salah

SALAH AKBAR! ANCHE ALLA ROMA, "MOMO" SALAH RINGRAZIA ALLAH OGNI VOLTA CHE SEGNA - LE ACCUSE DI ANTISEMITISMO: QUANDO GIOCAVA COL BASILEA SI RIFIUTO' DI STRINGERE LA MANO AGLI AVVERSARI DI TEL AVIV - MA I TIFOSI EBREI NON HANNO SMESSO DI TIFARE ROMA...

Beppe Di Corrado per “il Foglio”

 

SALAHSALAH

Momo ringrazia il suo Dio ogni volta che segna. Alza le dita e lo sguardo, si inginocchia. La Fifa non vuole che si faccia più: non è contro di lui, è contro tutti. Cristiani, musulmani, ebrei, altri: chiunque non potrà manifestare convinzioni politiche o religiose. Dovrebbe essere così dal 2010, ma l’applicazione della norma è ondivaga. Smetterà presto di esserlo perché funziona sempre così: a un certo punto anche le cose sbagliate devono diventare giuste, nel calcio.

 

Fino a quel giorno, Mohamed Salah sarà un simbolo. Calcio e islam. Lo è diventato per continuità e per qualche episodio che ha segnato il percorso. Nel calcio europeo se pensi adesso a un calciatore che rappresenti la cultura islamica su un campo di calcio pensi a lui. L’assonanza con il terrorista di Parigi arrestato a Molembeek, non c’entra. C’entrano le idee, le convinzioni, i gesti. C’entra l’Egitto, che è la sua terra.

 

C’entra Port Said, c’entrano i Fratelli musulmani. C’entrano anche i silenzi. Perché Salah non parla per scelta. Non ama né le interviste, né le conferenze stampa. Fa solo quelle che non può non fare. Quindi non spiega e non racconta. Lui gioca, poi esulta. Sì, c’è anche qualche altro gesto simbolico che ritorna nei racconti.

SALAHSALAH

 

E vale la pena parlarne subito perché è l’alfa di questa storia. Esagerata nelle dimensioni, ma importante per comprendere che questo non è un calciatore e basta: è un uomo del suo tempo, del nostro tempo. Non c’è giudizio di merito, né di valore. E’ la semplice constatazione di chi si tiene alla larga dalle proprie convinzioni per essere soltanto uno sportivo e chi invece interpreta il ruolo pubblico di sportivo come manifestazione anche di altro. Giusto? Sbagliato? Tendenzialmente sarebbe più la seconda che la prima. Ma si può giudicare tutto senza avere una spiegazione approfondita?

 

Dici: è lui che non spiega. Vero. Quindi resta la sintesi che fanno gli altri e quello che si può vedere. Perché il calcio ti permette di vedere tutto: immagini del pre, del durante, del dopo partita. Quella discussa di Salah lo riporta indietro a qualche anno fa. Il tempo non è però stato superato, visto che se oggi cerchi informazioni su Momo digitando semplicemente il suo nome, una delle prime associazioni che fanno i motori di ricerca è con la parola “antisemita”.

salahsalah

 

Dipende tutto da quel gesto. E’ Il 31 luglio del 2013, lui gioca nel Basilea e affronta nei preliminari di Champions League il Maccabi Tel Aviv. Il cerimoniale classico prevede l’inno della competizione all’ingresso delle squadre, lo svolazzamento del logo della Champions al centro del campo da parte dei bambini e poi le strette di mano tra i giocatori delle due squadre schierate di fronte alla tribuna e alle telecamere. Salah non c’è.

 

Mentre gli altri compagni passano in rassegna gli avversari, lui esce dalla fila, si allontana, si piega e si allaccia le scarpe un po’ in disparte. Che gesto è? Voluto? Non voluto? Polemico? Casuale? La società svizzera, per evitare che l’episodio si trasformi in caso, si affretta subito a spiegare che si tratta solo di una coincidenza.

 

SALAHSALAH

Ma siamo di fronte a una squadra israeliana, niente viene ignorato. Niente può essere ignorato. Il caso che non dovrebbe diventare caso, diventa invece caso. Ne parlano i giornali, ne discutono i commentatori, si arriva alla politica. Anche perché c’è il ritorno e il ritorno si gioca in casa del Maccabi soltanto una settimana dopo.

 

Salah è già una star dei social network: pur non parlando neanche con la sua fan base è popolare, è famoso, è amato. E sui suoi account in quella settimana un sacco di gente si scatena, gli chiedono di non andare a giocare. Sono i musulmani che invocano un gesto forte, palese, evidente: allacciarsi le scarpe non basta.

salah 0dsalah 0d

 

Per una volta, Salah parla. Una dichiarazione al quotidiano Blick: “Non lo so ancora, non ho mai detto di non voler giocare; ma la situazione è difficile”. In Israele ci va, convinto dal Basilea, secondo alcuni addirittura dietro la minaccia della scissione unilaterale del contratto per inadempienza.

 

 

A quel punto, però, il caso non caso che già era diventato un caso, è ormai il caso. Il Times of Israel cita una frase che avrebbe detto Mohamed dopo la decisione di partire con la squadra: “Andrò in Israele. Il calcio è più importante della politica ed è il mio lavoro. Nella mia mente giocherò in Palestina e non in Israele, segnerò e vincerò. La bandiera sionista non sarà più esposta in Champions League”.

 

 

 

SALAHSALAH

Delle sue parole non c’è altra traccia ed è impossibile sapere se siano state abilmente rimosse. Una volta che qualcuno ha provato a chiedere a Salah se le avesse dette davvero, è scoppiato un mezzo finimondo: il giocatore era già a Firenze e a domanda di un giornalista su quella frase la conferenza stampa fu interrotta. Detta o non detta, interpretrata o riportata, quella dichiarazione nel 2013 è stata l’inizio di una settimana complessa conclusa con la partita.

 

Salah in campo. Nuovamente il rito della Champions: inno, bambini che fanno sventolare il logo della competizione al centro del campo e saluto tra i giocatori. Salah è in fila, stavolta, scorre uno a uno gli avversari e invece di dare loro la mano o battere il cinque, chiude il pugno e li saluta con un colpetto ciascuno. Molto americano nell’idea, molto diverso nello svolgimento. Il pubblico non può non notarlo e a ogni tocco di palla di Momo lo fischia.

 

SALAH IN CARPI ROMA SALAH IN CARPI ROMA

Il seguito della partita l’ha descritto bene Dario Saltari: “In questo ideale botta e risposta, Salah ha l’ultima parola. Al 21esimo del primo tempo segna lo 0-2 per il Basilea e prima di esultare pregando come fa di solito, si dirige verso le tribune facendo il segno della bocca che parla con le mani.

 

Quando viene sostituito nel secondo tempo, tra gli insulti generali del pubblico, il giocatore israeliano Yeini gli si avvicina con fare minaccioso puntandogli il dito contro. Il giorno dopo la partita (che finirà 3-3 permettendo al Basilea di passare alla fase a gironi) Salah va nella città vecchia di Gerusalemme a pregare nella moschea di al-Aqsa, situata nella celebre Spianata delle moschee contesa da secoli tra ebrei e musulmani”.

 

salah   rudiger   plein   pjanicsalah rudiger plein pjanic

La costruzione di Salah simbolo dell’islam che entra in campo s’è compiuta così. Chi cerca una storia deve scegliere lui, perché se no rischia di essere travolto dalla disinformazione che è cominciata pesantemente a entrare anche nelle storie di sport. Provate a leggere i giornali: c’è una voglia incredibile di trovare personaggi che possano riassumere il concetto del calcio dell’Isis. Le cerca la propaganda jihadista e anche il suo estremo più contrario. Così nascono patacche aberranti, come quando lo stato islamico ha annuncia che alcuni ex calciatori dell’Arsenal avevano aderito al Califfato. Chi? Come? Quando?

 

E si è arrivati al paradosso di Lassana Diarra, ex giocatore del Real, del Chelsea e dell’Arsenal che a un certo punto è stato accostato al terrorismo. Perché era scomparso dai radar del grande calcio, perché era nato e cresciuto in un sobborgo duro e islamicamente estremista di Marsiglia. E’ lui, hanno detto. Provate a cercare su Google e troverete decine di segnalazioni in italiano e in inglese: sospetti, allusioni, mezze frasi.

radja nainggolan   mohamed salah   antonio rudiger   philipp plein   william vainqueur   miralem pjanicradja nainggolan mohamed salah antonio rudiger philipp plein william vainqueur miralem pjanic

 

Addirittura ci sono stati giornali che l’hanno scritto. Invece Lassana era solo finito alla Lokomotiv Mosca. E lì ha anche ripreso a giocare bene tanto da meritarsi la convocazione in Nazionale. Sapete quando? Per la partita amichevole Francia-Germania del 13 novembre 2015, in programma a Saint-Denis. Era in campo mentre i terroristi facevano strage di civili inermi. E ne volete di più? Tra le vittime del Bataclan c’era un suo cugino. Ucciso dai sicari del Califfo che secondo la vulgata Lassana Diarra avrebbe abbracciato solo qualche mese prima.

LASSANA DIARRALASSANA DIARRA

 

Lasciate stare, per favore. Inutile andare a caccia di storie che rispondano a un cliché. Prendiamo quello che c’è. Qualcosa di vero. Come Salah. Evoluzione culturale e antropologica di quello che avevamo visto e sentito fino a quel momento. Perché con superficialità prima di Momo l’islam nel calcio era la curiosità del “come faranno i calciatori durante il digiuno del ramadan?”. Mohamed ha portato la religione un passo più in qua. Dentro. Con legittima rivendicazione della propria identità, ma a volte rischiando che venisse prima di tutto.

 

SALAHSALAH

Esempio: quando è andato al Chelsea e le cose non sono andate bene, in molti, giornali e analisti, hanno fatto l’equazione semplice: il Chelsea è di proprietà di un russo ebreo amico di Israele, quindi Salah non avrebbe mai potuto trovarsi a suo agio. Il che può essere un comodo alibi o anche uno scomodissimo fardello. Chiaramente non è così: se Abramovich fosse stato un problema, Salah al Chelsea non ci sarebbe neanche andato. Poi c’è il resto: arrivando nel calcio europeo vero, cioè quello di Premier League e Serie A, la storia dell’antisemitismo vero o presunto, comunque del fastidio per gli ebrei ha anticipato spesso la comprensione del Salah calciatore e in alternativa è stato cancellato. Nell’uno e nell’altro caso non è stato un bene per lui e per noi.

SALAHSALAH

 

Perché la verità è che non sappiamo ancora gestire un calciatore che non si allontani alla svelta da ciò che nel calcio non entra: politica, religione, storia, antropologia. Comodo avere giocatori come Eden Hazard, per restare al Chelsea e per stare anche in Belgio. Nel paragone con Salah fatto da Dario Saltari si ricorda questo: “A tre anni dal suo arrivo al Chelsea, per esempio, ancora non si è capito se e quale religione professi Eden Hazard e la cosa ha generato dei rumour sul fatto che sia segretamente musulmano.

 

Forse per lo stesso motivo, nel 2012 la stampa inglese scrisse che Hazard aveva firmato una lettera insieme ad altri 61 giocatori per boicottare gli Europei Under 21 in Israele dopo l’ennesima offensiva nella Striscia di Gaza. In quel caso, tuttavia, la polemica fu prontamente spenta dal suo agente, che smentì la notizia dichiarando che Hazard “non parla mai delle sue opinioni politiche”.

HAZARDHAZARD

 

Anche Salah non parla di politica. Però è complicato da analizzare. Perché conosci la sua storia extracalcistica e però non sai dove cercare certezze comode. E’ fuggente: in senso calcistico e in senso umano. Non parla e quindi non spiega e per noi è complicato dover prendere la sua parte non pallonara: come si tratta? Come si maneggia? La storia del numero 74 indossato a Firenze è emblematica.

 

Momo in quel caso l’ha spiegato: “Sono passati tre anni dal massacro di Port Said e mi sembrava doveroso commemorarlo portando addosso il numero delle vittime”. Tutti a dire: bravo. Ma nessuno che approfondisse. Cos’è Port Said? Perché è importante? Anche qui vale la pena ricordarlo.

 

“La notte che ha fottuto una rivoluzione”, ha scritto Andrea Luchetta sulla Gazzetta dello Sport. C’era la partita Al Masry-Al Ahly (3-1). “ Era la notte del primo febbraio 2012, e già all’alba in pochi credevano a un semplice scontro fra tifoserie. Tutti i testimoni che abbiamo incontrato – poliziotti, ultrà, attivisti, spettatori – sottolineano gli stessi punti oscuri: le mancate perquisizioni, i teppisti armati, il cancello della curva aperto e quello d’uscita sprangato, l’inerzia della polizia e il blackout improvviso.

ORSATO SALAHORSATO SALAH

 

Troppo per parlare di fatalità o negligenza. La maggior parte dei testimoni, crede che l’assalto sia sfuggito di mano. Probabilmente qualcuno cercava un paio di morti ‘simbolici’ per impartire una lezione agli Ahlawy, decisivi nel difendere piazza Tahrir dalle cariche di esercito e polizia”. Alla fine i morti saranno appunto 74.

 

 

Salah ha portato sulla schiena quel numero quando abbiamo cominciato a conoscerlo davvero. Cioè quando è arrivato in Italia. Domanda alla prima conferenza stampa, poi nulla. Poi i gol, i dribbling, il talento, il calcio e pure altro: le complicazioni del contratto, il mercato, le richieste di Roma, Fiorentina, Inter, Juventus. Caos. 

 

SALAHSALAH

Lui che vuole giocare, ma che non è chiaro. Finisce alla Roma e i giornali tornano sulla storia di Basilea e Tel Aviv. “Si è rifiutato di stringere la mano a giocatori ebrei”, ignorando che in realtà in quella squadra giocavano titolari tre stranieri e due israeliani arabi e musulmani. Chiaramente non voleva dare la mano a un simbolo sionista, come il Maccabi, ma la sintesi dei giornali italiani è stata un po’ tranchant.

 

SALAHSALAH

Conseguenza: il presidente dell’associazione Maccabi Italia (un’organizzazione che coordina le associazioni sportive ebraiche in Italia) twitta sul proprio account: “Noi ebrei come potremmo continuare a tifare Roma se dovesse ingaggiare un antisemita?”. La comunità ebraica, attraverso le parole del suo assessore alle relazione esterne, fa invece sapere che rimarrà vigile e attenta ai “comportamenti etici e morali”.

 

Salah a Roma gioca, corre, segna, esulta. Certo, guarda al cielo, alza le dita e poi si inginocchia. Ma i tifosi ebrei non hanno smesso di tifare Roma. Continua a non parlare se non lo stretto necessario. Il che non ci permette di entrare fino in fondo nella sua storia. E’ un peccato perché ti fermi alla superficie e te la fai bastare. L’ha scritto Giorgio Burreddu, ricordando ancora i tempi di Firenze: “Lui vive nel suo mondo, grandissimo. Prega prima di ogni partita, o prima di entrare in campo.

 

SALAH 1SALAH 1

A San Siro, con la Fiorentina contro l’Inter, Montella gli urla dalla panchina. C’è da fare un cambio, e in fretta. Babacar è a terra, deve essere sostituito. Montella indica Salah, tutti lo cercano con lo sguardo, lui è in un angolo che sta pregando”. Poi ti fermi, perché oltre non si riesce ad andare. Se non in campo. Per molti conta soltanto quello. E’ vero fino a un certo punto, però.

salah salah salahsalahSALAHSALAH

Ultimi Dagoreport

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO