pablo echaurren

“ORMAI NON HO SIMPATIA PER IL GENERE UMANO. E NON NE HO PER GLI ARTISTI” - PABLO ECHAURREN APRE LE PORTE DELLA SUA CASA A ROMA, NEL QUARTIERE PRATI: DAI LIBRI CHE RIEVOCANO LA STAGIONE DELL’IMPEGNO CON LOTTA CONTINUA E GLI INDIANI METROPOLITANI ALL’OMAGGIO A GIANFRANCO BARUCHELLO. E POI UN RITRATTO DI ANITA PALLENBERG DI MARIO SCHIFANO (“UN ESTETA MA LA MIA SIMPATIA PERSONALE ANDAVA A FRANCO ANGELI”), LA SCOPERTA DEL MONDO DELLE PIETRE (“OGNI SELCE SCHEGGIATA CONTIENE PIÙ CREATIVITÀ DI UNA FIERA D’ARTE”) - "NON SONO DIFFICILE, E MEN CHE MAI LITIGIOSO. SONO GLI ALTRI CHE LITIGANO CON ME”...

Carlos D’Ercole per Dagospia

 

pablo echaurren ph francesca fago 14

“Ho smesso di dipingere quattro anni fa. Sono diventato un paleo-antropologo. Studiando e riflettendo a lungo, mi è venuta l’intuizione che l’Homo Neanderthalensis sia stato ghettizzato dal Sapiens e che un’altra evoluzione era possibile”.

 

Pablo Echaurren mi accoglie nella sua casa di Prati che fiancheggia il Tevere al settimo piano dove arrivo affannato dopo un percorso labirintico di scale e ascensori.

 

All’entrata un poster da lui disegnato di Arezzo Wave mi conforta, segno che sono arrivato a destinazione.

 

“Ormai non ho simpatia per il genere umano. E non ne ho per gli artisti”.

pablo echaurren ph francesca fago 11

Echaurren è diventato più duchampiano che mai. Come il suo Maestro, non sopporta la mercificazione che ha contagiato il mondo dell’Arte e vive in disparte lontano dal chiacchiericcio, dal mercato, dalle quotazioni.

 

Se Duchamp si dedicava agli scacchi, Echaurren invece ha scoperto il mondo delle pietre (“ogni selce scheggiata contiene più creatività di una fiera d’arte”).

Lo consolano in casa le opere di quei pochi artisti che stima e che si rivelano giganti rispetto ai nani del presente.

 

“Questo in salotto che vedi dietro di me è un piccolo quadro di Meret Oppenheim. In quella parete accanto invece c’è un piccolo Cy Twombly, che fa il verso a una mia vecchia opera. Elegantissimo Twombly, tra i miei preferiti”.

pablo echaurren ph francesca fago 10

 

Non poteva mancare in un’altra stanza Gianfranco Baruchello. “Questo è un suo regalo per la mia licenza liceale. Devo tutto a lui. Fu Baruchello a portare i miei primissimi disegni ad Arturo Schwarz. E mi ritrovai ad avere un gallerista ad appena vent’anni. Fu una svolta nella mia vita, l’autonomia economica. Povero, ma libero di andar via di casa”.

 

Prezioso il ricordo che conservava di quell’incontro lo stesso Schwarz: “Paino era un capellone, com’era di moda allora tra i giovani scapestrati, uscito da un’infanzia chiusa e ostile, cattivo studente: scorrazzava con la moto senza marmitta, aveva amicizie pericolose, suonava il basso in una banda anonima e senza futuro ma amava, istintivamente, Tristan Tzara e André Breton, pur avendone una conoscenza più che superficiale…

 

pablo echaurren ph francesca fago 12

Rammentando quell’epoca, Paino mi scrisse: ‘Leggevo a raffica, mi spolpavo, mi immergevo nei testi, mi sentivo come il Martin Eden di Jack London che dissoda il proprio cervello, che lo semina in tutto ciò che gli capita, che ne vede germogliare il primo alberello stenterello’”.

 

Echaurren ha appena compiuto 70 anni, il che vuol dire che è attivo, artisticamente, da almeno mezzo secolo.

 

I primi tentativi, per sua stessa confessione, sono imitazioni di Baruchello, ma si emancipa ben presto, dando vita a un suo percorso ben riconoscibile, in cui alto e basso convivono. Alla pittura si affianca il fumetto e la militanza politica si intreccia con l’amore per il rock e il primo punk.

 

pablo echaurren ph francesca fago 13

“La mia generazione è cresciuta con i Beatles, in particolare Love Me Do. Ho adorato i primi Rolling Stones, in particolare pezzi come Get Off of My Cloud. Ancora oggi con un gioco di parole dico ‘Get Off of My Family Tree’, quando faccio le mie incursioni paleo-antropologiche. E poi ho un debole risaputo per i Ramones, la loro melodia Anni Sessanta, velocizzante, dopo l’apnea del prog rock. Come avrai capito, detesto i Pink Floyd”.

 

Accanto a Twombly, noto qualcosa di De Pisis che Echaurren minimizza, desidero di sottrarsi al gioco borghese dello sfoggio, dell’elencazione. Interviene in mio soccorso la moglie Claudia Salaris, nota storica dell’arte e delle avanguardie.

“Queste sono delle ceramiche futuriste, delle tazzine di caffè di Giacomo Balla, Tullio d’Albissola e Gerardo Dottori. E questo è un presepe di Marinetti che ci hanno dato le figlie”.

 

Sulla parete opposta mi indica un quadro di Gastone Novelli, uno del surrealista Victor Brauner (“regalo per Pablo per i suoi dieci anni”), infine un ritratto di Anita Pallenberg realizzato da Mario Schifano.

 

pablo echaurren ph francesca fago 8

“Un esteta Schifano, ma la mia simpatia personale andava per Franco Angeli” sottolinea Echaurren riagguantando il discorso e riportandolo sui binari delle storie che a lui preme raccontare.

 

E non è un caso che una delle foto più belle di Echaurren, con caschetto alla Brian Jones, sia stata scattata da Angeli nel 1973.

 

Chi è affascinato dall’universo di Echaurren non può trascurare il suo côté letterario: dai libri sul furore collezionistico, Nel Paese dei Bibliofagi e Gli Introvabili, a quelli che rievocano la stagione dell’impegno con Lotta Continua e gli indiani metropolitani, Compagni e La Casa del Desiderio, fino al recente pamphlet il cui titolo dice tutto: Adotta un artista e convincilo a smettere per il suo bene.

pablo echaurren ph francesca fago 9

 

Tra le mille perle da incorniciare mi appunto questa: “L’artista integrato e pacificato con la propria reificazione, sindacalizzato nella pretesa di autoaffermazione, perennemente in bilico tra desiderio di stipendio e coscienza inquieta (come direbbe Carlo Emilio Gadda), si rallegra di apparire professionale al pari di un dentista, di un avvocato, di un notaio, del notaio messo lì a rettificare la sua sconfitta, la sconfitta dell’artista”.

pablo echaurren ph francesca fago 5

 

Pacificato Echaurren non lo sarà mai. Uscendo da casa sua, gli faccio notare i sentieri impervi che ho dovuto percorrere per poterlo incontrare. Mi risponde con un sorriso: “Non sono difficile come mi raccontano. E men che mai litigioso. Sono gli altri che litigano con me”.

pablo echaurren ph francesca fago 4pablo echaurren ph francesca fago 6pablo echaurren ph francesca fago 7pablo echaurren ph francesca fago 3echaurren 1pablo echaurren ph francesca fago 1echaurrenechaurren 1Dago in the sky - Pablo Echaurren pablo echaurren soft wall 2PABLO ECHAURREN pablo echaurren soft wall 1ECHAURREN 7ECHAURREN 1pablo echaurren ph francesca fago 2

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....