s'innervosisce se gli avversari le girano intorno. Gli spagnoli o tengono loro il pallone o diventano ansiosi, non accettano di dipendere dagli altri. Quello che ci invidiano è la nostra calma, l'abitudine a essere attaccati. Possiamo giocare male, ma raramente andiamo nel panico. La Spagna gioca invece un calcio barocco, orizzontale, ha bisogno di sentirsi bella, cioè pericolosa.

 

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Sentono il nostro calcio come ironia, come provocazione, sorridere davanti a chi ti offende. C'è poi per loro un profondo disagio tattico. La Spagna attacca gli avversari nella loro metà campo, vuole recuperare subito il pallone perso. Ma con l'Italia del 3-5-2 troverà cinque avversari in linea, a volte sei. Questo li costringerà ad allargare il pressing anche a Jordi Alba, a Nolito, a Silva, cioè a tutte le fasce, non solo al centrocampo. Un disordine che non è previsto dalla loro mentalità. Così, più passerà il tempo e più avremo probabilità di vincere noi.

 

Per batterli non c' è un' altra via, bisogna aspettarli, essere un po' brutali e ripartire con contropiedi alti, che partano cioè non dalla nostra difesa, ma negli ultimi 40 metri. Recuperare palla in mezzo al campo e usare la velocità diversa di Giaccherini, Eder, Florenzi, Parolo in spazi brevi, che non consentano recuperi. È difficile, molto difficile. La Spagna è più forte di noi.

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Ma noi siamo scomodi, anzi peggio, fastidiosi. Il mio pronostico è che abbiamo una possibilità su quattro di vincere, il 25%. E un altro 25 di andare ai supplementari, zona a quel punto praticamente franca. Dovremo però giocare bene come ubbidienza tattica, organizzazione e insistenza. Il calcio puro è tutto dalla loro parte. Di qua restano le fasi operaie e l'intelligenza di saper fare quel che serve.

 

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Sarà una gara rivelatrice di tutti i limiti in campo. Quello che siamo stati fino a oggi non basterà. Ma sono questi i momenti in cui improvvisamente un giocatore normale diventa per sempre un grande giocatore. È la storia, bellezza. Può accadere anche a noi.

 

3 - OGGI NON BASTA ESSERE NORMALI

Gianni Mura per “la Repubblica”

 

Sul latte versato non si piange, d' accordo, ma su Candreva che passa da risanato a indisponibile qualche lamento si può fare. Perché era uno dei pochi apriscatole in maglia azzurra, perché con Conte aveva sempre giocato e perché era il più temuto dagli spagnoli, uno dei pochissimi in grado d'inventare qualcosa. Poi basta con i lamenti, il ct dice che tutti sono titolari e noi facciamo finta di crederci.

 

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A destra giocherà Florenzi, a sinistra Darmian o De Sciglio. L'ultima Spagna non è un' invincibile armata: la Croazia ne ha sottolineato i limiti difensivi, da De Gea a Sergio Ramos, Fabregas ha vissuto tempi migliori, la baracca si regge sull'abilità tattica di Busquets, sul fosforo di Iniesta e sui guizzi di Morata e Silva, altro tipino difficile da marcare. Ovvio che Conte non consideri per don Andrés una marcatura ad personam: sarebbe come mandare al macello il suo marcatore, o farlo rientrare anzitempo negli spogliatoi per somma di cartellini.

 

Quello che chiede ai suoi è la copertura delle linee di passaggio: è un lavoraccio ma, fatto perbene, può dare i suoi frutti. I nostri sono più freschi: Del Bosque ha insistito sugli stessi uomini, Conte non ha perso l'occasione di far rifiatare quasi tutta la squadra con gli irlandesi.

edereder

 

Più che delle condizioni della Spagna, dovremmo pensare alle nostre, e non è facile un giudizio dopo tre partite così contrastanti. Buona, a sprazzi esaltante la prima col Belgio, e utilissima per il morale oltre che per la classifica. Bruttina, ma utile, quella con la Svezia. Decisamente brutta l'ultima, pur giocata dalle riserve. Nulla da rimproverare a loro, ha dichiarato Conte. Vederlo urlare per 90' abbondanti con gli occhi bui dev'essere stata un' illusione ottica. O forse è così che manifesta la sua soddisfazione, vai a sapere.

 

Fatto sta che attorno all'Italia s' è venuta creando una marea di consensi, di aspettative, di speranze. Non ha torto Chiellini quando dice che non sono tutti fenomeni né tutti brocchi. È una squadra normale, l'Italia, in un torneo che di squadre normali ne sta mostrando a iosa, e qualcuna fa pure una strada insperata. Come il Galles, un Chievo con Bale in più.

 

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L'Italia è una squadra normale che sa di esserlo e può riuscire a trasformare ogni tanto questa normalità in grandezza. Per far fuori la Spagna non basta la normalità, ma attenzione: il pronostico e il peso psicologico oggi accompagnano la Spagna. È la nostra bestia nera, se ci batte fa semplicemente il suo dovere, ma se l'Italia batte la Spagna firma un' impresa. E se perde non ci saranno pubblici processi: le attenuanti sono già state esposte prima che iniziasse il torneo: la difficoltà di reclutamento, gli infortuni, cui s'è aggiunto il tabellone. Le attenuanti restano in piedi. Però abbiamo un' ottima difesa con regista incorporato e due uomini che possono mettere in difficoltà la Spagna con inserimenti veloci (Eder e Giaccherini). Forse tre: aggiungo Parolo, se azzecca un tiro dei suoi da fuori area.

conteconte

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