IL NOSTRO LIBRO DELL'ESTATE/8- "I MIEI MOSTRI" DI DINO RISI: MAURIZIO ARENA, TIROCINIO CON ARCHITETTO - SULLA TOMBA DI WALTER CHIARI: «NON PREOCCUPATEVI, È SOLO SONNO ARRETRATO» - «MA QUANTA FATICA / LA LIRA, LA FICA».

Estratto da "I Miei Mostri" di Dino Risi, Mondadori


1 - Erano i cosiddetti fusti, la versione maschile delle «maggiorate» d'epoca. Renato Salvatori, ex bagnino, riuscì a farsi ammettere alla corte di Luchino Visconti, che gli insegnò a recitare.

Maurizio Arena, dopo un tirocinio con un architetto che gli insegnò a non mangiare coi gomiti sulla tavola e a distinguere i vini, diventò un simpatico eroe di borgata, uno stallone capace di sedurre una giumenta di sangue reale e morì giovane dopo un'esperienza di guaritore e spacciatore di erbe miracolose che gli fabbricava sua madre.

Morì giovane anche Salvatori, dopo una fortunata frequentazione dei tavoli verdi e alcune grosse vincite non proprio limpide. Aveva sposato un'attrice francese brava e intelligente, Annie Girardot, che aveva avuto compagna nel film di Visconti Rocco e i suoi fratelli.

Walter Chiari era uno che con le donne ci sapeva fare. Collezionò, come Mastroianni (più sornione ma altrettanto vincente), bellezze nazionali e internazionali. Era un caro ragazzo, anche quando era quasi vecchio. Amico di tutti e amico sincero, innamorato dell'amore. Capace di lasciare un film per raggiungere la donna amata dall'altra parte del mondo. Generoso (morì povero), volle che fosse scritto sulla sua tomba: «Non preoccupatevi, è solo sonno arretrato».

Parlava, parlava, e, a differenza di quelli che parlano, parlano, diceva anche delle cose intelligenti. Adesso sta lassù (o laggiù) nel girone dei comici, con Petrolini, Totò, Macario, Dapporto, Peppino De Filippo, Tognazzi, Chaplin, Stanlio e Ollio, Keaton e tanti altri. E si fanno, spero, delle matte risate.



2 - Dopo il 25 luglio 1943 Mussolini fu trasferito in cima al Gran Sasso, custodito da un reparto di carabinieri. Quando sentì il ronzio di un velivolo (era una «cicogna»), Mussolini uscì e si rese conto che erano i tedeschi che venivano a liberarlo. Allora disse: «Questa non ci voleva».

3 - Ho conosciuto molte donne, ma belle come quelle che ci sono adesso non ne ho mai viste. Negli anni Trenta non avevano le gambe così lunghe e non erano così flessuose. Neanche Alida Valli era bella come le ragazze che oggi vedo in giro mentre passeggio. Gina Lollobrigida aveva le gambe corte. La Loren era un mistero, era unica, con quelle gambe così lunghe. E un seno, persino fuori misura. Una rarissima combinazione che le portò un'enorme fortuna in America. Gli americani sono un popolo di camionisti.

Oggi la società dell'immagine offre alle ragazze belle infinite occasioni, televisione, pubblicità, sfilate di moda, concorsi di bellezza. Volevo fare un film su questo fenomeno, delle ragazze condannate a essere belle. La storia di una ragazza intelligentissima e bruttina che vede volare verso il successo la sorella bella e stupidina. La quale insegue solo il denaro, il successo, che per lei significano libertà. Anche dagli uomini.
E gli uomini? A Roma dicono: «Si grattano». Recita il poeta Galastro: «Ma quanta fatica / la lira, la fica».

4 - Il giornalista De Santis del «Messaggero» aveva fatto un'inchiesta su un campo profughi dove aveva conosciuto una bella slava di cui si era innamorato. Riuscì a farla uscire dal campo. Appena libera, la ragazza si guardò intorno, trovò un tale che la portò in Brasile dove divenne l'amante di un miliardario che lasciò la famiglia e la sposò. Subito dopo sposati, lui morì in un incidente di macchina. Lei si stabilì ai Caraibi dove credo viva tuttora.

5 - Alberto Sordi disse delle parole che gli hanno fatto onore: «Non sono andato ai funerali di Fellini. Non volevo che le televisioni cercassero sulla mia faccia il dolore per la morte di un amico».


Dagospia 13 Settembre 2004