andrea agnelli super lega scaroni marotta florentino perez molinari john elkann

TUTTI CONTRO TUTTI DOPO IL NAUFRAGIO DEI “COSPIRATORI” DELLA SUPERLEGA, CHE RISCHIA DI AFFONDARE ANCHE “I LEALISTI” DEL SISTEMA (GIA’ MARCIO) – IL BUSINESS PALLONARO È IN MANO AGLI GNOMI DELLA FINANZA SPECULATIVA, IL CUI UNICO SCOPO È FARE SOLDI IN BORSA SULLA PELLE DEI TIFOSI – GLI AFFARI (SBAGLIATI) DI FAMIGLIA DI ANDREA AGNELLI TRA JUVE, GOLF E AUTO ELETTRICHE – L’INTERVISTA ALLA “REPUBBLICA” DI SAM(BUCO) MOLINARI? UNA TRAPPOLA DEL CUGINO YAKI – QUANDO NEL 2005 ELKANN LIQUIDO’ LE AMBIZIONI DEL FIGLIO DI UMBERTO: ”QUI ALL’IFIL E’ SOLO UNO STAGISTA”

DAGOREPORT

urbano cairo foto mezzelani gmt5

Milano. Davanti alla storica sala da the “Sant Ambroeus”, Urbano Cairo può festeggiare con un caffè all’aperto il fallito golpe della sporca dozzina capeggiata da Florentino Peréz e Andrea Agnelli.

 

Anche il sogno della superlega dei ricchi svanisce nelle ombre notturne di un martedì che ha trasformato il principino azzurro della pedata sabauda, il nipote dell’Avvocato, in un triste Calimero bianco-nero.

 

ANDREA AGNELLI E LA SUPER LEGA - MEME

Il presidente del Torino calcio è stato tra i primi a salire sulle barricate per impedire che a pagare i danni dell’operazione fosse il campionato di serie A.

 

Mettendo a disposizione tutta l’artiglieria del “Corriere della Sera” di cui è l’amministratore delegato. Compreso il generale degli editorialisti, Ernesto Galli della Loggia, che ha sguainato la sciabola dell’identità italica dei tifosi in difesa degli interessi dei piccoli club (e di Urbanetto, of course).

beppe marotta

 

GOLPISTI E LEALISTI IN CERCA DELLA PAX

Sempre nella città del Duomo, in piazza del Carmine l’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta (Giuda), parla al telefono con Adriano Galliani, smagrito dopo l’infezione da Covid, per confermargli che si dimetterà da consigliere della Federcalcio dove rappresenta la serie A.

Paolo Scaroni

 

Forse i due si vedranno a colazione al ristorante “il Consolare” in via Ciovasso ch’è la mensa del senatore di Forza Italia nonché patron con Berlusconi del Monza calcio.

 

Paolo Scaroni, l’altro golpista di sponda milanista, manda messaggini di riconoscenza ad Urbano Cairo - che comunque ne chiede le dimissioni da consigliere della Lega retta dal contestato Paolo Dal Pino -, che sulla partita dei fondi, almeno rispetto al giovane Agnelli, non avrebbe “sabotato” l’operazione (dubbia) che avrebbe portato nelle casse del calcio (malato) quasi 2 miliardi di euro.

 

A Milanello, Paolo Maldini, direttore tecnico del Milan, tenuto all’oscuro dell’operazione boomerang, chiede scusa ai tifosi.

john elkann andrea agnelli

 

 

 

GLI GNOMI DELLA FINANZA CON I SOLDI NEL PALLONE

In Piazza Affari, il finanziere di lungo corso cita Carlo Marx per commentare lo “sputtanamento” di JP-Morgan dopo la Caporetto dei protagonisti della Superlega:” Vabbè, come sostiene l’economista di Treviri, che il denaro è la fusione delle cose impossibili, ma la banca d’affari americana ha agito come un mediatore di bestiame che al momento dell’acquisto ha visto le bestie fuggire dalla stalla”.

 

ADRIANO GALLIANI

Poi aggiunge: “Per capire che si trattava solo di una arrischiata operazione finanziaria e non di un aiuto al sistema calcio, bastava sfogliare i nomi dei suoi improvvidi protagonisti.

 

Tutti legati al mondo dei soldi mordi&fuggi in cui operano i fondi speculativi d’investimento sulle piazze straniere: da Andrea Agnelli a Paolo Scaroni”.

 

LE OPERAZIONI-CARAMBOLA NEL DERBY SCARONI GAZIDIS

URBANO CAIRO BY MACONDO

“Scaroni – aggiunge il nostro interlocutore - è un ex McKinsey con incarichi alla Rothschild il quale, attraverso la Elliot di Paul Singer, ha prestato i denari ai cinesi per acquistare a caro prezzo dalla Fininvest di Berlusconi il Milan.

 

Un intervento-carambola dai lati oscuri se ancora non conosciamo qual è la vera proprietà del club.

 

Inoltre – conclude – anche l’amministratore dell’Inter, Ivan Gazidis, è un ex legale di punta dello studio Latham&Watkins” che ha lavorato a Londra con gli americani della Kroenke Sports&Entertaiment.

gazidis maldini

 

Si tratta dei multimiliardari Josh e Stan Kroenke, che hanno acquistato l’Arsenal affidandolo nelle mani dell’avvocato Gazidis. Tutta gente che non conosce per missione cos’è la beneficenza o la filantropia…”.

 

Con immaginabili conflitti d’interesse? “Sicuramente. A guidare la Superlega è stato nominato segretario generale il banchiere Anas Laghrari, che viene da Key Capital ed è socio in affari di Florentino Peréz…”.

 

JP-MORGAN BANK DEGRADATA IN ETICA DA “E+” a “E--"  

Andrea Agnelli

Lo smacco mondiale subito da JP-Morgan, dopo la Caporetto della Superlega e in attesa di probabili cause milionarie hanno avuto come effetto immediato il suo declassamento dalla Standard Ethics. L’ agenzia di rating indipendente sulla sostenibilità con sede a Londra da un eccellente “E+” la retrocessa a “EE- “.

 

E in piazza Affari e nelle law firm tutti si domandano cosa accadrà per effetto a catena del naufragio della Superlega. Le federazioni calcistiche hanno già minacciato di citare in giudizio per 50-60 miliardi i club scissionisti. E anche le società che hanno i diritti televisivi potrebbero chiedere i danni economici e d’immagine dopo l’affondamento del Titanic pilotato da Perèz e Agnelli contro un iceberg ben visibile prima ancora del suo varo in mare.

 

L’AGNELLI STORTO DEL “ROYAL GOLF” TORINO

VALERIO STAFFELLI CON IL TAPIRO D'ORO GIGANTE DESTINATO A ANDREA AGNELLI

Al Royal Golf “I Roveri”, immerso nel parco di Venaria, amato anche dai Savoia per le loro battute di caccia, i soci non svelano meraviglia per la caduta dell’ultimo rampollo della dinastia che sul blasone ha inciso il cognome degli Agnelli.

 

“Povera Allegra, quel suo figliolo Andrea continua a dargli più dispiaceri che gioie”, sospira la madamin sfiorando la pallina con il suo ferro sul green de “La Mandria”.

 

Allegra Caracciolo di Castagneto oltre che presidente del club di famiglia (attraverso la Newco Roveri srl in cui da azionista è entrato Michele, il figlio di Antonio Giraudo) è anche la mamma di Andrea dopo il matrimonio in seconde nozze con Umberto Agnelli. “Sa qual è il peggior difetto del giovane Andrea? Pensare di avere lui generato i propri antenati”, mi congeda gentile e perfida la madamin.

 

jp morgan

L’ANNO HORRIBILIS DI ANDREA-CALIMERO

Nell’anno horribilis del Calimero bianco-nero (naufragio della Superlega, uscita dalla Champions, fallimento del settimo scudetto, “caso” dell’acquisto di Suarez con pendenza penale a Perugia, crollo in borsa della Juve), la chioccia Allegra continua a difenderlo dalle maldicenti annidate anche nel suo club.

 

MARIO GINATTA

Qui alle “Mandrie” tutti ricordano, sia pure sottovoce, le cattive amicizie di Andrea, che per tutori-custodi, raccontano alzando il ciglio di raccapriccio alcuni soci, ha avuto Antonio Giraudo e Luciano Moggi. L’ex presidente della Juventus e il direttore sportivo del club sanzionati pesantemente e interdetti dopo lo scandalo Calciopoli.

 

gazidis

CRAC BLUETEC E I GINATTA

roberto ginatta

Per non dire delle sue frequentazioni con Matteo e Mario Ginatta, con il maggiore condannato a 8 mesi nello scandalo delle baby prostitute. Ma a finire nei guai (e in carcere) c’è Roberto Ginatta il capostipite della che sin dai tempi di Umberto è legato a doppio filo agli Agnelli.

 

john elkann andrea agnelli

E anche nel crac Bluetec, per riconvertire a Termine Imerese in elettrico lo stabilimento della Fiat, hanno unito i loro destini (economici) attraverso la Investimenti industriali spa condotta da Francesco Roncaglia, che siede anche nel cda della Juventus. Ma i soldi concessi dallo stato attraverso Invitalia di Arcuri (16,5 miliardi), per i magistrati sarebbero stati distratti.

 

JOHN ELKANN&ANDREA I CUGINI COLTELLI

Dei rapporti tesi tra Andrea e il cugino John Elkann, che l’ha scavalcato nella successione alla poltrona dell’Avvocato, a Torino si sprecano le voci. E molti s’interrogano se anche nell’intervista-bidone, quando già era data per seppellita la Superliga dei ricchi e famosi, rilasciata da Andrea alla “Repubblica” (su imput di Yaki al direttore Molinari?) - quella per intenderci del “patto di sangue -, non ci sia lo zampino del numero uno di Exor.

REPUBBLICA CAMBIA IL TITOLO DELL INTERVISTA DI MOLINARI AD ANDREA AGNELLI

 

C’è chi giura che sia stata una trappola. Come mai il giornale di famiglia (gruppo Gedi) non l’ha “ribattuta”, cioè aggiornata e modificata, dopo la fuga dei club inglesi?

 

INTERVISTA TRAPPOLA ALLA “REPUBBLICA”?

La risposta si tinge di giallo: “Yaki si è reso irreperibile e il tapino Molinari si è ritrovato con il cerino acceso in mano esponendosi a una figuraccia, quella sì memorabile”. Del resto, non è la prima volta che Andrea resta vittima delle sue interviste.

ANDREA AGNELLI E BEPPE MAROTTA

 

Nel 2005 alla vigilia dell’assemblea dell’accomandita che controllava la Fiat (Ifil) per riportare gli Agnelli sopra il 30%, il figlio di Umberto espresse alla “Stampa” la sua contrarietà all’operazione suggerendo la costituzione di una public company che avrebbe, di fatto, sbarrato la strada alla successione al vertice di John Elkann.

 

Ma il giorno dopo il quotidiano torinese con un gelido comunicato sottolineava che “Andrea Agnelli aveva espresso posizioni personali e che all’Ifil era in carico come stagista”.

andrea agnelli lapo john elkann

 

 

    

john elkann andrea agnelli

 

ANDREA AGNELLI E JOHN ELKANN DURANTE JUVENTUS REAL MADRID

 

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…