lebron curry

NBA FINALS AL CURRY (STEPH) - GOLDEN STATE TRAVOLGENTE, CLEVELAND CON LE SPALLE AL MURO: NON BASTA LEBRON JAMES, CHE DOPO I 51 PUNTI DI GIOVEDÌ NOTTE NE FIRMA “SOLO” 29, I WARRIORS, TRASCINATI DA CURRY (33 PUNTI CON 9 TRIPLE) PORTANO LA SERIE SUL 2-0…

 

MIRCO MELLONI per la Stampa

 

curry

Quando Steph Curry, dopo due palleggi in arretramento, segna da nove metri in faccia a Kevin Love dopo aver fatto sfiorare al pallone il soffitto della Oracle Arena, Cleveland capisce che l’impresa è impossibile. Il canestro di Curry (33 punti con 9-17 da tre) per il +14 chiude gara2 delle Finali NBA con otto minuti d’anticipo, e Golden State – con il 122-103 del secondo atto – lascia Oakland sul 2-0 nella serie.

 

Un vantaggio ampiamente pronosticato, mentre molto meno prevedibile era la sostanza delle due partite disputate da Cleveland, e non soltanto per merito di LeBron James, che dopo i 51 punti di giovedì notte ne firma 29 con 13 assist in gara2, giocata con l’occhio offeso in gara1 dal colpo di Draymond Green.

 

Eppure, i migliori Cavs dell’annata non sono riusciti a prendersi nessuna delle due gare in California, sprecando l’impossibile nel primo atto («La sconfitta più dura da digerire della mia vita» ha detto James) e restando a ridosso dei Warriors fin quando è stato possibile in gara2. Ma contro una squadra così ricca di soluzioni offensive, ogni partita è un percorso in salita. E così una Cleveland capace di superare le attese, vivrà i match casalinghi partendo dal doppio svantaggio. 

curry golden state cleveland

 

Soluzioni infinite 

 

Dopo un bell’inizio Kevin Durant è relativamente silente, eppure chiude 26 punti con 10-14 al tiro. La sfuriata di Curry, da 16 punti nella prima metà del quarto periodo, cancella le prodezze di Klay Thompson, che realizza 20 punti nonostante la caviglia dolorante che l’aveva reso in dubbio alla vigilia di gara2. Ma soprattutto lo Splash Brother meno celebrato – e meno espansivo – regge le sorti dei californiani in un terzo quarto in cui Cleveland si fa minacciosa, rientrando con l’accelerazione di Kevin Love (una sequenza da 13 punti con 4-4 al tiro, il lungo chiuderà con 22 e 10 rimbalzi) fino al -5. 

 

 

Ma contro questa Golden State non basta, perché segnano tutti, non soltanto i Big Three: l’inizio di JaVale McGee (12 con 6-6) aiuta ad indirizzare la sfida, Shaun Livingston (10) non ha ancora fallito un tiro nella serie, e in due fanno 11-11 su azione in gara2. Lo stesso David West firma i suoi unici punti con un canestro da tre a fine terzo quarto che ferma la rimonta avversaria. 

 

curry

 

 

Steph da record 

 

Contro una tale varietà di soluzioni, rafforzata anche dall’altruismo e dalla capacità di passarsi il pallone, qualsiasi difesa faticherebbe ad orientarsi. Figurarsi quella, per la verità un po’ distratta per lunghi tratti, dei Cavs di gara2, che in tre quarti su quattro concedono almeno 30 punti. Eppure, grazie all’attacco e alla tenuta mentale, i campioni dell’Est sono in partita per oltre tre quarti. Prima di arrendersi. 

 

 

 

«Ci sono tanti ragazzi che si sono fatti trovare pronti, Shaun Livingston e JaVale McGee ci hanno dato energia e punti preziosi, è la conferma che abbiamo tanti giocatori di qualità, la nostra forza è nei numeri, è la realtà, non è soltanto uno slogan» dice al termine di gara2 Curry, ricordando il motto “Strength in numbers” che accompagna i campioni in carica. Con nove triple realizzate, Curry ha eguagliato il record di Ray Allen in una partita delle Finali. «Significa molto perché Ray Allen, come Reggie Miller, è un giocatore a cui mi sono ispirato all’inizio della mia carriera. Ma ora si vive nel presente, restiamo concentrati sul 2-0». 

 

 

 

lebron james

Un doppio vantaggio che verrà messo alla prova a Cleveland, dove si trasferisce la serie: mercoledì notte si giocherà il terzo atto (ore 3, SkySport2), ma per i Cavs riaprire i giochi somiglia ad un obiettivo di proporzioni titaniche. 

 

lebron

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...