calcio soldi

IL NUOVO “DOPING” DEL CALCIO ITALIANO: A PARTE I DIRITTI TV, LE PLUSVALENZE DA CALCIOMERCATO SONO DIVENTATE LA FONTE PIÙ IMPORTANTE DEI RICAVI DEI CLUB DI SERIE A. VALGONO OGGI QUASI UN QUARTO DEL TOTALE DEL GIRO D'AFFARI - SI RISCHIA DI TORNARE ALLA “BOLLA” DEL 2002 - “IL SOLE 24 ORE”: “È DIFFICILE AFFERMARE CHE STURARO VALGA A OGGI TUTTI I SOLDI PAGATI DAL GENOA ALLA JUVENTUS…”

Marco Bellinazzo per https://www.ilsole24ore.com

 

A parte i diritti tv, le plusvalenze da calciomercato sono diventate la fonte più importante dei ricavi dei club di Serie A. Valgono oggi quasi un quarto del totale del giro d'affari e all’orizzonte potremmo trovarci in una situazione difficile, per certi versi simile a quella verificatasi poco meno di 20 anni fa . Vediamo il perché.

 

LA BOLLA DEGLI ANNI 2000

calcio soldi

Le plusvalenze erano pari a 443 milioni nella stagione 2013/14, sono salite a 693 milioni nella stagione 2016/17 e supereranno i 750 milioni nella stagione 2017/18. L'incremento di questa tipologia di entrate in appena un quinquennio è del 66 per cento. Nella scorsa stagione, per esempio, la Juventus ha iscritto a bilancio surplus da calciomercato per 94 milioni, la Fiorentina per 89 milioni, la Roma per 65, la Lazio per 61 milioni, l'Inter per circa 50 milioni, l'Atalanta per 47, la Sampdoria per 38, l'Udinese per 37, il Milan per 36 e il Napoli per 30.

 

sturaro

In pratica, si sta ritoccando la cifra record di 800 milioni di plusvalenze registrate al termine della stagione 2001/2002, alla vigilia di una delle fasi più tragiche della storia del calcio italiano con decreti d'urgenza “spalma-ammortamenti”, bilanci falsificati e catene di fallimenti. Siamo perciò alle soglia dell'esplosione di una nuova bolla speculativa? I numeri sono preoccupanti.

 

IL CALCOLO DELLE PLUSVALENZE

Il meccanismo è tornato prepotentemente in auge e la lezione del passato sembra dimenticata o ignorata. L'acquisto dei giocatori a prezzi sempre più alti produce un effetto benefico nei bilanci di chi vende: la differenza tra la somma incassata e quella originariamente versata per assicurarsi le prestazioni di quell'atleta, garantisce un surplus che si può iscrivere subito nel conto economico.

 

Se quel calciatore è poi cresciuto nel vivaio oppure è stato tesserato già da due o tre anni, e quindi la spesa per il suo cartellino è già stata in gran parte ammortizzata, i soldi ricevuti vanno tutti o quasi accreditati ai ricavi, con la conseguenza di poter ribaltare un bilancio in rosso e, per i presidenti, di non dover mettere mano al portafoglio. Ricorrere al calciomercato per far quadrare i conti, dunque, non è atipico o commendevole. Anzi, per le società di provincia (sempre di Serie A) il vivaio in cui forgiare nuove leve può rappresentare un business redditizio e una mission aziendale.

 

IL PROBLEMA

ALBERTO CERRI

Il problema è che il meccanismo contabile delle plusvalenze può prestarsi ad abusi quando la cessione di un calciatore non avviene a fronte di soldi veri o di scambi basati su valutazioni realistiche, bensì di quotazioni fittizie, gonfiate al solo scopo di evidenziare un rilevante provento in bilancio, con la compiacenza del club acquirente (al quale magari restituire il favore subito o negli anni successivi).

 

Dalla fine degli anni Novanta, molti dirigenti, quando gli introiti televisivi non sono stati più sufficienti a tenere in equilibrio i conti, pur di evitare fastidiosi esborsi alle proprietà, si sono dedicati con sempre più creatività a questo impiego distorto del calciomercato. Le plusvalenze in effetti si traducono in costi dilazionati per chi acquista. Il prezzo del cartellino diventa un costo per quanto spalmato su più anni in base alla durata del contratto del calciatore acquistato. Costi che ipotecano il futuro dei club come il debito pubblico per un Paese.

 

I NUMERI SONO ELOQUENTI

audero

Nei rendiconti del ‘98 erano esposte plusvalenze nette da cessione di calciatori per poco più di 200 milioni; in quelli approvati al 30 giugno del 2000 il livello è già più che raddoppiato a 492 milioni; e nel 2002 si sale a 798 milioni. L'effetto contabile di questo abuso è eclatante: nei due anni fra il 2001 e il 2002 la Serie A ha perdite operative per 370 milioni di euro, ma senza le plusvalenze il rosso sarebbe stato di 1.800 milioni. Le “Sette Sorelle”, Milan, Inter, Juventus, Parma, Lazio, Roma e Fiorentina nelle tre stagioni che vanno dal 1996 al 1999 maturano 750 milioni di euro di plusvalenze su un totale di 1.200 milioni (il 62%).

 

Chiaramente all'epoca, come oggi, non tutte le plusvalenze sono da considerarsi fittizie. Non è corretto fare di tutta l'erba un fascio. Nell'ultimo anno hanno fatto discutere le plusvalenze dell'Inter realizzate con la cessione di giovani della Primavera, quelle scoperte del Chievo per un totale di 60 milioni maturate tra il 2014 e il 2017, e quelle della Juventus che ha venduto giocatori non di primissima fascia (Mandragora, Sturaro, Audero Cerri) ottenendo ritorni notevoli. La vendita di Stefano Sturaro al Genoa per 16,5 milioni, una cifra record per il club acquirente, pur trattandosi di un giocatore infortunato per tutta la stagione, è oggetto di grandi polemiche.

ROLANDO MANDRAGORA

 

IL GIUSTO VALORE DELLE TRANSAZIONI

Adesso c'è da dire che non esistono algoritmi o parametri in grado di dire a priori qual è il prezzo giusto di un calciatore. Nessun organo inquirente o giudicante - Covisoc, Uefa, Procura - ha insomma gli strumenti per stabilire con esattezza in modo asettico il valore di una transazione. Non parliamo di auto, oro o petrolio per cui esistono listini e criteri oggettivi. Le indagini penali di metà anni Duemila si arenarono proprio su questo scoglio portando all'archiviazione/assoluzione dei presunti responsabili.

 

La penalizzazione subita dal Chievo pari a 3 punti la scorsa estate è stata un'eccezione dovuta al possibile aggiramento dei parametri di iscrizione al torneo favorito dalle operazioni sospette con lo scambio sistematico di giocatori soprattutto con il Cesena poi fallito. E comunque la Procura federale aveva chiesto 15 punti di penalizzazione.

 

zaniolo

Le operazioni di Inter e Juve finite sotto i riflettori sono più complesse da giudicare. Emblematici i casi di Zaniolo (che con Santon si è trasferito a Roma portando ai nerazzurri poco più di 11 milioni di surplus) e del portiere Radu (che con Vailetti al Genoa ne ha portati 15). Entrambi poco più che promesse la scorsa estate, quando sembravano costati troppo ai club di destinazione, oggi “talenti” dal valore esponenzialmente cresciuto.

 

Esiste un'alea dunque difficile da sindacare nei casi concreti. È difficile affermare che Sturaro valga a oggi tutti i soldi pagati dal Genoa. Ci sono tuttavia strategie che legano le società con operazioni spalmate su più anni, che danno una motivazione a certe cifre. E non si può qualificarle come irregolari a cuor leggero.

 

Tuttavia laddove emerga un “sistema” volto ad abbellire/correggere i bilanci con cessioni gonfiate o fittizie, le istituzioni calcistiche dovrebbero trovare il coraggio di stabilire nuove e proprie regole di valutazione il più possibile precise e combattere questo “doping amministrativo”. Altrimenti, saranno la crisi di tutto il comparto e i default a catena a presentare il conto. E stavolta potrebbe essere ancora più salato.

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...