sarri agnelli

SARRI, LA JUVE NON E’ IL TUO MONDO – SCONCERTI TRANCHANT: “NON E’ RIUSCITA LA COMUNIONE TRA SOCIETA’, SQUADRA E TECNICO. C’E’ UN’IDEA SUL RITORNO DI ALLEGRI, MA LUI HA GIA’ UN IMPEGNO CON UN GRANDE CLUB INGLESE - NEI PROSSIMI GIORNI IL CAMPIONATO STERZERÀ BRUSCAMENTE (C’È LAZIO-INTER DOMENICA E JUVE-INTER IL PRIMO MARZO; NEL MEZZO LA CHAMPIONS) SARRI SMETTA DI FARE IL MAESTRO E FACCIA LA SUA JUVE. O LA JUVE CAMBIERÀ LUI”

andrea agnelli sarri

Mario Sconcerti per corriere.it

 

Il problema di Sarri e la Juve è che i disagi naturali all’inizio non sono migliorati, hanno cominciato a pesare fino a diventare parte del gioco. Questo avviene a febbraio, quando i risultati hanno poco tempo per rimettersi in linea. In questo momento credo che Sarri e la Juve siano solidi solo per il tempo che manca. Nei prossimi giorni il campionato sterzerà bruscamente. C’è Lazio-Inter domenica e Juventus-Inter il primo marzo; nel mezzo la Champions. Cambiare adesso significherebbe prendersi la responsabilità del risultato. E la proprietà della Juve non va storicamente mai messa in discussione.

 

LA CENA TRA ANDREA AGNELLI E MAURIZIO SARRI

Non è riuscita però la comunione tra società, squadra e tecnico. Sarri è una persona libera, viene da un altro mestiere, non deve niente al calcio, ai suoi rapporti silenziosi, ai suoi vaghi ricatti. È un cane sciolto, difficile da inquadrare. La Juve di Andrea Agnelli è molto più puritana di quella di suo padre e nettamente oltre quella dell’Avvocato. I due fratelli erano mecenati, non senza interessi, ma usavano ancora il calcio come fine, non come mezzo, un vero divertimento, una specie di grande pastorale americana. Andrea è un imprenditore e la Juve è la sua azienda. Ha le sue regole, i suoi uomini, le sue manie.

 

LA CENA TRA ANDREA AGNELLI E MAURIZIO SARRI

Ama le decisioni forti e improvvise, se le trova terapeutiche. Sono convinto abbia pensato in queste ore a come fuggire dalla gabbia tiratagli su da Sarri. Il cambiamento è andato troppo avanti e non dà risultati. Gli otto scudetti hanno aumentato la gloria ma anche le aspettative e il monte ingaggi. Per vivere alla sua altezza la Juve ha bisogno di vincere e adesso non è più certa di saperlo fare. Nell’ultimo mese si è sentita fuori percorso. Ed è in generale fuori cassa di mezzo miliardo.

 

Per questo non è per niente escluso si sia pensato a un ritorno di Allegri, che è sempre sotto contratto e non potrebbe rifiutare. Si stanno ascoltando i giocatori importanti, non tutti sono dalla parte di Sarri, che ha un suo modo diretto di porsi con loro. Sarri piace ancora tanto, nessuno dimentica la lunga catena di infortuni che hanno normalizzato la Juve, pochi si nascondono anche i disagi che devono subire Higuain e Dybala per gli obblighi della società verso Cristiano Ronaldo.

 

sarri allegri

Ma non si capisce il tempo perduto a insegnare alla squadra un gioco che non è mai arrivato. E le troppe volte che Sarri ha ammesso l’impossibilità di portare quel gioco alla Juve. La Juve aveva «comprato» quello schema, quel ritmo. È dura da accettare sentirsi dire adesso che è impossibile. Rasenta il fallimento.

 

MAURIZIO SARRI

Così nascono le idee su Allegri. Non le uniche, per altro. Anche il Milan di Boban e Maldini penserebbe a un ritorno. In realtà nessuno del Milan ha contattato Allegri, non seriamente almeno. Allegri ha già un impegno con una grande squadra inglese. Non vuole allenare fino a luglio continuando nel frattempo a riscuotere lo stipendio della Juve. Questo non elimina il tunnel in cui è caduto Sarri. Il vero vantaggio è che da oggi i risultati saranno importanti per tutti, anche per i giocatori. Buoni o vanesi che siano. Ma è giusto aspettarsi che Sarri smetta di fare il maestro e cominci a inseguire anche un po’ di coerenza. Faccia la sua Juve. O la Juve cambierà lui.

sarri allegrihiguain sarrisarridybala sarrimaurizio sarri foto mezzelani gmt001dybala sarrimaurizio sarri foto mezzelani gmt002maurizio sarri foto mezzelani gmt003dybala sarrimassimiliano allegriMAURIZIO SARRI

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?