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DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - PON-PON-PATAPON! SONO TORNATI “PATAPON 1 E 2” PER PS5, PC E NINTENDO SWITCH. SI TRATTA DI GIOCHI RITMICI, STRATEGICI E AVVENTUROSI NEI QUALI SIAMO LE DIVINITÀ DI CREATURE ALIENE E OCCHIUTE, CHE CONTROLLIAMO NELLA LORO PERIGLIOSA RICERCA, SUONANDO TAMBURI MISTICI. DUE BELLISSIMI SCACCIAPENSIERI DI GIOCO E MUSICA… - VIDEO

Federico Ercole per Dagospia

 

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Fantastico, sono tornati i Patapon, il primo e il secondo! Tutti insieme PATAPON!

Una cosa bella, sebbene oggi all’aria nera e sporca dei venti di guerra parrebbe quasi sgradevole giocare ad essere la divinità di un popolo di “occhi” vagamente antropomorfi, quindi con braccia, gambette e tre radi capelli puntuti. Essere il dio di creature-silhouette nere che suona ritmi fanta-tribali con un tamburo mistico, per condurre il suo esercito di pupazzetti alla battaglia.

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La musica ha un potere immenso, arcano e per lo più balsamico ma qui, come è stato anche in più antiche realtà del Pianeta Terra, con tamburini e pifferai ad esaltare fanti e cavalieri,  si tratta di una marcia marziale, quindi una specie di abominazione, un’offesa a Frau Musika. Ma i Patapon stemperano ogni militarismo nella loro dimensione fantastica e bidimensionale, stranissima e persino poetica, totalmente aliena, risultando giochi strategici, ritmici e musicali dalla esilarante originalità, uno strumento ludico-musicale per produrre ritmiche bizzarre che nella loro dolce follia sono un puro scacciapensieri, un prodigio sonoro. 

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Quindi è davvero fantastico che siano tornati i Patapon! Usciti in origine nel 2007 e nel 2008 per quel piccolo scrigno di meraviglia elettronica che fu la PSP di Sony, Patapon 1 e 2 furono prodotti dai miracolosi e purtroppo estinti Japan Studios di PlayStation e oggi tornano rimasterizzati per PS5, PC e soprattutto per Nintendo Switch, dove si possono sperimentare di nuovo in portabilità queste due operette buffe.

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PON-PON-PATAPON! PATA-PATA-PATAPON!

Nei favolosi scenari in due dimensioni di un mondo remoto, guidiamo l’esercito contro mostri e soldati ostili, in cerca di un mistico oggetto misterioso. Non si smette mai di suonare se non in quel frangente strategico ad inizio livello in cui si organizzano i membri sempre crescenti e diversificati delle proprie devote truppe.

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Dopodiché ecco che si inaugura un notevole flusso ritmico e quaternario a base di pochi e semplici idee musicali, agendo sui quattro tasti della console che corrispondono ai quattro tamburi divini: Pata, Pom, Chaka e Don. Combinando questi suoni si inducono in tempo reale i propri soldati a combattere, difendersi, curarsi e ritirarsi. Se si lavora bene sulla ritmica su giunge infine ad una estasi febbricitante detta appunto “fever” durante la quale le truppe sono assai più forti. Ecco, è tutto, una semplicità e una immediatezza totali, bisogna solo conoscere le percussioni e i rimi giusti, lasciandosi trascinare e suonando!

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Così si attraversano panorami di fiori alti come alberi, selve, deserti e roccaforti sfidando bestie ostili, mostri enormi o pericolosissimi eserciti rivali. La pittura in 2D dei due Patapon è davvero suggestiva e asseconda la ritmica, la natura è al servizio della musica.

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Ci sono diversi tipi di Patapon che si possono sbloccare e potenziare proseguendo nel viaggio verso Fineterra: con lo stendardo, spadaccini, cavalieri, energumeni con asce e clave, arcieri, suonatori di trombone letale. Ci sono anche dei Patapon speciali dai diversi poteri e nel secondo capitolo (il più bello e complesso, senza nulla togliere al primo) giungono classi nuove come quelle in grado di cavalcare volatili, agitare braccia meccaniche, lanciare magie… In Patapon 2 c’è anche il cangiante e fortissimo “eroe”, che non può essere eliminato perché resuscita sempre dopo pochi secondi.

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ORE E ORE DI LIETO TAMBURELLARE

Che la musica alteri la percezione del tempo è cosa nota, soprattutto la ritmica con la sua inarrestabile scansione. Quindi con questi due Patapon potreste ritrovarvi alienati con letizia in un curioso altrove, dimentichi del caos di musiche orripilanti da spiaggia contemporanea, dell’inquinamento sonoro prodotto dai motori, del casino in generale che sia in città, in montagna e al mare, smarrendosi in questi videogame dove suonare, vedere e giocare coincidono in maniera esemplare.

 

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Ecco è probabile che se giocate sotto l’ombrellone in portabilità e rigorosamente con gli auricolari e c’è qualcuno che vi guarda, questi potrebbe notare gli spesso inevitabili movimenti quasi danzanti che si producono magari in maniera inconsapevole nel corso della vertigine ritmica e ludica. Così la dama severa unta di crema abbronzante, il fiero giovane barbuto e tatuato o quel signore serio con un romanzo dozzinale potrebbero ridere di voi, come se ballare il “reggaeton” in gruppo davanti ad un animatore muscoloso in tanga, con fischietto e capellino della Juventus, non fosse altrettanto ridicolo.

 

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Ma che ve ne importa, in quel momento siete gli dei di un altro mondo! Ideali per ore di gioco non scervellate e sorprendenti, i due Patapon risultano ancora oggi oggetti videoludici unici, ricordi dell’originalità di un  passato giocoso che non è smarrita nel presente ma risulta invece più rarefatta o occulta.

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