resident evil welcome to raccoon city

DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DI RACCOON CITY. L’ULTIMO LUNGOMETRAGGIO ISPIRATO AI VIDEOGIOCHI DI RESIDENT EVIL È UN’INVOLONTARIA PARODIA, UN’OPERA CHE AMMICCA ALL’APPASSIONATO IN MANIERA FURBA E SGRADEVOLE, TENTANDO DI MIMETIZZARSI, SENZA RIUSCIRCI E SENZA ALCUNA DIGNITÀ, IN UN CINEMA DI SERIE B. OLTRE CHE DELLA COERENZA CON IL MATERIALE ORIGINALE, UMILIATO E OFFESO, IL FILM DI ROBERTS MANCA DI EMOZIONE, DI AMORE, DI ORRORE E DI BELLEZZA… - VIDEO

resident evil welcome to raccoon city 17

Federico Ercole per Dagospia

 

Vedo il nuovo adattamento cinematografico di Resident Evil con un duplice sguardo, uno che si fissa sull’oggetto filmico in maniera indipendente dall’esperienza più o meno profonda avuta durante gli anni con la saga videoludica di Capcom e l’altro invece a questa connesso,  in maniera appassionata. 

resident evil welcome to raccoon city 18

 

Così mentre trascorre un bizzarro preludio in un orfanotrofio che stravolge la biografia di Caire e Chris Redfield, introducendo inoltre una mostruosa Lisa Trevor estrapolata male e a forza dal remake del primo episodio, mi dico di mettere subito a tacere la dialettica interiore tra i ricordi e la visione, concentrandomi sui movimenti di macchina che esplorano lo spazio, sulle inquadrature, sui colori, sulle luci e le forme. 

 

resident evil welcome to raccoon city 15

Questa volontà di astrazione funziona per pochi minuti, consentendomi di apprezzare quel lacrimoso sentore di pre-catastrofe annunciato dalla fitta pioggia che cade incessante nella notte di Raccoon City, gli sguardi afflitti dei suoi abitanti oltre le finestre bagnate, un hitchcockiano corvo che muore schiantandosi contro una porta, gli occhi appannati di un dobermann che si infetta dopo avere leccato del sangue sulla strada, il nebbioso e umido buio che ammanta la foresta. 

resident evil welcome to raccoon city 2

 

Sono quasi incline a pensare che malgrado il rigore annunciato dagli autori e la presunta fedeltà d’approccio con gli originali virtuali siano in sostanza dichiarazioni ingannevoli, magari Resident Evil Welcome to Raccoon City possa rivelarsi una gradevole variazione e interpretazione, persino un piacevole horror di serie B con una regia in grado di offrire qualche valido segmento di cinema. 

 

Poi tuttavia crolla tutto, diventa persino impossibile astrarsi dal proprio trascorso con i videogame, perché il regista Johannes Roberts vi ammicca in continuazione, in maniera smodata e superficiale, insistendo per quasi due ore nel semplificare o stravolgere le narrazioni (e già non si tratta di Dostoevskij ma neppure di Silent Hill...) della saga in quella che presto diviene un’involontaria parodia, dove una bambina che ha appena visto massacrare la madre, e suo padre mutare in abominio, se la ride accoccolata vicino ai suoi buffi  salvatori mentre siede sul pavimento di un treno in corsa come fosse in gita con gli amichetti. 

resident evil welcome to raccoon city 1

 

I “FANTASTICI” QUATTRO

Ovvero gli iconici Jill Valentine, Claire e Chris Redfield, Leon Kennedy. Personaggi dei quali è secondario e nemmeno importante  trattare sulla somiglianza con gli originali per l’aspetto fisico, che è quasi nulla o solo vagamente superficiale, ma che qui sono travisati come caratteri in maniera totale, tanto che sarebbe stato meglio chiamarli con altri nomi. 

 

La recluta Leon Kennedy, che si sveglia bevendo una birra prima di recarsi al suo primo giorno di lavoro come un Mel Gibson di Arma Letale meno problematico, è qui la spalla comica, sebbene non faccia mai ridere tranne quando comparirà con un bazooka; la sofferta Jill Valentine è innamorata e giuliva; Claire acquista la virilità marziale del fratello mentre Chris diviene un soldatino sciocco e capriccioso. 

 

resident evil welcome to raccoon city 10

E poi c’è Albert Wesker, ambiguo, disumano e cattivissimo personaggio fondamentale nei videogiochi che in questa pellicola è ridotto a “macho” belloccio e disorientato, senza alcun carisma, fino all’impietosa scena a sorpresa durante i titoli di coda, che consiglierei agli appassionati sia di cinema che di videogame di  evitare, uscendo dalla sala onde scansare ulteriori acidità.  

 

resident evil welcome to raccoon city 22

Si potrebbe pensare che sul fronte mostri e zombie il film funzioni meglio, ma no, è ancora peggio. innanzitutto non è chiara tutta la questione del Virus e della sua diffusione; qui pare che l’Umbrella Corporation abbia infettato l’acqua della città e i suoi abitanti si trasformino progressivamente in morti viventi, disumanizzandosi. 

resident evil welcome to raccoon city 14

 

Perché allora, considerata la gradualità di un simile contagio, sembra (complice una cattiva regia) che questi abitanti diventino  tutti mostri d’improvviso, come se gli fosse stato impartito un ordine all’ora stabilita? Tutta la cronologia della pandemia zombie è saltata, confusa, alterata in uno scellerato frullato dei primi due episodi della serie videoludica. 

 

resident evil welcome to raccoon city 21

A causa di una computer-graphic di infima categoria i rari mostri, come il Licker, appaiono posticci; ma non è solo questo, perché vengono scagliati nel film senza nessuna giustificazione, un momentaneo orpello per un presunto piacere dei fan, tanto questi saranno tutti instupiditi dai videogiochi, avranno pensato, e quello gli basterà. 

resident evil welcome to raccoon city 7

 

E’ pieno di queste antipatiche strizzatine d’occhio per gli appassionati, come la scena del pianoforte con la sonata di Beethoven o il camionista che sfreccia nella notte investendo un passante che poi si rivela uno zombie, tuttavia risultano sempre sgraziate, fuori luogo, appiccicate con l’insopportabile presunzione di essere una furberia. 

 

UN PASTICCIACCIO BRUTTO

resident evil welcome to raccoon city 13

Con una colonna sonora inadeguata e invadente, una scrittura povera e avvilente, una regia che è raro si sollevi dalla mediocrità e dalla televisione più trita e una recitazione da oratorio, Resident Evil Welcome to Raccoon City è un pasticciaccio brutto di immagini, parole, suoni. Persino i versi degli zombie sono sciatti in maniera inspiegabile. 

resident evil welcome to raccoon city 6

 

E’ un film che non fa paura, che non delizia l’appassionato e neppure il cinefilo nel suo illusorio travestimento in un cinema di serie B che invece insulta con una malcelata e mendace ambizione. 

 

Oltre che della coerenza con il materiale originale, umiliato e offeso, questo Resident Evil manca di emozione, di amore, di orrore e di bellezza. 

resident evil welcome to raccoon city 5

 

Se cercate il cinema in Resident Evil lo troverete nei videogiochi, spesso purissimo. Un cinema che talvolta ci sottomette con una sua regia precalcolata e altre ci trasforma in autori, registi del nostro personale horror. 

resident evil welcome to raccoon city 12resident evil welcome to raccoon city 19

 

resident evil welcome to raccoon city 20resident evil welcome to raccoon city resident evil welcome to raccoon city 9resident evil welcome to raccoon city 8resident evil welcome to raccoon city 4resident evil welcome to raccoon city 11

 

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…