GLI EMIGRANTI DEL PALLONE - NON SONO MAI STATI COSÌ TANTI GLI ITALIANI ALL´ESTERO: 36 - IL "TIMES": "RONALDINHO, SHEVCHENKO, ZAMBROTTA. LA VOSTRA SERIE A È DIVENTATA IL CIMITERO DEGLI ELEFANTI".

Corrado Zunino per La Repubblica

Trentasei migranti del calcio. Venduti o prestati a club inglesi, spagnoli e tedeschi per fare cassa, perché da noi l´esterofilia è soffocante e loro sono troppo giovani per meritare credito. Non sono mai stati così tanti gli italiani all´estero: 36 quest´anno, sì. Cinque in più della scorsa stagione, un´armata se la si confronta con le annate di Vialli e Zola, Eranio e Ravanelli, generazione di pionieri che alla metà dei Novanta allargò il solco dell´emigrazione calcistica verso il resto d´Europa.

Quello dell´anno domini 2008 è un esodo ricco, poi. Sono partiti calciatori prestigiosi, mica avanzi. Gli ultimi tre imbarcati - maggio e luglio scorsi - sono stati due campioni del mondo come Cristian Zaccardo e Andrea Barzagli, saliti al Wolfsburg per 21 milioni di euro totali, e un neo azzurro come Andrea Dossena, acquistato dal Liverpool per 10 milioni. In giro per l´Unione europea, si sa, già abbiamo eroi di Berlino come Cannavaro, Grosso e Toni.
Zaccardo e Barzagli, 27 anni entrambi, rappresentano il primo trasferimento di un reparto intero - la difesa - in Bundesliga.

Il difensore Dossena, altro classe 1981, uno che per Lippi «ha gamba e personalità», ha lasciato invece l´Udinese per l´Anfield Road: il Liverpool lo ha visionato otto volte, poi ha bruciato Milan e Juventus. «Era un treno che non potevo perdere», racconta Dossena, «spero di restare in Inghilterra a lungo». E´ già titolare e in testa alla Premier League dopo due giornate. Il suo agente, Roberto La Florio, così si è sfogato: «È stato inconcepibile lasciarlo partire. L´ennesimo errore delle nostre squadre, Giuseppe Rossi finito in Spagna non ha insegnato nulla».



Solo nell´estate 2008 sono stati firmati dieci trasferimenti Italia-estero: trenta milioni di euro incassati dai nostri club e, vivaddio, qualche prestito con diritto di riscatto strappato per i minorenni. Fra i nuovi partiti ci sono sei ragazzi italiani che da noi non hanno trovato posto neppure in tribuna, o non sono stati protetti per tempo. Ha fatto scalpore il romanzo di Vincenzo Camilleri che a 15 anni - età che vieterebbe qualsiasi allontanamento dalla propria città per motivi calcistici - è stato portato via con un elicottero atterrato sul centro sportivo della Reggina (a bordo c´erano impresari del Chelsea e pure la madre, ansiosa di allontanarlo dalla Calabria). Da allora Camilleri vive a Londra e si allena a fianco di Didier Drogba.

Nelle ultime due stagioni le squadre britanniche hanno strutturalmente depotenziato diversi vivai italiani, anche di club di prima fascia, diretti avversari in Europa. Il centrocampista Petrucci ha lasciato gli allievi della Roma - che nel recente passato hanno forgiato calciatori come Totti, De Rossi, Aquilani, D´Agostino - per entrare nell´Academy del Manchester United a 120 mila euro l´anno. Con lui è salito in Inghilterra il padre, a cui il club inglese ha trovato un posto da giardiniere.

Elia Legati, scuola Milan, è scappato dai francesi del Monaco per evitare di svernare il resto della vita in serie C. E l´Inter, squadra straniero-dipendente, ha preferito dare in prestito allo Slavia Praga il talentino Gianluca Litteri. Se crescerà, si vedrà. Per ora sta fuori a farsi le ossa. La stessa Fiorentina, società che aspira a diventare un Arsenal del Mediterraneo, per stagioni ha recitato il mantra delle stelline Lupoli e Di Carmine, attaccanti. Poi, il primo lo ha spedito al Norwich City e il secondo l´ha prestato al Qpr di Flavio Briatore. Alla fine, sono sedici i ragazzini che in questi ultimi mesi hanno lasciato i vivai di Lazio, Roma, Reggina, Atalanta e Bologna attratti da Manchester e Chelsea, persino dal piccolo Fulham.

La questione è che il calcio italiano continua a formare giocatori forti, ma poi non riesce a trattenerli davanti a campionati più ricchi. Alle offerte di club cinici e meglio organizzati. Il risultato lo segnala il "Times": «La vostra serie A è diventata il cimitero degli elefanti». Parlano di Ronaldinho, Shevchenko, Zambrotta. Ormai siamo il terzo campionato europeo per interesse, il quarto per spettatori. Il nuovo esodo di campioni e ragazzini ci avvicina alle abitudini di Argentina e Brasile, nazioni che all´emigrazione dei talenti del calcio affidano una quota del prodotto interno lordo.


Dagospia 28 Agosto 2008