jeff koons

LA "LUCCICANZA" DI KOONS – A FIRENZE ARRIVA "SHINE", UNA GRANDE MOSTRA A PALAZZO STROZZI, CHE RACCOGLIE LE OPERE DI 40 ANNI DI CARRIERA DELL’ARTISTA PIÙ QUOTATO DEL MONDO FRA BALLOONS, CONIGLI, GONFIABILI E LE GAZING BALLS BLU POSIZIONATE SULLE VENERI METALLICHE – MASCHERONI: "LÌ, DENTRO QUELLE SFERE SI SPECCHIA LA CARRIERA DI UN ARTISTA NARCISO. SI SPECCHIANO LE MILLE CONTRADDIZIONI DEL SISTEMA DELL'ARTE. E SI SPECCHIA IL VISITATORE. CHE NON RESISTERÀ A FARSI UN SELFIE. SI CHIAMA GIOCO. E ANCHE ARTE…"

Luigi Mascheroni per ilgiornale.it

 

JEFF KOONS 16

Jeff Koons, 66 anni, otto figli, il record di artista più quotato del mondo, dalla Pennsylvania a Firenze passando per un rivoluzione del sistema dell'arte, entra a Palazzo Strozzi in abito blu, camicia bianca, scartando un chewing gum, e chissà se avrà mai fatto le bolle da piccolo. E vedendo la sua enorme scultura che riempie il cortile, una Scimmia blu in acciaio inossidabile lucidato a specchio lunga sei metri e pesante cinque tonnellate, esclama «Fantastic!».

 

E non si sa se lo dice alla statua, a Palazzo Strozzi o a se stesso. Di certo perfezionista fino allo stremo, gentile, pacato, mediatico, determinato, una parola per tutti e sorriso disarmante oggi è contento come un bambino. Al quale la città ha riservato uno speciale party di benvenuto pieno di balloons, fiori, giocattoli, specchi e animali in scala monumentale. È da qui, dai palloncini fatti a forma di animale con cui si gioca da piccoli, che inizia il grande gioco dell'arte.

 

 

JEFF KOONS 15

Un intero palazzo a disposizione, simbolo di quell'Umanesimo a cui guarda da sempre il suo lavoro di artista contemporaneo, otto grandi sale spogliate di tutto per l'occasione, trentatré opere, un percorso segnato dalla «lucentezza» e mille diramazioni fra business e biologia, metafisica e acciaio inox, superfici riflesse e significati reconditi, cultura d'élite e luci al neon, neo pop e classicismo, consumismo e macdonaldizzazione del mondo, alto e basso passando per la middle-class americana. Qui dentro ci sono il vuoto e il Tutto.

 

JEFF KOONS 14

Welcome, direbbero gli americani, alla fantastica mostra di Jeff Koons, titolo illuminante: Shine a Palazzo Strozzi di Firenze (fino al 30 gennaio 2022), dove il concetto di Shine, se letto all'inglese, «lucentezza», deve essere inteso come ambiguità tra splendore e bagliore, ma se letto in un'accezione tedesca, Schein, «apparenza», anche fra essere e apparire.

 

Jeff Koons è l'artista più mediatico, controverso, famoso e quotato al mondo (ecco qui una versione, dal museo di Chicago, del suo Rabbit di acciaio inossidabile che nel 1986 costava 2500 dollari e che nel 2019 gli sceicchi del Qatar hanno comprato per 91 milioni) ma che appare al grande pubblico molto più «semplice» di quanto in realtà sia. Perché è vero: qui in mostra c'è tutto il Jeff Koons che ti aspetti - la monumentalità, l'edonismo degli anni Ottanta, i giochi, i dollari, la lucentezza di un mondo che conosciamo bene - ma c'è anche il Jeff Koons che non ti aspetti: l'eternizzazione della plastica chi si affloscia, la leggerezza della Tradizione, un monumento d'acciaio al nostro essere effimeri, qualcosa di oscuro e misterioso, la «luccicanza», Shining... La mostra è bellissima, e inquietante.

 

JEFF KOONS 13

 

Curata da Arturo Galansino (uno dei nostri cervelli di ritorno: fra il 2013 e il 2015 è stato curatore alla Royal Academy of Arts di Londra, oggi è direttore di Palazzo Strozzi) e da Joachim Pissarro (sì: è il pronipote), costosissima (per il trasporto e la movimentazione delle opere, per le assicurazioni e la lucidatura sul posto) e con più livelli di lettura (c'è chi godrà il lato spettacolare e chi quello dei riferimenti alla storia dell'arte dal Neolitico al Neo-Dada), Shine continua la serie di mostre della maison d'arte fiorentina dedicate ai più importanti protagonisti del contemporaneo («Firenze è sempre stata grande quando è stata modernamente antica e anticamente moderna» è la frase di Giorgio Vasari diventata il mantra del sindaco Dario Nardella), ma pur raccontando 40 anni di carriera non è una retrospettiva di Jeff Koons.

 

JEFF KOONS 12

Il percorso non è in ordine cronologico, ma si procede per temi, poi alcune performance sono volutamente dimenticate (meglio non citare né ricordare le opere del periodo Ilona Staller), i filoni si intrecciano, gli anni si accavallano, le domande anche (shine significa riflettere qualcosa o riflettere su qualcosa?), le sculture e le installazioni giocano fra loro, con il Tempo, con la storia dell'arte (Koons è figlioccio dei ready-made di Duchamp, ma ha anche studiato e amato Donatello, Verrocchio, Cellini, Bronzino...) e con mille citazioni.

 

Opere in mostra assolutamente da citare: il grande Sacro Cuore impacchettato della prima sala, ispirato da un piccolo ex Voto comprato in farmacia e diventato cuore pulsante di un'epoca pop. La serie high-tech «Celebration» (1994) con un Balloon Dog alto tre metri (puoi vederci solo un cane fatto con palloncini, ma anche qualcosa di ieratico, il Cavallo di Troia, un totem, un oggetto erotico - guarda la coda fallica - la tua infanzia, la fusione fra maschile e femminile: che sesso ha il cane? e se fosse fluido?). La serie «Popeye» (2002) con i gonfiabili da piscina come Dolphin e Lobster, l'aragosta in acciaio inossidabile con i baffi di Salvador Dalí.

 

JEFF KOONS

L'Incredibile Hulk che è incredibile perché sembra un gonfiabile e invece è in bronzo policromato con cinque giganteschi tromboni in ottone avvolti attorno al corpo (è un gioco, ma anche un supereroe, un personaggio mitologico che lotta con i serpenti e l'Idra dalle cento teste, una divinità orientale, un dio guardiano che fa rumore per annunciare il suo arrivo...). Una maestosa luccicante rossa Magna Mater. E, là in fondo, verso la fine, le Gazing balls blu posizionate sulle Veneri metalliche che mimano l'antico e sulle tele che copiano Tintoretto, Rubens e Tiziano: lì, dentro quelle sfere, si specchia la storia del passato e del presente. Si specchia la carriera di un artista Narciso. Si specchiano le mille contraddizioni del sistema dell'arte. E ti specchi tu, visitatore. Che non resisterai a farti un selfie. Si chiama gioco. E anche arte.

jeff koons, rabbitCONIGLIO JEFF KOONSkoons 4cicciolina jeff koons

 

koonsjeff koonsjeff koonsjeff Koonsnaked scultura di jeff koonsBouquet of Tulips - JEFF KOONSKOONSKOONSCANI IN ACCIAIO GONFIATO - JEFF KOONSfauno barberini jeff koons a firenzeKOONS 1jeff koons a firenze 12cicciolina jeff koons 11

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...