panatta

"MA CHE VUOI CHE NE SAPPIANO DEL POF, POF…" - ADRIANO PANATTA E IL TORMENTONE CHE SPOPOLA IN RETE: "E IO PENSAVO CHE DI VIRALE CI FOSSE SOLO L’INFLUENZA..." - "HO RECITATO ME STESSO SENZA FINZIONE. NANNI MORETTI? TROPPA ROBA, NON ESAGERIAMO! VILLAGGIO? SIAMO STATI GRANDI AMICI TUTTA LA VITA MA PARLAVAMO POCHISSIMO DI FILM" - E POI IL NIPOTINO CHE HA COME IDOLO VALENTINO ROSSI, LA POLITICA ("NON MI CONVINCE PIÙ NESSUNO, FIGURARSI I 5 STELLE") E LA BERTE': "UNA CARA..." - VIDEO 

 

Gaia Piccardi per www.corriere.it

 

panatta la profezia dell'armadillo

«Ma ti rendi conto? Passi la vita a giocare a tennis e poi un giorno ti svegli e sei diventato come l’influenza d’inverno: virale...».

 

Il re del web, nell’estate del pof pofche dal festival del cinema di Venezia in poi ha incendiato i social, è un bel signore romano di 68 anni che pensava di aver dimenticato nel lontano 1976 — l’anno di grazia degli Internazionali d’Italia, del Roland Garros e della Coppa Davis strappata al Cile di Pinochet — le ragioni di una popolarità solida e mai esibita, riparata all’ombra di un ciuffo morbido che pare appena atterrato da una di quelle iconiche veroniche su cui poggia la leggenda del figlio di Ascenzio custode del Tc Parioli, diventato Adriano Panatta nell’arco breve di un indimenticabile triplete.

panatta

 

Il suo cameo ne «La profezia dell’armadillo», il film tratto dai fumetti di Zerocalcare, diretto da Emanuele Scaringi e nelle sale da ieri, gira in Rete scatenando gridolini d’entusiasmo («Chi l’avrebbe detto...»), applausi a scena aperta («È il potere del web, oggi il mondo va così. Certo che mi fa piacere») e paragoni importanti («Moretti? Troppa roba, non esageriamo! Villaggio?

 

Con Paolo siamo stati grandi amici tutta la vita ma parlavamo pochissimo di film. Non volevo fare né imitazioni né caricature»): il tennis come metafora della vita spiegato al sondaggista avventizio nella scena dell’aeroporto di Fiumicino è un piccolo capolavoro di ironia e disincanto, abiti di sartoria che Panatta indossa a pennello da sempre. «Chi mi conosce, lo sa: io sono così. Ho recitato me stesso senza finzione. Nella vita di tutti i giorni sono come mi vedi sullo schermo. Anche il finale del discorso mi appartiene: non puoi capi’...».

borg panatta

 

 

Che vuoi che ne sappiano del «pof, pof»?

La richiesta è partita da Domenico Procacci, produttore e amico dell’ex campione. Adriano faresti una particina? «Anche no, grazie, ho risposto. Ma poi Domenico ha insistito, mi ha spiegato il progetto, l’idea mi è piaciuta. Mi sono presentato sul set e abbiamo girato. Cotto e mangiato». La tirata sui colpi armoniosi e piatti come sinonimo di bon vivre contrapposti alla violenza distonica dei giocatori moderni che badano soltanto al risultato, conclusa da quel pof pofonomatopeico già entrato nel linguaggio quotidiano, è un misto tra sceneggiatura e improvvisazione, un’arte che Panatta ha affinato nelle sue mitologiche sfide con Bjorn Borg a Parigi. «Il tennis è una musica che i tennisti di questa generazione, nati con le racchette di carbonio in mano, non hanno mai sentito. Cosa vuoi che ne sappiano del pof pof, dell’ammorbidire il dritto, di un bel servizio in slice a uscire seguito a rete da una soffice volée, della poesia del tennis giocato con le racchette di legno?». Niente. «Ecco, appunto. Infatti io, se voglio passare due ore davanti alla tv a vedere uno che mi piace, scelgo Roger Federer. Il migliore di tutti».

panatta

 

Il nipotino Adriano junior

Panatta è appena rientrato nella sua Roma da Treviso, dove vive con la nuova compagna. E, ogni volta, è un tuffo al cuore. «Prima le buche, poi i cinghiali, adesso pure i serpenti in pieno centro. Recentemente ho letto che Roma è la capitale più sporca del mondo. Mi ha fatto male». Da romano, e da buona forchetta, nel post carriera ha assaggiato anche la politica: consigliere comunale nella giunta Rutelli (1997): «Vedere la mia città ridotta così è un dolore. È vero che è difficilissima da governare: solo il Tuscolano è grande come Firenze, cento comuni, una provincia sconfinata... Però non credevo si potesse cadere così in basso». Se non fosse stato all’estero, alle elezioni del sindaco avrebbe scelto Giachetti. «Alle politiche non ho votato. Non mi convince più nessuno, figurarsi i 5 Stelle». All’Accademia gestita dal fratello Claudio, dove insegna il figlio Niccolò, ogni tanto Panatta scende in campo con il nipotino Adrianino, 6 anni, primo figlio di Rubina bella come mamma Rosaria: «Il mio erede? Macché — ride nonno Adriano —, dopo mezz’ora se ne vuole andare. Alla racchetta preferisce le mini-moto: il suo idolo è Valentino Rossi, altro che Adriano Panatta...».

panatta bertè fazio

 

Revival con la Bertè

Dice di non avere paura di nulla, tranne dello spleen cupo della noia. Se gli chiedi che fine hanno fatto coppe e trofei, strizza gli occhi come controsole, evidentemente infastidito: «Non ho più niente, ho perso tutto. Meglio così: l’idea di vivere in un salotto-museo mi fa inorridire». Smentisce la favola del latin-lover, benché agli atti ci sia, ben prima del matrimonio, Loredana Bertè: «Una cara amica». È l’estate del revival: la Bertè in radio, Panatta al cinema. Il bilancio ti sorride, Adriano. «Oddio, non sono ancora pronto per i bilanci. Chiamami tra due anni, a 70, se ci arrivo».

panatta bertèpanatta bertèpietrangeli panattapanatta borg 3adriano panatta con la moglie rosariaPANATTA VILLAGGIOADRIANO PANATTApanatta villaggioPANATTA BERTOLUCCI PANATTA BERTOLUCCI PIETRANGELIPANATTA PIETRANGELIDJOKOVIC MURRAY PANATTApanatta pietrangeli bertolucciloredana berte panatta mia martinipanatta loredana bertePANATTA VILLAGGIO LEI NON SA CHI ERAVAMO NOIpanatta pennetta foto mezzelani gmt panatta malago foto mezzelani gmt malago letta panatta foto mezzelani gmt fabbricini malago panatta foto mezzelani gmt Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta PANATTA 1FULVIO ABBATE ADRIANO PANATTA giuliano amato adriano panatta enrico letta gianni rivera panatta mcenroePANATTAbertolucci panatta

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")