cecilie hollberg

IL PROBLEMA DEI MUSEI ITALIANI SONO I DIRETTORI STRANIERI? - RISPONDE CECILIE HOLLBERG, DIRETTRICE DELLA GALLERIA DELL'ACCADEMIA DI FIRENZE: “HO PORTATO 250 MILA VISITATORI IN PIU’ MA NON HO NEANCHE UN UFFICIO. MANCANO SPAZI, DEPOSITI E GUARDAROBA E SIAMO AL 42% SOTTO ORGANICO” - BONAMI FA IL CONTROPELO AL MINISTRO BONISOLI: “NON E' STUPIDO MA CON LA SUA FREDDURA SULL'ABOLIZIONE DELL'INSEGNAMENTO DELLA STORIA DELL'ARTE NELLE SCUOLE E' APOLOGO DELLA STUPIDITÀ”

1 - "MINISTRO, I GUAI DEI MUSEI NON SONO I DIRETTORI STRANIERI MA BUROCRAZIA E STAFF RIDOTTI"

Francesca Sforza per “la Stampa”

 

CECILIE HOLLBERG

Cecilie Hollberg è la direttrice della Galleria dell' Accademia di Firenze, quella che ospita il maggior numero di opere di Michelangelo al mondo, tra cui il David. È a Firenze dal dicembre 2015 e parla un italiano perfetto, con un lievissimo accento toscano. Il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, in un' intervista a La Stampa , si è detto preoccupato dei direttori stranieri, che non si integrano in città come Firenze o Roma. «Questa città mi ha accolto benissimo - rassicura Hollberg - Firenze è cosmopolita, ho trovato molti amici italiani».

 

Che differenze ha trovato dalla Germania a qui?

il ministro dei beni culturali alberto bonisoli (4)

«In Germania ero direttore di un Museo (a Braunschweig, ndr) e avevo uno staff, che nel tempo ho rafforzato. Quando sono arrivata a Firenze ho trovato un personale molto ridotto e inadeguato, non c'era un funzionario amministrativo, un ufficio tecnico né i contabili. Ancora oggi non ho un ufficio, mancano spazi, depositi, guardaroba, sono al 42% sotto organico: manca il funzionario restauratore, il direttore amministrativo, il funzionario per la promozione e in generale mancano professionalità essenziali per il buon andamento di un museo».

CECILIE HOLLBERG

 

Il ministro sostiene che avete molta autonomia, tranne che per le assunzioni. È d' accordo?

«Oltre al problema delle assunzioni c' è anche quello dei bilanci, sottoposti a vincoli, al contenimento spese e a tempi di approvazione troppo lunghi per noi musei. E poi se mi viene assegnata una cifra per fare dei lavori su una struttura, ma non c' è un progetto e non ho un ingegnere né un funzionario che gestisca la cosa, ci riesco, ma ci metto degli anni. Quando finalmente dopo due anni e mezzo mi è arrivato un architetto, gli ho girato tutte le pratiche che seguivo io, dall' illuminazione all' impiantistica, dalle fosse biologiche alla statica dell' edificio. Non esattamente i compiti di un manager museale».

 

Come ha trovato la Galleria dell' Accademia di Firenze, e qual è oggi il suo bilancio?

luca bergamo alberto bonisoli

«L' ho trovata con delle opere eccezionali e un personale ridotto e affezionatissimo, disposto a tutto pur di traghettarla nell' orizzonte dell' autonomia previsto dalla riforma. Il risultato è stato un grande lavoro di squadra e 250 mila visitatori all' anno in più».

 

Come ha fatto?

«Spostando le mostre temporanee dal periodo estivo al periodo invernale, cosa che ha aumentato le presenze dal 17 al 23 per cento, allestendo progetti per bambini, chiamando gli universitari nel giro di guide. E poi abbiamo conseguito una grande vittoria sulla tutela dell' immagine del David, che ci ha dato grande visibilità internazionale».

 

Che cosa significa in pratica?

CECILIE HOLLBERG

«Che chi utilizza l' immagine del David non ci può guadagnare sopra. E complimenti al Tribunale di Firenze che in soli cinque mesi ha prodotto un' ordinanza che disciplina l' uso dell' immagine di un' opera d' arte. In pratica se qualcuno mostra il David per pubblicizzare un prodotto, o ha ottenuto l' autorizzazione del museo oppure viene denunciato. Sembra una cosa di poco conto, ma è un fatto che ha cambiato la giurisprudenza sul tema, e che fa già da apripista per casi analoghi in tutta Italia e spero faccia scuola anche all' estero».

 

I fiorentini frequentano la Galleria?

«Grazie all' associazione degli amici della Galleria, che ha coinvolto i cittadini nella vita di questo museo, capita che arrivino visitatori di settant' anni nati a Firenze e mi dicano "E' la prima volta che entro qui"».

 

Cosa chiede alla politica per i musei italiani?

«Per prima cosa, personale formato scelto dai direttori. In tempi non biblici, possibilmente, perché se dal concorso alla chiamata passano due anni, i migliori hanno già trovato un altro lavoro, o all' estero, o a fare cose non degne di loro. Mi piange il cuore vedere giovani storici dell' arte tra i custodi di sala E poi snellire la burocrazia: non si può, subito dopo una riforma, far arrivare ai musei tredici circolari al giorno, oltretutto, quelle sì, non in italiano. Ultima cosa: regolamentare la vendita dei biglietti. Il bagarinaggio fa male ai musei italiani e dà una brutta impressione a tutti.

 

2 - BONISOLI, LA STORIA DELL’ARTE A RISCHIO DI FREDDURA

Francesco Bonami per “la Stampa”

 

riccardo franco levi alberto bonisoli

E' necessario far passare la legge che punisca l'apologia della stupidita' . Il ministro dei beni culturali non e' sicuramente stupido ma con la sua freddura sull'abolizione dell'insegnamento della storia dell'arte nelle scuole e' un apologo della stupidita' e per questo motivo il Parlamento dovrebbe concedere l'autorizzazione a procedere contro di lui.

 

Ma tutto questo in un mondo ideale e non letale come quello nel quale ci stiamo abituando a vivere. Il famoso regista Alfred Hitchcock ad una Ingrid Bergman nervosa prima di una scena del film Notorius disse “rilassati e' solo un film” . Tutti noi vorremo sentirci dire che quello che stiamo vivendo e' solo un film e non la realta' delle cose.

 

il ministro dei beni culturali alberto bonisoli (3)

Invece Alberto Bonisoli non e' un attore ne tragico ne comico ma un ministro in carne ed ossa . Qualcuno che dovrebbe essere in grado di sapere che la fuori ci sono tantissime, troppe, persone alle quali non solo della cultura con la C maiuscola ma anche dell'educazione con la e minuscola non gliene ne frega nulla. Persone che senza troppi problemi sarebbero felici non solo di abolire l'insegnamento della storia dell'arte ma l'insegnamento in toto.

 

Ora non vogliamo drammatizzare, il ministro ha aperto bocca dando fiato ai suoi denti , i fondamentalisti dell'ignoranza forse non lo hanno nemmeno sentito intenti a fomentare ben piu' pericolose forme d'ignoranza attiva come il razzismo e la violenza comune. Tuttavia dare fiato ai denti e' pericoloso perche' c'e' il rischio di romperseli sbattendo contro il muro dell'irresponsabilita'.

 

FRANCESCO BONAMI

Fortunato e' Bonisoli che l'irresponsabilita' e' qualcosa di astratto non di concreto. Se invece, magari non l'insegnamento della storia dell'arte ma l'abolizione nei libri di scuola del capitolo su La Lega Lombarda o a favore della rimozione del monumento al Guerriero di Legnano di Enrico Butti da Viggiu', l'avesse suggerito un signore dell'opposizione, qualche twittata, dal collega di Bonisoli Salvini, sarebbe arrivata incitando a rompere i denti di colui che aveva azzardato tale proposta. Forse da abolire dal menu' del giorno dovrebbero essere ministri e bolliti.

 

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