jose mourinho in roma feyenoord

L’INSPIEGABILE ESTASI DI MOURINHO A ROMA – GIANCARLO DOTTO RACCONTA LA MAGIA CHE SI È CREATA TRA IL PORTOGHESE E I TIFOSI GIALLOROSSI: “COMUNQUE ANDRÀ A FINIRE, QUESTO DI MOU ALLA ROMA RESTERÀ IL CAPITOLO PIÙ BELLO DELLA SUA FANTASMAGORICA STORIA DI ALLENATORE. ARRIVATO CON IL SUO ALONE DI LEGGENDA NEL DESERTO, IN UNA CITTÀ IN GINOCCHIO, HA ‘AVVERTITO’ DAL PRIMO GIORNO CHE QUA, A ROMA, È UN’ALTRA STORIA. A ROMA ASPETTAVANO QUALCUNO CHE SOMIGLIASSE A UN MESSIA…” – VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Giancarlo Dotto per “La Gazzetta dello Sport”

 

jose mourinho in roma feyenoord

Comunque e quando andrà a finire. Questo di Mou alla Roma resterà un capitolo unico della sua fantasmagorica storia di allenatore. E, forse, il più bello. Senza forse. L’Olimpico giovedì sera, come tante altre volte, più di altre volte, era molto di più di uno stadio di calcio. Arrivo a dire, e non sia scandalo, più di Liverpool, più di Buenos Aires, più di Madrid o Barcellona. Certamente diverso.

 

Non ci sono parole. Le parole non bastano mai nei casi di estasi. Chiedere per informazione alle mistiche di ogni epoca, che infatti si danno mute, sante, folli o digiunanti. Mai parlanti, se non in solitudine e con Chi di dovere. Da bravo e intelligente capitano, Lorenzo si è incaricato di confessare questa bellissima impotenza: “Quello che ho visto oggi, già nel percorso da Trigoria all’Olimpico è qualcosa d’inspiegabile”.

 

[…]

 

jose mourinho in roma feyenoord

Nemmeno Josè sa dirlo. In una lingua non sua, ma fosse anche la sua. Si può cominciare allora con il dire quello che non è giusto dire. Non è esatto dire che Josè è stato l’artefice di questo miracolo: una tifoseria sfilacciata, delusa, lagnosa, vittimistica, che diventa nel giro di due anni una comunità mistica, “nella vibrante intesa di tutti i sensi in festa”. Settantamila, più gli altri. Tifosi, allenatore, giocatori, dirigenti, tutti.

 

[…]

 

jose mourinho in roma feyenoord

Josè Mourinho capita a Roma, uomo giusto nel momento giusto. Provvidenza pura che, ironia della laica sorte, si serve di due pragmatici (e molto ispirati) texani, padre e figlio, come nei western delle sfide estreme nel deserto. Mou arriva con il suo alone di leggenda nel deserto, una città in ginocchio, ai minimi termini, nel degrado urbano, nella sfiducia per la politica e nella decadenza del tessuto sociale.

 

[…]

 

giancarlo dotto foto di bacco (1)

Mou è un uomo vecchio stampo. E ora comincia anche a essere vecchio. Hai i capelli bianchi e la memoria sazia. Ha vinto tutto, con i più grandi club del mondo. Il suo ego resta monumentale ai limiti del paranoico. Il suo grande merito (l’uomo è molto intelligente e gli uomini intelligenti invecchiano bene) è “avvertire” dal primo giorno che qua, a Roma, è un’altra storia. A Roma aspettano qualcuno che somigli a un messia. Non è un sindaco, non è un prete? Sarà un allenatore o uno sciamano.

 

Forse non lo sanno nemmeno loro, romani o romanisti, ma aspettano di tornare ad essere una comunità. Hanno nostalgia di questo, molti di loro senza averlo mai vissuto. Nostalgia di quello che è stato o non è stato, non importa.

 

josè mourinho

Josè è perfetto. Non sbaglia una mossa, una parola. Ha i capelli bianchi e gli anni giusti. Il suo ego da sbarco si scioglie, tracce di zucchero nei suoi occhi di serpente, segni di cedimento e di tenerezza.  “Empatia” è la parola che pronuncia più volte da quando è a Roma. È il suo più spinto tentativo lessicale di raccontare l’”inspiegabile”. Una città che, con la scusa della Roma, grazie alla Roma, con la scusa di Mou, grazie a Mou, sta vivendo alla lettera un viaggio lisergico. La droga potente dei sogni collettivi, delle terre promesse.

 

Dalla gente a Mou, da Mou alla gente, dai tifosi ai calciatori. Mou ha scoperto la gioia. La Joya ha ritrovato la gioia. Inventa come un genio e lotta come un mediano. Li avete visti in tribuna Ryan il texano e Lina la Greca? La loro maschere cedere prima piano e poi di schianto allo stupore. De Rossi e Totti, felici di essere lì, in tribuna, e distrutti di non essere là, in campo.

 

josè mourinho

Una comunità in trance.  Bambini e bambine, anche loro con i coltelli tra i denti. Nella loro iniziazione di cosa voglia dire essere parte di qualcosa. Mancini, diventato un bellissimo animale, che prende un calcione assassino alla tibia e reagisce come Jack Palance, con un ghigno di scherno. Bryan Cristante, pieno di buchi e di ferite, che si rialza sempre, l’immenso Matic (“una sorta di mostro marino” che tutto fagocita e tutto splende nella versione dell’immaginifico Mirko Bussi di “LaRoma24”), tra i tre tuttocampisti più forti mai apparsi sulla scena romanista, e mi tengo stretto.

 

josè mourinho

E poi lui, Josè. “Non posso dire che questi ragazzi siano per me dei figli, perché sono già felicemente papà di due figli…”, si lascia dire in fondo all’estasi. E allora: che sia nonno Josè, nonno Mou per tutti. Il nonno sapiente con i capelli bianchi. E migliaia di nipotini. Quando i nonni erano, e qualche volta lo sono ancora, le guide spirituali della tribù che li venera. Custodi della loro identità. Nonno Mou ci ha preso gusto a ballare con i lupi. Comunque vada, avranno vissuto abbastanza a lungo felici e contenti.

 

paulo dybala jose mourinho

Le magie sono nell’aria. Le cose belle sono lì, smaniose di accadere. Qualche volta accadono. Servono le giuste combinazioni. I lupi che ballano e gli atomi che danzano.

jose mourinho foto mezzelani gmt 004giancarlo dotto foto di bacco (2)jose mourinho foto mezzelani gmt 009jose mourinho foto mezzelani gmt 007jose mourinho foto mezzelani gmt 006josè mourinho

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…