COSSIGA SCRIVE UNA LETTERA AD ANDREOTTI: "CON DOLORANTE, MA CERTA COSCIENZA SONO QUI A CONSIGLIARTI SOMMESSAMENTE, DA DEVOTO AMICO E DA ANTICO COLLABORATORE, DI VOLERE DICHIARARE LA TUA NON DISPONIBILITÀ ALLA CANDIDATURA AL SENATO".

SENATO DELLA REPUBBLICA

Il Portavoce del Presidente Emerito della Repubblica Sen. Francesco Cossiga rende noto il testo della lettera che questo pomeriggio l'ex-Capo dello Stato ha inviato al Sen. Giulio Andreotti:


"Caro Presidente,

credo che sia un dovere di amicizia cristiana dire all'amico la verità e manifestargli il proprio sincero pensiero, anche se con dolore e nel timore di dolore arrecargli.

Ti scrivo prima che come uno che ha avuto l'onore d'essere ministro di un governo da te presieduto in momenti tragici per la vita del Paese e per i nostri personali sentimenti, prima che come un cattolico che ti ha sempre considerato una delle quattro figure più eminenti del cattolicesimo politico italiano: Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi, Giulio Andreotti e Aldo Moro, come un "fucino" all'antico presidente della Federazione degli Universitari Cattolici Italiani, fondata dal primo teorizzatore della democrazia cristiana, Don Romolo Murri, la FUCI di Don Giovanni Battista Montini, che fu scuola di fede e pietà cristiane, di cultura umanistica e di spirito democratico, con la devozione e l'affetto di un "allievo" ad un "maestro".

Considerandoti uno dei più eminenti uomini politici e di governo dell'Italia repubblicana, dotato di grande esperienza e di eccezionale equilibrio, io penso che tu avresti assicurato alla presidenza del Senato della Repubblica una guida ferma, intelligente e prudente, ed attraverso di essa alla Nazione una ricomposizione dell'unità civile e politica di cui essa ha bisogno, con il superamento della profonda divisione cui l'ultima legislatura ed una irresponsabile campagna elettorale l'hanno condotta con la reciproca dissennata delegittimazione, non compatibile con una vera democrazia, che abbisogna appunto di una reciproca legittimazione e della partecipazione a fondamentali valori comuni.



La favorevole reazione dell'opinione pubblica e di larga parte della classe politica, anche se soltanto "uti singuli", e le non meditate proposte di qualche esponente del centrodestra, mi avevano fatto pensare che si aprisse uno spazio reale di successo ad una tua candidatura. La proposizione da parte de L'Unione di un altro democratico cristiano, l'amico Franco Marini de la Margherita, alla carica di presidente del Senato, il silenzio "assordante" della Casa delle Libertà, la decisione sofferta, ma aperta, coraggiosa e leale della Südtyroler Volkspartei, che fu alleata de L'Unione nelle ultime elezioni generali, di votare per il candidato de L'Unione stessa, la volontà da te manifestata di volere essere elemento di unione e concordia in questo difficile momento della vita del Paese, mi fanno ritenere che sia da considerarsi chiuso qualunque utile spazio ad una tua candidatura.

Con dolorante, ma certa coscienza sono qui a consigliarti sommessamente, da devoto amico e da antico collaboratore, di volere dichiarare la tua non disponibilità alla candidatura all'ufficio di presidente del Senato della Repubblica.

Non è giusto per te, per tutti noi fieri di essere stati e di essere democratici cristiani, non è giusto per la storia della Democrazia Cristiana e della democrazia italiana, ed in generale per il cattolicesimo politico italiano - che tanta parte è della storia e della cultura politica del nostro paese, ed a cui non è estranea la stessa L'Unione (se anche purtroppo con qualche ex-democristiano vile nelle sue file), cattolicesimo politico di cui tu sei il massimo esponente-, che tu ti sottometta al giudizio di una Assemblea, come è democraticamente giusto, ma nella quale purtroppo siedono non pochi, membri della maggioranza, che ti hanno additato al disprezzo degli italiani come "mafioso" e "mandante di omicidi", che sostengono apertamente i magistrati politicamente vicini ad essi che girano l'Italia diffamando il tuo nome, che sono stati i tuoi persecutori e avrebbero voluto essere i tuoi carnefici.

Se considerando erronee queste mie valutazioni, fallaci questi miei giudizi e deboli questi miei consigli, tu riterrai nell'apprezzamento sovrano della tua limpida coscienza, di tenere ferma la tua candidatura - pur mantenendo io intatto il mio affetto e la mia stima per l'amico democratico cristiano Franco Marini, e per i tanti democratici cristiani della maggioranza, da Romano Prodi a Dario Franceschini e tanti, tanti altri, al cui governo io esprimerò la fiducia -, tu avrai il mio voto.

Con devozione ed amicizia".



Dagospia 26 Aprile 2006