DALÍ AL LETTO (CON GARCÍA LORCA) - STORIA DI UN AMORE (IMPOSSIBILE?) - IL GRANDE PITTORE SURREALISTA SI CONCESSE O MENO AL POETA FUCILATO DAI FRANCHISTI? PER GLI STORICI FU PLATONICO, MA IL FILM "PICCOLE CENERI" SOSTIENE IL CONTRARIO.
Maria Serena Natale per il "Corriere della Sera"
Tra le piccole ceneri c'è la luce dell'estate, corpi spezzati, un profilo di donna, una macchia di sangue. Nel 1928 Salvador ha 24 anni e molto tempo per dipingere, le dita corrono senza intralcio, dal blu radioso prende forma, terribile, la potenza femminile. Piccole ceneri è un quadro ostinato, che anni più tardi l'ormai «divino» Dalí spiegherà come un intrico di resistenze tra uomo e donna, respingendo le letture che rintracciano nell'opera un sottofondo di simboli e fantasie omosessuali, un desiderio latente risospinto in fondo al cuore. «Farfalla inchiodata che medita il volo», aveva scritto nel '25 Federico García Lorca nell'Ode a Salvador Dalí.
Sulla carnale amicizia tra il pittore di Figueres e il poeta di Fuente Vaqueros non è mai stata detta la parola definitiva. Ne hanno scritto biografi come l'irlandese Ian Gibson, che non a caso ha intitolato il suo libro del 1999 "Lorca-Dalí. L'amore che non poté essere". Ne racconta il film ispano-britannico di prossima uscita Oltremanica, "Piccole ceneri": per la produzione un'opera «audace e sexy», per gli storici inaccettabile manipolazione.
Madrid, 1922. Alla «Residencia de Estudiantes», residenza studentesca creata sul modello «Oxbridge» per i rampolli della borghesia spagnola, il nuovo arrivato attira subito l'attenzione. Diciott'anni, timido e aggraziato, Salvador se ne va in giro avvolto in un lungo mantello e con un ampio cappello di feltro calcato sui capelli corvini. Il piccolo Dalí piace soprattutto all'«anziano» della Residencia, un tipo elegante e magnetico di sei anni più grande che ha trasformato la sua stanza nel salotto più «in» della città e adora leggere in pubblico le proprie poesie. Si chiama Federico García Lorca. L'incontro è folgorante.
Sono anni magici di imprese e affanni, nel 1924 André Breton pubblica in Francia il Manifesto Surrealista, l'energia distruttiva dada si converte in «automatismo psichico puro» libero dal controllo della ragione. Federico e Salvador vedono il mondo con gli stessi occhi, «due spiriti gemelli», scriverà García Lorca nel 1935, un anno prima di essere fucilato dai franchisti a Víznar. Testimone privilegiato di una simbiosi perfetta e invidiata, Luis Buñuel, che nel 1928 gira con Dalí il primo film surrealista della storia, «Un cane andaluso».
L'andaluso Lorca si ritiene irrimediabilmente offeso. L'intimità tra Federico e Salvador cresce. I due si ritrovano appena possono, insieme in vacanza a Figueres, insieme sulla spiaggia di Cadaqués, nelle «ore oscure e dorate» dell'Ode di Lorca, la luce delle Piccole ceneri di Dalí. Ma come le linee dei suoi quadri che cercano nel reale l'ordine di una «mente igienica», i sentimenti di Salvador seguono una traiettoria obliqua. Attratto e terrorizzato dall'altro sesso, conquista la donna del poeta francese Paul Éluard, Gala, facendone la sua musa, oggetto d'ossessione e compagna di vita. «Asessuato, fu sverginato da Gala», commenta l'impietoso Buñuel.
Dalí ha sempre definito quello con Lorca «un amore erotico e tragico, perché da me non ricambiato». Nelle Conversazioni del 1969, racconta allo scrittore Alain Bosquet di due tentativi di violenza da parte di Federico: «Non ero omosessuale, non potei accontentarlo. Eppure, sentivo quale grande poeta lui fosse, avrei dovuto concedergli qualcosa». Gli storici tendono a credere alle parole di Dalí, ora rimesse in discussione dalla pellicola del 41enne regista britannico Paul Morrison. Intervistata dal quotidiano Observer, la sceneggiatrice Philippa Goslett dichiara: «Cominciò come un'amicizia ma divenne qualcosa di più, e Dalí non resse. Lui stesso ammise il tentativo di consumare la relazione, troppo doloroso. Considerando i suoi blocchi psicologici, non c'è da meravigliarsi. Il carteggio non lascia dubbi».
In una lettera a «Salvadorcito » si legge: «Ti ricordo sempre. Ti ricordo troppo. Figlio mio, devo pensarti bruttissimo per non amarti di più». Agosto 1927, firmato Federico.
Dagospia 29 Ottobre 2007
Tra le piccole ceneri c'è la luce dell'estate, corpi spezzati, un profilo di donna, una macchia di sangue. Nel 1928 Salvador ha 24 anni e molto tempo per dipingere, le dita corrono senza intralcio, dal blu radioso prende forma, terribile, la potenza femminile. Piccole ceneri è un quadro ostinato, che anni più tardi l'ormai «divino» Dalí spiegherà come un intrico di resistenze tra uomo e donna, respingendo le letture che rintracciano nell'opera un sottofondo di simboli e fantasie omosessuali, un desiderio latente risospinto in fondo al cuore. «Farfalla inchiodata che medita il volo», aveva scritto nel '25 Federico García Lorca nell'Ode a Salvador Dalí.
Sulla carnale amicizia tra il pittore di Figueres e il poeta di Fuente Vaqueros non è mai stata detta la parola definitiva. Ne hanno scritto biografi come l'irlandese Ian Gibson, che non a caso ha intitolato il suo libro del 1999 "Lorca-Dalí. L'amore che non poté essere". Ne racconta il film ispano-britannico di prossima uscita Oltremanica, "Piccole ceneri": per la produzione un'opera «audace e sexy», per gli storici inaccettabile manipolazione.
Madrid, 1922. Alla «Residencia de Estudiantes», residenza studentesca creata sul modello «Oxbridge» per i rampolli della borghesia spagnola, il nuovo arrivato attira subito l'attenzione. Diciott'anni, timido e aggraziato, Salvador se ne va in giro avvolto in un lungo mantello e con un ampio cappello di feltro calcato sui capelli corvini. Il piccolo Dalí piace soprattutto all'«anziano» della Residencia, un tipo elegante e magnetico di sei anni più grande che ha trasformato la sua stanza nel salotto più «in» della città e adora leggere in pubblico le proprie poesie. Si chiama Federico García Lorca. L'incontro è folgorante.
Sono anni magici di imprese e affanni, nel 1924 André Breton pubblica in Francia il Manifesto Surrealista, l'energia distruttiva dada si converte in «automatismo psichico puro» libero dal controllo della ragione. Federico e Salvador vedono il mondo con gli stessi occhi, «due spiriti gemelli», scriverà García Lorca nel 1935, un anno prima di essere fucilato dai franchisti a Víznar. Testimone privilegiato di una simbiosi perfetta e invidiata, Luis Buñuel, che nel 1928 gira con Dalí il primo film surrealista della storia, «Un cane andaluso».
L'andaluso Lorca si ritiene irrimediabilmente offeso. L'intimità tra Federico e Salvador cresce. I due si ritrovano appena possono, insieme in vacanza a Figueres, insieme sulla spiaggia di Cadaqués, nelle «ore oscure e dorate» dell'Ode di Lorca, la luce delle Piccole ceneri di Dalí. Ma come le linee dei suoi quadri che cercano nel reale l'ordine di una «mente igienica», i sentimenti di Salvador seguono una traiettoria obliqua. Attratto e terrorizzato dall'altro sesso, conquista la donna del poeta francese Paul Éluard, Gala, facendone la sua musa, oggetto d'ossessione e compagna di vita. «Asessuato, fu sverginato da Gala», commenta l'impietoso Buñuel.
Dalí ha sempre definito quello con Lorca «un amore erotico e tragico, perché da me non ricambiato». Nelle Conversazioni del 1969, racconta allo scrittore Alain Bosquet di due tentativi di violenza da parte di Federico: «Non ero omosessuale, non potei accontentarlo. Eppure, sentivo quale grande poeta lui fosse, avrei dovuto concedergli qualcosa». Gli storici tendono a credere alle parole di Dalí, ora rimesse in discussione dalla pellicola del 41enne regista britannico Paul Morrison. Intervistata dal quotidiano Observer, la sceneggiatrice Philippa Goslett dichiara: «Cominciò come un'amicizia ma divenne qualcosa di più, e Dalí non resse. Lui stesso ammise il tentativo di consumare la relazione, troppo doloroso. Considerando i suoi blocchi psicologici, non c'è da meravigliarsi. Il carteggio non lascia dubbi».
In una lettera a «Salvadorcito » si legge: «Ti ricordo sempre. Ti ricordo troppo. Figlio mio, devo pensarti bruttissimo per non amarti di più». Agosto 1927, firmato Federico.
Dagospia 29 Ottobre 2007