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IL TORNADO TRUMPIANO SCONVOLGE I MEDIA USA: TANTI SALUTI AI MURDOCH, LA NUOVA DINASTIA È QUELLA DEGLI ELLISON – IL CEO DI PARAMOUNT SKYDANCE, DAVID ELLISON, FIGLIO DELL’UOMO PIÙ RICCO DEL MONDO, IL NUMERO UNO DI ORACLE LARRY, HA SCELTO COME DIRETTORE NEWS DELLA STORICA RETE CBS LA GIORNALISTA ANTI WOKE BARI WEISS, CHE AVEVA LASCIATO POLEMICAMENTE IL “NEW YORK TIMES” – UNA NOMINA CHE SEGNA UN PUNTO SI VOLTA NELL’INFORMAZIONE USA E CHE AIUTA A CAPIRE ANCHE LA DERIVA AUTORITARIA IN CORSE NEGLI STATES, CON TRUMP CHE MOBILITA LA GUARDIA NAZIONALE IN ALCUNE CITTÀ AMERICANE...

Estratto dell’articolo di Mario Platero per www.corriere.it

 

david ellison 3

Non è tanto la notizia in sé - la Paramount ha nominato un nuovo direttore news per la CBS - quanto i personaggi – e le vicende - dietro la nomina, che scardinano la storia, proiettando l’America dell’informazione e dell’intrattenimento – ma anche quella politica - in un’epoca nuova, l’epoca dei quarantenni, dell’anti woke, del centrismo di buon senso nella migliore delle ipotesi - o dell’autoritarismo nella peggiore.

 

Con due aggiunte. La nascita formale di una nuova dinastia dell’informazione che lascia nella polvere i Murdoch. E, come vedremo, con un riferimento centrale per capire anche quel che sta succedendo oggi, con Donald Trump che mobilita la guardia nazionale in alcune citta’ americane

 

david ellison bari weiss 1

[…]  David Ellison, 42 anni, CEO di Paramount Skydance che controlla la rete, ha scelto Bari Weiss, 41 anni come direttore News della storica rete CBS – Columbia Broadcasting System –  di fatto lanciata nel 1928 dal leggendario Bill Paley, protagonista (anche con l’amico Gianni Agnelli) della vita imprenditoriale, politica, ma anche sociale nella New York degli anni Settanta.

 

Sulla carta, i due nuovi protagonisti, in un rapido succedersi di eventi sia mediatici che imprenditoriali sono dunque Ellison, che ha conquistato la grande Paramount appena lo scorso 7 di agosto acquistandola dalla famiglia Malone per 8 miliardi di dollari attraverso la sua Skydance Media.

 

cbs news

E la Weiss, che lasciò la sezione – autonoma - dei commenti del New York Times il 20 luglio del 2020 con una lettera aperta di dimissioni che denunciava l’ostracismo di cui era oggetto da parte di colleghi dell’estrema sinistra, ostracismo, diceva, impunito da parte della proprieta’.

 

Una lettera che fece epoca e segno’ una svolta per la percezione pubblica dei movimenti woke, cancel, mee too etc. La Weiss, fondo’ poi una sua media company, Free Press, controcorrente rispetto al pensiero dominante “mainstream”, formato da una classe intellettuale ancorata a vecchi principi, che si spostava sempre piu’ ostinatamente a sinistra.

 

Larry e David Ellison

Free press ebbe un rapido e straordinario successo su Internet. La si poteva acquistare su Substack e ha finito col generare abbonamenti fino a 15 milioni di dollari all’anno. La ciliegina sulla torta di Bari? Insieme alla nomina, forse ancora la piu’ prestigiosa nel mondo americano dei media, ha venduto la sua Free Press a Paramount per 150 milioni di dollari in contanti e azioni e avra’ come riporto diretto il CEO, David Ellison.

 

Ovvio che questa operazione ha generato in America dibattito, polemiche e polveroni all’interno dei quali ci si puo’ perdere in confusione. Lo scorso luglio ad esempio, prima ancora dell’acquisto da parte di Ellison, la Paramount aveva pagato a Donald Trump 16 milioni di dollari in danni per chiudere una causa su un reportage del programma 60 minutes che, secondo il Presidente, lo aveva danneggiato manipolando dichiarazioni della sua concorrente Kamala Harris. La cosa fece scandalo.

 

David Ellison Tom Cruise

Possibile cedere davanti alle minacce del potere? Trump in effetti, secondo il suo stile, aveva fatto capire che avrebbe perseguito ben oltre le news gli interessi di Paramount.

 

Il “patteggiamento” fu presentato come la capitolazione della libera stampa nei confronti di una Casa Bianca che interferiva sempre più non solo nella gestione delle singole aziende, ma addirittura nello stesso sistema capitalistico americano: per vendere la Paramount Shari Redstone ( figlia del re delle comunicazioni Sumner Redstone), ansiosa di liberarsene, aveva bisogno del permesso delle autorita’ competenti e Trump avrebbe potuto bloccare tutto e lo fece sapere.

 

david ellison bari weiss 2

[…]  Naturale pensare dunque, soprattutto seguendo la dietrologia nostrana, ma anche molti commenti di oggi in America, che la scelta della contestatrice della sinistra Weiss sia un pedaggio che il giovane Ellison ha voluto pagare per tenersi buon Donald Trump. Possibile, ma fino a un certo punto.

 

Intanto perché David Ellison è anche figlio di Larry Ellison, il fondatore di Oracle, oggi l’uomo più ricco del mondo, con un patrimonio stimato in 393 miliardi di dollari (ben al di sopra dei concorrenti diretti Elon Musk o Mark Zuckerberg o Jeff Bezos). E Larry da sempre è stato un repubblicano e poi un sostenitore di Trump: meno ricatto dunque e forse piu’ affinita’ ideologica?

 

cbs news

Larry inoltre ha sempre aiutato il figlio, cui e’ sempre stato molto vicino, finanziandolo prima con un prestito di 150 milioni di dollari per la avviare Skydance Media e poi con un investimento di 6 miliardi di dollari per completare l’acquisizione di Paramount.

 

C’e’ da dire che David, con un passato da attore e un brevetto da pilota acrobatico, ha lasciato presto la carriera dello showman per dedicarsi alla produzione e al business, con successo – e’ suo  il film di maggior incasso del 2022 Top Gun: Maverick; oppure Mission Impossible e poi True Grit, the Adam Project e Annihilation […]

 

bari weiss 2

E arriviamo a Bari Weiss, giornalista con un buon pedigree alle spalle, giovanissima, ad appena 33 anni, dopo un periodo anche al Wall Street Journal, viene assunta nel 2017 dalle pagine dei commenti del New York Times che vuole dare un segnale centrista nel contesto della nuova amministrazione Trump, insediata da poco.

 

Bari si trova subito male. Le sue posizioni anti-woke non coincidono con quelle di un gruppo di giovani attivisti assunti dal giornale negli anni di Obama per dare spazio a minoranze e alle cause sempre più estreme per le libertà civili. I suoi articoli vengono derisi, viene intimidita, soprattutto nelle chat interne al giornale autorizzate dall’editore. […]

 

PARAMOUNT skydance media

 Nel 2018 dopo il massacro anti ebraico alla Tree of Life Synagogue a Pittsburgh, che fece 11 morti, i sospetti su di lei crescono. Sono molti anni prima dell’attacco di Hamas del 7 ottobre, ma l’atmosfera di tensione attorno alla questione ebraica è già molto carica. Scrive un libro, “come combattere l’antisemitismo”, vince il National Jewish Book Award nel 2019.

 

La cosa negli ambienti degli attivisti non l’aiuta, il libro e il premio la definiscono come un’aliena a quella che viene percepita la line politica centrale anche alla pagina dei commenti del New York Times. Infine la svolta, attorno a un evento che ebbe allora un impatto nazionale e che e’ alla radice di quel che succede oggi con la mobilitazione della Guardia Nazionale da parte di Trump.

 

Donald Trump e Larry Ellison

Il 5 giugno del 2020, circa un mese dopo che un poliziotto, Derek Chauvin, stringe il collo di un criminale di piccolo cabotaggio, George Floyd, fino ad ucciderlo mentre lo arresta a Minneapolis. L’orrore del video, la forza bruta contro un uomo inerme, diventa virale. In tutta l’America esplodono dimostrazioni anche violente contro il razzismo radicato in molti tra le forze dell’ordine e in molti americani in genere.

 

La reazione e’ sentita a livello nazionale. Ma le reazioni sono eccessive. Ricordo a New York poco lontano da casa mia dimostranti in auto che sfasciavano vetrine di negozi di lusso per ammassare i prodotti in grosse sacche gia’ pronte.

 

DONALD TRUMP E I SOLDATI DELLA GUARDIA NAZIONALE AMERICANA

Indirettamente, le dimostrazioni sono anche contro l’amministrazione Trump. Da li a poco ci saranno le elezioni per il secondo mandato e molti fra gli attivisti democratici cavalcano le dimostrazioni per mobilitare il voto contro una presidenza autoritaria.

 

In quei giorni di turbolenza il Senatore Repubblicano dell’Arkansas Tom Cotton pubblica un editoriale provocatorio sul New York Times, invocando l’uso delle forze armate per riportare l’ordine nelle citta’, da nove giorni a ferro e fuoco. L’articolo esce il 3 giugno, ha un titolo forte, “Tom Cotton: Mandate l’Esercito”, il senatore fa riferimento ad altri episodi del passato in cui la Guardia Nazionale e’ stata mobilitata per riportare l’ordine interno, cita episodi devastanti e strumentalizzazioni della sinistra.

 

david ellison 1

L’articolo ha un effetto esplosivo senza precedenti all’interno del giornale e negli ambienti degli attivisti di sinistra che il 4 giugno raccolgono 1000 firme fra i giornalisti in protesta contro il direttore della pagina commenti e contro l’editore, Sulzberger. James Bennet, il Direttore della pagina, spiega in una riunione di redazione di non aver riletto l’articolo anche perche’ esprimeva l’opinione di un Senatore nel contesto di dare piu’ voci a un dibattito intenso nel paese e che altri colleghi lo avevano esaminato a fondo.

 

Il 5 giugno l’editore scrive un corsivo in testa all’editoriale di Cotton, scusandosi per l’errore di non aver esercitato un adeguato controllo sul contenuto dell’articolo, ammette che altri giornalisti aveva lavorato con lo staff del Senatore per concordare correzioni e precisazioni ma che non avevano fatto bene il loro lavoro.

 

Un agente della guardia nazionale a Chicago

Il 7 giugno Bennet, uno dei più autorevoli giornalisti americani, già direttore dell’Atlantic Monthly un periodico molto ascoltato di ispirazione liberale è costretto alle dimissioni. Di fatto per aver risposto all’appello dell’editore di diversificare i commenti introducendo opinioni della destra. Era stato lui ad assumere Bari Weiss.

 

Bennet, la cui madre è una sopravvissuta dell’Olocausto, era già nel mirino degli attivisti per il suo atteggiamento neutro nei confronti di Israele (di nuovo siamo molto prima dell’attacco del 7 ottobre, ma gia’ una campagna pro palestinesi, alimentata dalla propaganda di Hamas, era in corso fra gli attivisti della sinistra democratica). Il 7 giugno Bennet viene costretto alle dimissioni. Per la Weiss e’ troppo.

 

donald trump larry ellison

Riflette alcuni giorni e il 20 giugno scrive la lettera aperta di dimissioni e di denuncia all’editore Sulzberger ormai preso tra due fuochi. “Oggi la curiosita’ intellettuale e’ una colpa al Times” scrive. Rivela bullismo anche pubblico nei suoi confronti. Identifica una “guerra civile” tra “i generalmente giovani wokes e i generalmente al di sopra dei 40 della vecchia sinistra”. Attacca l’editore che consente il fiorire di un simile comportamento in pubblico.

 

La lettera della Weiss esplode come un effetto deflagratore ancora piu’ forte rispetto all’editoriale di Cotton. La destra l’abbraccia. Lei, lesbica, sposata, si dichiara centrista di sinistra e non repubblicana e getta i semi di quello che nelle elezioni del 2024 sarebbe diventato un voto di protesta anche da parte di molti centristi democratici contro la cultura dell’estremismo di sinistra attorno a Cancel Culture, Woke, Mee Too etc.

 

CBS NEWS

Nel frattempo, oggi, Donald Trump tra lo scandalo generale, ha messo in atto quella che cinque anni fa sembrava solo una provocazione del Senatore Scott: ha mandato la Guardia Nazionale e in un caso addirittura i marines per controllare l’ordine pubblico in citta’ – guarda caso – guidate da sindaci democratici. […]

 

Per questo la nomina di Bari Weiss alla guida di un simbolo della liberta’ di stampa come la CBS e’ una svolta chiave. Chiude davvero a sorpresa un cerchio che si era aperto gia’ cinque anni fa. Nel frattempo dalla sua lettera aperta di denuncia e dalle dimissioni dal New York Times, la Weiss è diventata un’eroina dei protagonisti della Silicon Valley, Jeff Bezos l’ha invitata al suo matrimonio, Peter Thiel le ha concesso un’intervista sul suo podcast alla Liberty Press, Marc Andriessen e Howard Schulz, (il fondatore di Starbucks) hanno investito nella sua azienda media.

 

donald trump larry ellison

Sui social media infuria la polemica e c’e’ chi si preoccupa, chi grida allo scandalo chi alla fine della liberta’ di stampa. Io preferisco allinearmi con Katie Couric, ex direttrice delle News alla CBS, ha semplicemente detto: “Sara’ affascinante vedere quel che succedera’”. Vedremo.

 

Di certo, dalla nuova dinastia Ellison alla nomina di Barri Weiss, il laboratorio America e’ sempre in azione e in drastico cambiamento. Alla CBS si e’ sempre fatta la storia del paese in parallelo a quella dei media.

 

 

la Guardia Nazionale a washington dc

Dal programma di inchiesta “60 minutes”, a direttori news - aggressivi come Dan Rather (molto a sinistra, argomento’ duramente con Bush padre durante la campagna presidenziale del 1988) - iconici, come Walter Cronkite ( diede l’annuncio con la voce rotta dell’assassinio del Presidente Kennedy) - persino “santi patrioti” come Ed Murrow (il primo a fare corrispondenze radio in diretta dal fronte durante la Seconda guerra mondiale) anche oggi si riparte dalla storica CBS, un simbolo che ancora regge nell’era dei social media e dell’intelligenza artificiale.

 

david ellison 1

E c’e’ da chiedersi se personaggi come Walter Cronkite o Ed Murrow, giornalisti di un’altra epoca, quando l’America era ancora unita, non avrebbero guardato con favore alla protesta liberatoria della Weiss al New York Times: per loro qualunque forma di soppressione andava soppressa.

la Guardia Nazionale a washington dcskydance media acquisisce paramount 4

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