tomba thoeni

TOMBA A VALANGA SU CONTE: "RIAPRITE LE PISTE DA SCI" – ANCHE THOENI IN PRESSING: "SI PUO’ RIPARTIRE IN SICUREZZA" – IL PROBLEMA DELLE CABINOVIE - LA SVIZZERA VA CONTROCORRENTE E APRE GLI IMPIANTI NONOSTANTE LE TERAPIE INTENSIVE AL LIMITE E LE BACCHETTATE DELL’OMS – MA GLI ITALIANI NON SONO BENVENUTI SULLE PISTE ELVETICHE: LA LOMBARDIA E ALTRE ZONE SONO ANCORA CONSIDERATE "ROSSE", DUNQUE...

Da Un Giorno da Pecora

thoeni

“Sarebbe una brutta notizia non aprire piste da sci, noi viviamo di questo. Si può sciare in sicurezza, al massimo sono più le funivie il problema. Al governo dico che da noi si potrebbe sicuramente aprire, siamo una località piccola e la gente si può tenere a distanza”. A parlare, ospite di Rai Radio1, a Un Giorno da Pecora, è il campione di sci altoatesino Gustav Thoeni, che gestisce un'attività alberghiera a Trafoi, in provincia di Bolzano.

 

TOMBA

Da iltempo.it

tomba

Il governo vuole tenere chiuse le piste da sci e gli impianti sciistici, ma le Regioni provano a far cambiare idea al premier Giuseppe Conte. Non solo. In pressing anche la leggenda della valanga azzurra Alberto Tomba e la campionessa Federica Brignone.  "Lo sci è per eccellenza sport all'aperto ed individuale: in più, visto come ci si veste quando si va a sciare, non è davvero un problema di mascherine, perché già ora si usano normalmente protezioni della bocca e del viso"; ha dichiarato Alberto Tomba come riporta il sito dell'Ansa.

 

"E sciando neppure c'è un problema di distanziamento, le piste dovrebbero dunque essere aperte, anche se ci sono ovviamente degli accorgimenti da prendere", dice il campione azzurro che suggerisce: in seggiovia si può andare da soli, e si possono diminuire i posti nelle cabinovie per evitare rischi di contagio.     "Il problema è, semmai quello dell'apres ski e dei rifugi dove si va a bere e mangiare qualcosa dopo una sciata". 

 

 

SVIZZERA

Franco Zantonelli per repubblica.it

TOMBA THOENI

Sciare con il Covid. In Svizzera, unico Paese dell'arco alpino, è già possibile. Nonostante la pandemia. E neve, a dire il vero un po' pochina, permettendo. Anche a Verbier, stazione chic del Canton Vallese, dove nel marzo scorso, in occasione della prima ondata, esplosero diversi focolai, tanto che i medici di base chiesero, invano, di isolare la località. Un po' la replica di quanto capitato a Ischgl, nel Tirolo austriaco.

 

A Verbier si è ripreso a sciare e, stando al bollettino di Ski Info, sulle piste ci sono 30 centimetri di neve e gli impianti aperti sono otto su 52. A Ischgl, per contro, bisognerà attendere il 6 dicembre, quando terminerà il lockdown, deciso dal governo di Sebastian Kurz.

 

 

 

svizzera sci

Tornando alla Confederazione, oltre a Verbier sono attualmente 10 le località in cui è possibile sbizzarrirsi sulle piste. Tra queste Crans Montana, Andermatt, Davos e Zermatt che si trova sull'altro versante del Cervino, a 9 km di distanza in linea d'aria da Cervinia. Dove di mettere gli sci ai piedi per il momento non c'è verso, come ha stabilito lo scorso 24 ottobre il governo Conte.

 

Insomma, se in Italia la possibilità di trascorrere il Natale sui campi da sci non è per nulla scontato, in Svizzera c'è oggi quasi la certezza di poterlo fare. Anche se, proprio nei giorni scorsi, l'inviato dell'Oms David Navarro ha definito "grave" la situazione elvetica e "molto blande" le misure adottate da Berna per affrontarla.

 

Difficilmente gli italiani saranno benvenuti sulle piste svizzere: la Lombardia e altre zone sono ancora considerate "rosse", dunque non è consentito a chi vi abita recarsi in Svizzera se non per reali necessità: neanche possedere una seconda casa oltreconfine è considerato un buon motivo per spostarsi. Inoltre in marzo, in Engadina, paradiso dei milanesi benestanti, responsabile della pandemia venne ritenuta una famiglia italiana: dunque il livello di attenzione è massimo. Si attendono, per contro, tedeschi e olandesi, almeno per Natale, visto che in estate sono stati tra i pochi stranieri a trascorrere le vacanze in Svizzera.

conte babbo natale ansa 1

 

Il Consiglio Federale, l'esecutivo collegiale svizzero, sin dall'inizio della pandemia, è sembrato in realtà troppo interessato alle ragioni dell'economia per sacrificare sull'altare della salute pubblica comparti strategici quali il turismo, che vale intorno al 3% del Pil. Quindi altre stazioni invernali apriranno presto agli sciatori.

 

 

Sabato prossimo sarà la volta di Bosco Gurin, località Walser al confine con la Val Formazza. Quali le misure di sicurezza adottate? "Il nostro problema - spiega a Repubblica Giovanni Frapolli, titolare degli impianti - è quello dell'affollamento. Vorremmo evitare una corsa di gente ammassata come si è verificato alla riapertura dalle piste di Zermatt. Sin dal posteggio gli sciatori dovranno indossare la mascherina e il nostro personale farà rispettare il distanziamento sociale. Inoltre, nei ristoranti, sono previsti tavoli per massimo 4 persone".

GIUSEPPE CONTE SI DISINFETTA LE MANI

 

Altrove, come ad Andermatt, è stato introdotto il numero chiuso, con non più di mille sciatori al giorno, tenuti a prenotare online. Basteranno queste misure per evitare una nuova lavata di capo dell'Oms? Lo sapremo in occasione della temuta terza ondata.

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