crisis core final fantasy vii reunion

DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - "CRISIS CORE FINAL FANTASY VII" TORNA RESTAURATO E RIFATTO PER PLAYSTATION, SWITCH, XBOX E PC. IL PRELUDIO AGLI EVENTI DELLA SETTIMA FANTASIA FINALE È UN GIOCO DI RUOLO D’AZIONE IL CUI RACCONTO NON HA PERSO NULLA DELLA SUA POTENZA: UNA TRAGEDIA SULLA CONSAPEVOLEZZA TRAUMATICA DI SÉ, SULLA FINE DEI SOGNI, SULLA SPERANZA INFRANTA, SULL’ORRORE DEL POTERE, SULLO STRAVOLGIMENTO DELLA NATURA SECONDO BIECHI FINI ECONOMICI, SULLA GUERRA COME COSA INSULSA… - VIDEO

 

Federico Ercole per Dagospia

 

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Ci sono videogame che ci inducono ad una dialettica con la nostra etica in maniera più o meno radicale e esplicita, tuttavia raramente mi sono sentito in colpa come in Crisis Core Final Fantasy VII Reunion, restauro e rifacimento parziale del gioco per PSP del 2007 uscito su PlayStation 4 e 5, Nintendo Switch, Xbox e PC. Non credo inoltre sia stata intenzione del gioco indurmi in un tale struggimento morale ma, se si tratta della volontà dei suoi autori, allora è un colpo di genio.

 

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Insomma avevo cominciato da poco quest’epopea che funziona da preludio ai futuri eventi di Final Fantasy VII ponendomi nei panni di SOLDIER di Zack Fair (“tu sarai la mia eredità vivente” dirà un giorno all’ormai famosissimo Cloud) che mi ritrovo a casa del suo mentore e amico Angeal, nel suo paese natale, in compagnia della madre, mentre fuori si svolgono eventi burrascosi. Nella quiete domestica vengo a conoscenza della storia dello spadone di Angeal, lo stesso che erediterà Zack e infine Cloud: la sua realizzazione fu un sacrificio economico per la famiglia, tanto che il padre, per pagare la spesa di quest’arma enorme, lavorò fino ad ammalarsi e poi morire. Lacrime.

 

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Sono finalmente libero di lasciare la povera ma dignitosa casetta e proseguire l’avventura quando noto un forziere al suo interno. Nei giochi del genere, e pure in questo, ce ne sono tantissimi di questi bauli con dentro tesori e risorse di vario tipo, così lo apro con uno spensierato automatismo ludico. Dentro ci sono 5 Guil, la moneta corrente di FF. Niente, non ci compri neanche una pozione. Esco e me ne vado, lotto con un robot da combattimento con spadate e fulmini e intanto i rimorsi cominciano a mordermi le caviglie.

 

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5 Guil,  nulla per me, magari molto per la misera madre di Zack, qualche soldo per comprarsi il cibo per andare avanti. Non riesco più a continuare, spengo la console e riprendo dall’ultimo salvataggio, rivivo tutta la scena del racconto delle spada ma questa volta lascio intonso il baule. Mi sono sentito benissimo ma permane il ricordo del senso di colpa provato, un sentimento diverso ma coinvolgente quasi come lo fu il dolore per la scomparsa di  Aerith in Final Fantasy VII.

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LA TRAGICA STORIA DI ZACK

Strutturato secondo le regole di un gioco di ruolo orientato verso l’azione, Crisis Core Final Fantasy VII già impressionante per il pathos del suo racconto sul piccolo schermo delle PSP, oggi risulta imprescindibile per chiunque abbia amato il mondo espanso della settima fantasia finale e soprattutto si gioca assai meglio, essendo state riviste le dinamiche dei combattimenti, adesso più immediati e spettacolari, snelliti di tante lungaggini e meccaniche contorte che li appesantivano.

 

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Ma è appunto la storia a risultare ancora più coinvolgente e appassionante grazie ai nuovi modelli dei personaggi principali che rimandano a FFVII Remake  a quel capolavoro di un cinema del nuovo millennio che è Advent Children. Risulta impossibile non esaltarsi o commuoversi guardando alcuni dei notevoli filmati non interattivi, straordinari segmenti di cinema ahimè da molti sottovalutati: il triplice duello tra Genesis, Angeal e un Sephiroth (futuro più grande “cattivo” della storia dei videogiochi di ruolo giapponesi) qui ancora eroico e “buono”, l’apparizione di Aerith tra i suoi fiori, il tragico ed epico finale.

 

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Degne di nota sono anche le animazioni delle creature evocate come Odino, Ifrit e Bahamuth che “cola” dal cielo come una lacrima nera in maniera assai simile ad Advent Children, o le mosse speciali di Zack innescate casualmente, ma in maniera assai meno invasiva che nell’originale, da una specie di slot machine “cerebrale”. Questa volta inoltre le animazioni marziali non si innestano automaticamente durante la battaglia e possono essere conservate strategicamente; c’è anche la possibilità di saltare questi lunghi segmenti non interattivi che dopo un po’ (non a me) possono venire a noia.

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La partitura originale della colonna sonora, una specie di elettro-west coast, non è eccezionale ma spesso risuonano i temi originali di Final Fantasy VII di Nobuo Uematsu, sempre magnifici e malinconici nella loro immediata dimensione di leit-motiv.

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MILLE MISSIONI E UNA STORIA

In Crisis Core ci sono decine di missioni secondarie, affrontabili con comodità direttamente dai punti di salvataggio. Si tratta per lo più di brevi, talvolta intense battaglie in mappe ridotte che risultano ripetitive ma hanno l’utilità di consentire a Zack di potenziarsi e soprattutto di trovare oggetti ed evocazioni fondamentali. Queste attività secondarie dilatano la ritmica all’inizio distesa e poi sempre più drammatica e frenetica della storia principale, così che Crisis Core può superare le sessanta, settanta ore di gioco se si decide di completarle tutte, servendo inoltre per distanziarsi emotivamente dagli eventi per una pura attività ludica.

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Malgrado sia evidente la sua provenienza remota, il lavoro di restauro svolto su Crisis Core meraviglia, risultando “quasi” al passo con i tempi.  Tuttavia, ribadisco, la sua storia così intensa e connessa non risulta mai obsoleta, una progressiva tragedia sulla consapevolezza traumatica di sé, sulla fine dei sogni, sulla speranza, sull’orrore del potere, sullo stravolgimento della natura secondo biechi fini economici, sulla guerra come cosa insulsa.

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Aspettando che giunga un giorno, e chissà quando, la seconda parte di Final Fantasy VII Remake, Crisis Core è da giocare o rigiocare, per vivere ancora una volta in uno dei mondi più ispirati e potenti mai inventati per un videogioco e camminare di nuovo con i suoi indimenticabili abitanti. 

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