sgarbi

ROBE DA ‘MART’ - SGARBI SARÀ PRESIDENTE DEL MART DI ROVERETO E GIA’ ANNUNCIA QUERELA CONTRO UN CONSIGLIERE M5S: “HA DICHIARATO CHE LA MIA NOMINA E’ DOVUTA ALLA COMUNE MILITANZA CON IL PRESIDENTE DEL TRENTINO FUGATTI. NIENTE DI PIU’ FALSO…” - LA REPLICA: “LO QUERELO IO PER GLI INSULTI. MI HA DEFINITO INETTO, INCOMPETENTE E DEPENSANTE"

sgarbi

Giuseppe Pietrobelli per www.ilfattoquotidiano.it

 

Non si può dire che passerà inosservato lo sbarco di Vittorio Sgarbi a Rovereto, come presidente del Mart, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea. Un incarico fortissimamente voluto dalla giunta del presidente della Provincia, il leghista Maurizio Fugatti. Prima ancora di arrivare, il deputato di centrodestra si è fatto annunciare da una querela per diffamazione nei confronti del consigliere provinciale del M5s, Alex Marini. Il motivo? “Ho dato mandato all’avvocato Giampaolo Cicconi di procedere contro Marini per avere dichiarato, contro la verità, che la mia nomina dipende da rapporti personali con Fugatti”. Insomma, Sgarbi non vuole fare la figura del raccomandato per ragioni politiche.

 

sgarbi capra

Il consigliere aveva tirato in ballo “la comune militanza sui banchi del Parlamento”. Proprio a questo si appiglia Sgarbi: “Niente di più falso. Io sono stato in Parlamento dalla XI alla XIV legislatura, prevalentemente, come ora, nel gruppo misto. Fugatti dalla XV alla XVI, nel gruppo della Lega. Io non l’ho mai conosciuto e mai visto in Parlamento. Neanche nella XVIII, che egli ha percorso per un tratto, fino alla elezione alla presidenza della Provincia di Trento”. E allora? “Io l’ho visto la prima volta solo il giorno che si è dimesso e l’ho poco dopo incontrato a Brentino Belluno per andare insieme al Mart. Lì mi ha comunicato le sue intenzioni. Nessuna conoscenza. Nessuna intesa in Parlamento. Nessuna complicità personale o politica. Per le insinuazioni del consigliere 5 stelle, che tanto ama l’infallibile magistratura, ma non si documenta, non resta che la querela per diffamazione”. L’eventuale risarcimento? “Sarà destinato al Mart”.

 

 

sgarbi

“Sgarbi lo querelo io, perché mi ha variamente insultato – replica Marini – A suo avviso sarei un ‘inetto‘, ‘lautamente pagato’ per la mia ‘assoluta incompetenza‘, un ‘depensante’ (cioè un soggetto privo della capacità di pensare con la propria testa), uno che si arricchisce grazie alla propria palese mancanza di competenza e un’onanista, con la destra e con la sinistra’. Sono insulti belli e buoni pronunciati nei miei confronti”. E siccome si è sentito colpito nel ruolo di amministratore pubblico, Marini ha effettuato un sondaggio on-line tra i suoi sostenitori Cinquestelle. “I voti sono stati 540, l’81 per cento dei quali a favore della querela. Pur non amando per niente l’idea di finire a parlare di queste cose in Tribunale, sto vagliando nei dettagli l’azione legale”.

 

fugatti

Marini mesi fa aveva posto il problema dell’incompatibilità di Sgarbi (il cui incarico sarà comunque a titolo gratuito). “In base alla legge Severino, un parlamentare non può ricoprire incarichi di vertice in enti pubblici”. Poi, però, Raffaele Cantone, presidente dell’autorità anticorruzione, aveva dato il via libera, a patto che Sgarbi non abbia deleghe operative. A questo punto la giunta Fugazzi si è messa al lavoro per modificare il regolamento del museo, così da eliminare la componente operativa attribuita al presidente. “È una pagliacciata”, è stato il commento di Sara Ferrari, consigliere provinciale del Pd.

 

 

VITTORIO SGARBI

Ma Sgarbi si è probabilmente infuriato anche perché Marini ha indirizzato al presidente del consiglio provinciale, Walter Kaswalder, un’interrogazione velenosa nei suoi confronti, in cui chiede chiarimenti circostanziati sui suoi titoli professionali e sul suo curriculum vitae. Ad esempio, se davvero Sgarbi sia “professore ordinario di storia dell’arte moderna all’università per stranieri di Perugia”, come riportato di suo pugno in una comunicazione alla Camera. Il nome del critico d’arte, secondo Marini, “non figura nell’elenco dei curricula dei docenti in nessuna delle categorie ivi rappresentate: professori ordinari, associati, a contratto, affidatari o ricercatori universitari”. E ricorda come nel 2017, secondo notizie di stampa, il contratto triennale da professore straordinario fosse stato annullato perché Sgarbi risultava ancora dipendente (in aspettativa) del Ministero dei beni culturali.

alex marini

 

Il consigliere M5s insiste chiedendo lumi sul curriculum di Sgarbi che ha detto di aver insegnato alle università di Udine (Storia delle tecniche artistiche) e Bologna (Storia della fotografia) in anni ormai lontani. E c’è un ulteriore, singolare mistero. Nel curriculum vitae presentato a marzo alla prima commissione della Provincia di Trento, “ai fini dell’approvazione del parere sulla nomina nel cda del Mart”, Sgarbi scriveva di essere già “presidente del Mart”. Una svista? Marini chiede in pratica di verificare ciò che ha scritto il presidente Fugatti il 7 maggio nella comunicazione ufficiale al consiglio provinciale: “La nomina di Sgarbi trova giustificazione nell’indiscussa esperienza maturata dallo stesso quale critico d’arte di fama internazionale, docente universitario, per gli incarichi rivestiti quale amministratore pubblico e per le attività svolte a vario titolo nell’ambito dei Beni culturali”.

sgarbi quotidiani 1vittorio e elisabetta sgarbi alla fondazione cavallini sgarbisgarbi quotidiani 2

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…